domenica 24 febbraio 2008

Shopping fantasy


Ieri giornata fantasy. Dopo una mattinata di lavoro più o meno previsto in quel di Piazza Venezia, io e Rob ci siamo dedicati ad un fruttuoso giro di librerie alla ricerca di alcuni volumi ovviamente fantasy.

E udite, udite, alla fine l'ho trovato: Il segreto di Krune è nelle mie mani!!!! Evviva!! Non vedo l'ora di inizarlo! L'ho trovato alla Feltrinelli di Via Giulio Cesare zona Ottaviano dopo aver fatto una puntatina poco prima a a quella di Piazza Colonna con scarsi risultati; in compenso lì Rob ha trovato i libri ambientati nel mondo d&d di Forgotten Realms e di Ravenloft che cercava da un pò ^^

Ecco qui i fruttuosi acquisti:




L'avete vista? Si, lì sul margine superiore del libro di Giannone....è la mia nuova fatozza (si, Fed, un'altra...)acquistata sempre ieri nel mitico negozio Storia e Magia sito in via Ottaviano. Chi è di Roma ci faccia un salto, è davvero un negozio da sogno: fate a bizzeffe, miniature e gioielli dal Signore degli Anelli, scacchiere di ogni tipo, oggettistica a base di draghi di resina, abbigliamento da gioco di ruolo dal vivo, armature e spade... vi prego, andateci!

venerdì 22 febbraio 2008

Morte di Un Signore Oscuro- Recensione


Ieri sera ho finito di leggere Morte di un Signore Oscuro prestatomi da Rob. Me lo ha dato dicendomi qualcosa come: "Amò, guarda che è proprio un libercolo per te, lo stroncherai subito" e per una settimana o poco meno ogni volta che lo sentivo al telefono mi chideva, ridendo: "Hai cominciato il libercolo della Hamilton? Lo demolisci??" Ok, ieri l'ho finito e lo demolisco, si, ma sono un poco....


Morte di un Signore oscuro, scritto da Laurell Hamilton prima dell'era Anita Blake, è il primo libro delle Nebbie di Ravenloft trilogia ambientata del mondo oscuro e misterioso di Ravenloft appunto. Per chi fosse digiuno di letteratura fantasy di stampo d&d questa ambientazione fa parte dei mondi di Dungeons and Dragons ma rispetto alle ambietazioni classiche è maggiormente orientata all'horror tanto da avvicinarsi parecchio alla letteratura gotica più bella (almeno a mio parere).

Ora la povera Hamilton si trova a dover affrontare un'ambientazione molto complessa e di atmosfera senza la possibilità di spaziare e muoversi liberamente nella gestione dei personaggi e delle vicende. Perchè? Da una parte perchè la Wizard of the Coast traccia i confini della libertà degli autori dei mondi del d&d dall'altra perchè l'autrice è ingabbiata nello smarrimento più completo che la induce a commettere ingenuità narrative che a volte fanno pure un pò sorridere.

La Hamilton non prende mai davvero in mano le vicende, non approfondisce mai i caratteri dei personaggi e non riesce a creare suspance nemmeno quando la sola presenza di una fanciulla, Elaine, fuori di notte alle prese con un'orda di zombie, di per sè avrebbe già creato tensione da mangirsi le unghia. Niente da fare. I personaggi del libro sono posticci, sono solo nomi, razza e classi (umani, elfi, guaritori, maghi e cacciatori di maghi). Persino la tragedia di Elaine che scopre di possedere poteri curativi che poi tanto curativi non sono poichè provenienti
direttamente dal cuore corrotto della terra di Kartakass, è solo una parentesi di orrore passeggero. Inoltre, essendo il libro primo di una trilogia, qualcosa in più su Dark Lords e poteri oscuri di Ravenloft andava detto almeno per capire da dove giungesse l'ossessione malata di Harkon di uscire, finalmente, dai confini del Regno.
Per chi ha letto altri libri ambientati a Ravenloft, come il Signore di Ravenloft, questo qui è davvero deludente e, come giù detto, ingenuo. Ma non è tutta colpa dell'autrice, non è facile scrivere romanzi ispirati al d&d e non è nemmeno facile scrivere personaggi davveri belli per tali romanzi.
A mio parere, c'entra poco con la rece in corso (ma anche no), di tutti i personaggi dei romanzi d&d io salvo solo:

Raistlin (ovvio, è l'unico ad avere uno spessore..)
Dritzz (noioso come pochi ma oggettivamente il meglio reso)
Crysania (la ucciderei per quanto è fessa ma rende bene gli effetti della tentazione seducente del male)
Liriel (testarda maga drow dal carattere di fuoco)
Pharaun (impudente mago maschio)
Erevis Cale (sempre che si decidano a pubblicare il seguito in italiano...)

Tornando alla Hamilton presto o tardi inizierò la saga di Anita Blake, credo proprio che le diano maggiore
giustizia che non Morte di un Signore Oscuro.

martedì 19 febbraio 2008

Libri del cuore


Leggendo qua e là in rete mi sono accorta che a noi utenti nelle discussioni piace fare classifiche. Classificare ogni cosa: i film più belli della vita, le vacanze più apprezzate, i gusti del gelato preferiti, etc... La domanda, a questo punto, è scontata: qual è il libro fantasy a cui siete maggiormente affezionati? Non tanto i più belli ma anche semplicemente quelli che per qualche ragione, come un momento particolare della vita o per un ricordo felice o infelice ad esso associato, hanno lasciato una traccia forte in ognuno di voi.Sono previste risposte multiple e classifiche, of course. ^__^

Dunque, se non devo ragionare in termini di libro più bello che abbia mai letto, questa me la lascio per quando non avrò il cervello fuso come questa sera, la scelta è abbastanza facile

1. La Signora delle Tempeste di Marion Zimmer Bradley: il primo "fantasy" che abbia mai letto e senza dubbio quello che non dimenticherò mai;

2. Le Pietre Magiche di Shannara: non sono impazzita, lo so che è di Brooks, ma questo è stato il secondo libro fantasy che ho letto e mi piacque da morire, non sapevo cosa sarebbe stato capace di fare Terry in seguito...;

3. Elric di Melnibonè: un fantasy anche questo atipico che ha lasciato un segno profondo in me e nelle mie prospettive di lettrice;

4. Dune di Herbert:(ammesso che lo si consideri fantasy....) davvero bello ma solo il libro 1 e 2, gli altri non li ho capiti...

Mi fermo a questi, ce ne sarebbero molti altri ma se penso alla mia "storia" di lettrice senza starci a riflettere troppo questi sono i primi titoli che mi vengono in mente. A ben guardare, tranne il libro di Brooks, si tratta sempre di libri fantasy si, ma con una forte componente fantascientifica o di indagine esistenziale. Non ci avevo mai fatto caso, sapete?

lunedì 18 febbraio 2008

Mondo Senza Fine- Recensione


Mondo Senza Fine è un romanzone di oltre 1300 che si fa leggere bene, grazie allo stile scorrevole e avvincente tipico della scrittura di Follett, ma che lascia uno strano senso di incompiutezza addosso.
Il romanzo è la prosecuzione ideale de "I Pilastri della Terra" splendido affresco del medioevo contadino, tra povertà, superstizione, speranze e religione ma del magnetismo avvincente di questo, Mondo Senza fine ne possiede meno della metà.

La storia si svolge a Kingsbridge ed ha come protagonisti 4 personaggi accomunati da un segreto d'nfanzia: Caris, Merthin, Gwenda e Ralph assistono all'uccisione di due soldati reali per mano di Thomas Langley, un cavaliere custode di un segreto politicamente scomodo giunto nelle campagne di Kinsbridge durante una fuga disperata. Il cavaliere affida a Merthin parte del suo fardello e poi si fa monaco proprio a Kingsbridge salvandosi in questo modo la vita.
Gli anni passano e i nostri baldi ragazzini crescono e prendono strade diverse. Merthin diventa apprendista presso il costruttore Elfric e poi diventa un grande costruttore a sua volta, Ralph diventa scudiero e cresce come un violento stupratore che diventa anche conte, Gwenda si innamora e decide di conquistare l'uomo che brama con ogni mezzo e Caris...ecco...Caris non si capisce bene che strada voglia intraprendere. Vorrebbe diventare medico, ma le donne non diventano dottori nel 1300, non vuole sposarsi con Merthin anche se lo ama alla follia e non perde occasione per fare l'amore con lui per non asservirsi a un uomo, fino a quando la sorte decide finalmente per lei e la fa diventare...non lo dico sennò spoilero.
Insomma, tra alti e bassi, tra un attacco di peste e fughe varie dei monaci di Kingsbridge, si giunge all'epilogo lieto della vicenda. Ah, dimenticavo, Caris si sposa, non scappa mica...

Ora, capirete che la sintesi è un pò lacunosa ma per riassumere 1300 pagine mi ci voleva mezza giornata. Che sarebbe stata sprecata perchè il libro di Follett è talmente ripetitivo nella struttura e prevedibile nei rivolgimenti di fronte, che lette le "prime" 600 pagine si può anche fare a meno di leggere le altre perchè già si capisce come si dipanerà la matassa della storia: ostacolo per il nostro eroe (di norma davvero _sfiga_), ingegnata dell'eroe, morte accidentale dell'ostacolante, nuova _breve_ felicità per l'eroe, altra sfiga, etc... (le funzioni di Propp vi dicono nulla???)
Persino la perfidia di Ralph dopo un pò smette di provocare un qualche sentimento di rabbia nel lettore perchè tanto è chiaro come il sole che presto o tardi le sue angherie avranno fine e ci si limita a leggere l'ennesima ingiustizia da lui perpetrata con una leggera scrollata di spalle. E questo doveva essere il cattivo, pensate un pò...
Caris e Merthin c'è da prenderli a legnate per tutto il libro, specialmente lei che, pur essendo nell'intenzione dell'autore il personaggio migliore del gruppo, con la sua decennale indecisione finisce per trasformarla in una donnetta isterica che forse persino quella poveraccia di Gwenda è meglio. Almeno aveva un obiettivo nella vita, discutibile, ok, ma pur sempre chiaro e perseguito con tenacia a tratti incomprensibile.
Per fortuna arriva la peste a movimentare un pò le cose ma alla terza ondata si capisce già al volo chi sarebbe morto e chi no. Chiaro come il sole, come chiaramente inutile si rivela lo "svelamento" del segreto di Thomas dopo la sua morte. Il segreto lo sapevano infondo tutti i sudditi della corona, e il "pezzo di carta" serve solo a Merthin per levarsi dai piedi il rischio di Phillemon come priore. Essì, signori, uno di quei segreti in grado di far gridare allo stupore, non c'è che dire....
E Merthin? Che con la figlia adolescente fa la figura del padre iperapprensivo che teme le cattive compagnie e il fatto che Lolla frequenti una taverna? Ma non era il medioevo? Non ci si stava disperando per la peste e per l'inquisizione e per le streghe? Credo che Follett abbia fatto un balzo in avanti verso le preoccupazioni genitoriali degli anni 2000 e non del 1300....o meglio, questa sequenza, nel mondo da lui descritto sino ad allora, ci stona proprio.

La cosa davvero triste di Mondo senza Fine è che non ti lascia nulla, a fine lettura. Nè rabbia, nè gioia, nè dubbio, nè angoscia, nulla di nulla. Tutte le potenzialità emotive possibili vengono lentamente ed inesorabilmente annullate dal libro stesso che "anestetizza" il lettore esponendolo a tutte le emozioni possibili per poi farlo restare orfano di tutto, dell'odio, della stima e della simpatia verso un personaggio.

L'unica cosa che per cui Follett resta ineguagliabile è la capacità di narrare eventi che coinvolgono generazioni ed archi temporali molto lunghi. In questo è davvero bravo.
Insomma, personaggi piatti e poco approfonditi, vicenda scontata, andamento ripetitivo degli eventi. Peccato!!

sabato 16 febbraio 2008

New entry: Rob


Da oggi i post di questo bloggo saranno scritti anche da un'altra mano oltre che da quella della sottoscritta: entra nel Castello di Mirtillangela il poibitore di pop corn e nutella, il fan del tapis roulant nonchè il custode del mio cuore, Roberto.

Scriverà di videogiochi sia per pc che Xbox 360 (Stefano, per colpa tua ora non parla d'altro che di Mass Effect!!) e di tutto quello che gli pare (tranne i libri, quelli sono MIEI!!! :P).

A proposito di libri, ho finito Mondo Senza Fine di Follett (perdonatemi il bisticcio di parole). Libro di 1300 pagine che, fino alla 670-700esima, fila liscio e avvincente come pochi ma che poi si addormenta sulla prevedibilità più totale. Ne parlerò a breve ^__-

lunedì 11 febbraio 2008

Un Ragno in casa

Un losco figuro di zampe pelose dotato è comparso nella notte tra sabato e domenica sulla mia super economica lampadozza di Ikea: Messer ragno. Lo vedete, espone in questa foto il suo lato migliore.

Trattasi di esemplare plasticoso rivestito di pelo finto dotato di calamita che, per bontà di Fed, giunse in casa mia per aggiungersi al costume drow in preparazione.

Pensavo di mettermelo sulla parrucca che è l'unica cosa non nera che indosserò. Almeno lo terrò d'occhio perchè, eh si, signori, lo so che mi attirerò i peggiori strali di Lolth ma.... Mirtilla ODIA i ragni. Li schifa e detesta.
Ironica la sorte, eh???

Magdeburg. Fantasy?


Oggi giornata un pò turbolenta quindi solo ora sono riuscita a fare un salto dalle parti di Fantasymagazine dove leggo la notizia sulle candidature di quest'anno al Premio Italia che premia, appunto, le opere e le persone che si sono distinte nell'ambito del fantastico (nella sua accezione più ampia) e nel corso del precedente anno solare.

Spulciando nella categoria che mi interessa, ovvero il romanzo fantasy, leggo:

Romanzo o antologia personale — Fantasy
— I draghi di Chrysos — Debora Montanari — Perseo
— Shan — AnnaMaria Bonavoglia — Triskell
Magdeburg— Il demone — Alan D. Altieri — Il Corbaccio

I primi due non li conosco ma il terzo mi è familiare....attimo di dubbio.... MAGDEBURG sarebbe un FANTASY? O perbacco, questa si che mi giunge nuova! Guardo meglio, magari mi sono sbagliata, ma la triade è lì e in mezzo resta Alteri.

Mi sento un pò smarrita. Cioè, nell'accezione più ampia del fantastico cade anche il romanzo storico? Ma nella trilogia di Alteri la cosa più fantasy è un NINJA!!! Per carità, fa cose turche con la katana, ma pur sempre un umanissimo ninja resta...
Bhò. Eppure questi del premio son professionisti, sono certa che sto prendendo io una colossale cantonata anche perchè ammetto che sto premio lo conosco poco (se qualcuno ne sa di più è pregato di intervenire così mi aiuta a capire ^_^).

Tuttavia mi piacerebbe sapere che ne pensa l'autore di questa candidatura un pò, come dire, inusuale (e non mi pare neppure che sia la prima volta) mentre la mente mi corre al dibattito animato che si sta tenendo su anobii per la
definizione del genere fantasy: signori, ampliate la definzione, arriva Magdeburg!!

giovedì 7 febbraio 2008

News ?

Ultimamente sono un pò a corto di idee da post ma spero di riprendermi.

Nel mentre vi informo che sto leggendo Mondo Senza Fine di Ken Follett, il seguito ideale de I Pilastri della Terra. Insomma, niente fantasy, non è una notiziona??

Intanto continua la mia caccia a Il segreto di Krune, davvero una mission impossible. ^^

lunedì 4 febbraio 2008

Quando capolavori e quando schifezze


Da quest bel post di Sauron è nata una riflessione sulla personale tendenza all'accumulo di libri fantasy di ogni sorta nelle nostre colme librerie.

La domanda è semplice: guardando i libri sui vostri scaffali, quanti di questi sono delle vere perle che quasi vi commuovete solo a leggere la costina, e quanti altri sono schifezze comprate sulla scia ossessiva-compulsiva dello shopping di genere ("vediamo questo com'è, lo so già che mi farà orrore ma magari mi sbaglio")? Oppure quante volte vi capita di pensare: "primo o poi lo levo da lì, mi vergogno solo ad avercelo esposto?

Personalmente provo questa cosa moooolto raramente, vado fiera anche delle cantonate clamorose che prendo, ma in linea di massima quando mi casca l'occhio su quei due tomi di Brooks che ho (gli altri che ho letto li ho avuti in prestito) mi prende male. Oh, intendiamoci, mica è l'unico autore che non mi piace ma gli altri, per fortuna, non mi stanno sotto il naso tutto il tempo ma sono stati cortesemente resi al proprietario (vero Fed??).

Quanto alla seconda domanda...vabbè, faccio outing: mi vergogno a morte di avere sulla libreria tutti i volumi della saga Ramses (e qui stendo un SUDARIO pietoso....)

venerdì 1 febbraio 2008

Trilogia di Magdeburg


Ieri, passando in libreria alla disperata ricerca de Il segreto di Krune di Michele Giannone che non trovo da nessuna parte, ho notato una piacevole novità negli scaffali: finalmente la Tea ha tirato fuori l'edizione economica di L'eretico il primo volume della trilogia di Magdeburg scritto da Alan Altieri.
Così, visto che Stefano mi aveva chiesto qualche giorno fa un parere su Alteri, ecchime qua. ^^

E chi sarebbe questo tipo, direte voi? In realtà lo conoscete tutti chi direttamente chi indirettamente, poichè oltre ad essere un pluripremiato autore di fantascienza e di thriller è anche il traduttore italiano di GRR Martin....si, il logorroico papà delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Tranquilli, il buon Alteri non è stato contagiato dalla sua patologia e per gustare la trilogia di Magdeburg non dobbiamo attendere decenni (la trilogia è stata editata tutta ma in economica al momento c'è solo il primo volume, io ovviamente, ho speso il tripo esatto per ognuno dei tre libroni -_-)

La Trilogia di Magdeburg è ambientata nell'europa del 1630 quando il continente ardeva dei fuochi dell'inquisizione e moriva durante la guerra dei trent'anni. E' un'atmosfera dura e cupa quella in cui si svolge la vicenda, condita da parecchia violenza e da tragedie umane di ogni tipo.
Su tutte, si intravede la vicenda di Reinhardt Heinrich von Dekken, Principe di Turingia, uno dei nobili cattolici più potenti e temuti del Sacro Romano Impero della Nazione Germanica e di un misterioso uomo tatuato armato di una letale katana che sembra in tutto e per tutto la sua nemesi. Quale vicenda accomuna i due? Leggete e vedrete.

Quello che colpisce di Altieri è la scrittura. Scordatevi le pagine fitte fitte di descrizioni, scordatevi la classica sintassi soggetto-predicato-complemento. Alteri scrive per immagini costruite usando frasi brevissime, sincopate, aggettivi a profusione e metafore e sott'intesi che non si capiscono immediatamente. Alteri adatta la sua scrittura al mondo disperato e corrotto che descrive e a volte, lo ammetto, esagera un pò. Eppure, passata la classica fase di adattamento, la lettura scorre tranquillamente. Altieri fa un lavoraccio di ricostruzione storica cercando di innestare la vicenda di fantasia dei protagonisti con le vere vicende della germania dell'epoca alle prese con la disgregazione politica e le opposizioni religose tra cattolici e protestanti. Ci sono personaggi storici nel libro: il maresciallo Pappenheim, il generale Wallestein, Tilly e poi c'è la Chiesa di Roma rappresentata in tutta la sua opulenza e purulenta corruzione.

Insomma, a me la trilogia è piaciuta molto sebbene forse il finale sia eccessivamente rapido e lasci un pò di delusione anche se non credo che il povero Reinhardt la pensi proprio così....

ps: ci sono scene forti, scene di violenza anche contro bambini, occhio....non sono scene gratuite, eh, ma servono per rendere la degradazione umana che la guerra eterna genera negli esseri umani rendendoli abietti e feroci.