Come anticipato ieri sera sono stata all’anteprima del film
the Hunger Games, tratto dal libro omonimo di Suzanne Collins. Cosa ne penso del libro è già noto, come ormai nota è la storia della distopica terra di
Panem che in tutto il mondo, sia attraverso le pagine del romanzo che le
immagini del film, hanno riscosso successi e consensi.
Io che posso dirvi dopo la visione del film? Leggete il
libro (e alla fine non solo l'unica a suggerirlo.... ). Ma lo dico non perché, come da retorica ormai classica, “i libri son meglio
delle pellicole” perché, tra l’altro, non sono mai stata una fan di questo
approccio anzi. Ma perché il film Hunger Games ce la mette davvero TUTTA per dare
emozioni, per creare suspance, per trasmettere il senso di terrore e pesantezza
che l’arena incute nei protagonisti ma… non ce la fa proprio. E non mi sento di
condannare per questo né la regia né la sceneggiatura, cui peraltro ha preso
parte anche la stessa Collins.
La “colpa”, se così possiamo chiamarla, è della
particolarità assoluta dei libri. Come detto altrove, la Collins riesce a narrare le vicende dei distretti di Panem “attraverso” la psiche dei suoi
personaggi, Katniss in primis, le azioni “sono” i pensieri, le emozioni, le
considerazioni, e quell’insieme molto simile ad un flusso di coscienza
sotterraneo, che è la cosa più avvincente dei libri.
La pellicola, vuoi o non vuoi, questo sguardo “intimista”
nella testa e nel cuore di Katniss, non riesce a renderlo appieno. E non è
neppure colpa degli attori che fanno quello che possono… sapete, non mi ero mai
resa conto, leggendo il libro, che la nostra fantastica eroina parlasse a
monosillabi o poco più! Perché nel libro il lettore è nella testa di Katniss
quindi non nota nulla. Nella pellicola la cosa mi è saltata subito agli occhi.

Poi ci sono piccoli “aggiustamenti di trama” che a qualcuno
potrebbero far storcere il naso, come la
famosa spilla della ghiandaia imitatrice che nel film è acquistata da Katniss
al Forno e poi data a Prim che a sua volta, dopo la mietitura la rende alla
sorella, oppure l’accorciamento della parte di Katniss e Peeta feriti… molto
compressa e solo quasi accessoria. Vabbè, cose che nelle trasposizioni
cinematografiche ci stanno, inevitabilmente.
Al di là di questo, tre cose mi hanno favorevolmente colpita
perchè sono “astuzie” cinematografiche che permettono di apprezzare al meglio
l’ambientazione di Panem e degli Hunger Games stessi come una grande arena in
cui tutto è pilotato dallo Stratega (Seneca Cane che, come da tradizione
classica, alla fine del film è costretto
a …. Taccio sennò spoilero troppo!):
1) mentre nel libro la figura di Snow è sullo
sfondo della vicenda, nominato ma non “agito”
come sarà nel secondo e nel terzo, il film introduce il tiranno di Panem
e lo fa in modo molto azzeccato, grazie anche alla bella performance di Donald Sutherland (anche se non è che abbia fatto molto...)
2) durante gli Hunger Games ci sono dei continui
“avanti e indietro” con la stanza dei bottoni, dove Seneca Craine e i “tecnici”
dello show gestiscono quello che accade nell’arena. E’ un modo per movimentare la scena e non
perdere mai di vista l’essere “grande fratello” dei giochi. Nel libro questo un
po’ manca ma d’altra parte sono i personaggi a fornirci queste spiegazioni,
come quando Katniss capisce che l’incendio dei boschi è “pilotato” dall’alto.
Nel film la cosa si vede chiaramente! Sulla stessa scia e con lo stesso fine,
l’intervistatore Caesar Flickerman compare periodicamente in scena, oltre che
alla presentazione di tributi, anche in momenti in cui è necessario dare allo
spettatore qualche informazione in più su elementi o fasi del gioco che nel
libro ci forniscono i personaggi. Uno strumento per chiarire senza
didascalismi, le parti di ambientazione.
3) Il film, dopo la morte di Rue, anticipa con una
serie di immagini strazianti e fortissime, la ribellione del distretto 11.
Secondo me il passaggio più bello in assoluto del film.
Detto questo ma a chi non ha letto il libro il film Hunger
Games può piacere?? Io l’ho chiesto al fidanzato che mi ha accompagnato e che è
digiuno del romanzo. E quello che mi ha risposto secondo me è più che
azzeccato.
Il film riesce a trasmettere benissimo il senso di smarrimento, angoscia e
paura pura di Katniss e dei suoi affetti davanti alla crudeltà atroce dei
giochi(bellissima la scena in cui lei abbraccia Cinna prima di salire
nell’arena e la paura la fa tremare come una foglia…), fantastico il modo in
cui viene reso il senso di “essere
braccati” nell’arena non solo dai giocatori ma anche dallo Stratega e soci,
tutto funziona. Peccato per il ritmo. Ci sono pezzi dove davvero la bella faccia di Katniss e quella meno bella di Peeta, non riescono a reggere la
scena, ci sono momenti di “stanchezza” nella narrazione tali che il film non fa venir voglia
di andare di nuovo al cinema...
Quindi, per chi si aspetta i scene plateali ed effetti speciali alla “Avengers”, Hunger Games non è precisamente
consigliabile; mentre se avete “fame” di emozioni, di tensione e di riflessione
sociale, bhè, accomodatevi pure. Ma leggete comunque il libro!!! :)