Dopo un paio di post faceti, toccherebbe che ne facessi uno un pò più adulto, magari un bel post che spari a zero sui fantasy italiani, uno di quelli che ribadisca la scelleratezza delle scelte editoriali delle case editrici nostrane in tema fantasy/fantastico, oppure uno di quei bei post che critichino la qualità della letteratura odierna di genere (non solo italiana, stavolta) succube delle ben più talentuose produzioni d'oltreoceano e d'oltremanica. (dato oggettivo ma non per questo assoluto).
Sarebbe il caso che mettessi da parte la mia proverbiale (permettetemi la presunzione) misura nel commento alle letture che amo, bisognerebbe che prendessi una posizione chiara e univoca, pro o contro le produzioni di oggi, pro o contro il clientelismo delle case editrici, pro o contro la cultura dominante...bla...bla...bla...
Per indole e per temperalmento, preferisco rovesciare il punto di vista e partire da un altro approccio alla questione.
Se proprio dovessimo affrontare il problema, se poi di problema bisogna necessariamente parlare, del fantasy oggi, bisognerebbe partire da un dato: il fantasy/ fantastico, evitiamo l'avvitamento sulle definizioni che serve solo a sfoggiare la propria cultura, vanno di gran moda. Nella letteratura di ogni lingua, nei film, etc... Perchè? Marketing? Marchette? La gente si fa influenzare dal successo dei libri di Harry Potter o dal Signore degli Anelli ? Assolutamente si ma non può essere tutto.
Perchè nel 2008 assistiamo alla riscoperta di un genere ritenuto: di nicchia, infantile, che non serve a nulla, a svantaggio di generi più robusti che, sulla carta, sono più profondi, più pregnanti, in una parola, migliori? Se la fantascienza degli anni cinquanta esprimeva le paure della società post bellica e il senso di umana preoccupazione per un progresso che allettava ma spaventava allo stesso tempo, il fantasy nel 2008 di cosa si fa espressione?
Ogni epoca è rappresentata e si riflette nella sua letteratura, voi, oggi, cosa ci vedete riflessa?
Personalmente ci vedo una società che non teme più l'abbandono al sogno, che ama l'evasione e che è sempre più affascinata da mondi e storie inventate, piuttosto che dal mondo e dalle storie che vive.
Superando l'idea un pò snob che la gente sia impazzita tutta di colpo e che non sia più in grado di ragionare perchè schiava della cultura di massa, direi che un vago senso di inquietudine dovrebbe comunque cogliere. Perchè il genere fantastico non sarà un genere di critica o biasimo sociale in sè (difficilmente leggiamo temi di denuncia nei libri di questo tipo), ma a legger tra le righe, il messaggio sul disagio (paura?) di vivere, c'è eccome.
Da questo mio punto di vista le problematiche connesse agli editori, al clientelismo, alla poca professionalità sparsa qua e là, diventano facce complementari di un ragionamento più ampio legato allo sfruttamente di nuove tendenze sociali.
Sarebbe il caso che mettessi da parte la mia proverbiale (permettetemi la presunzione) misura nel commento alle letture che amo, bisognerebbe che prendessi una posizione chiara e univoca, pro o contro le produzioni di oggi, pro o contro il clientelismo delle case editrici, pro o contro la cultura dominante...bla...bla...bla...
Per indole e per temperalmento, preferisco rovesciare il punto di vista e partire da un altro approccio alla questione.
Se proprio dovessimo affrontare il problema, se poi di problema bisogna necessariamente parlare, del fantasy oggi, bisognerebbe partire da un dato: il fantasy/ fantastico, evitiamo l'avvitamento sulle definizioni che serve solo a sfoggiare la propria cultura, vanno di gran moda. Nella letteratura di ogni lingua, nei film, etc... Perchè? Marketing? Marchette? La gente si fa influenzare dal successo dei libri di Harry Potter o dal Signore degli Anelli ? Assolutamente si ma non può essere tutto.
Perchè nel 2008 assistiamo alla riscoperta di un genere ritenuto: di nicchia, infantile, che non serve a nulla, a svantaggio di generi più robusti che, sulla carta, sono più profondi, più pregnanti, in una parola, migliori? Se la fantascienza degli anni cinquanta esprimeva le paure della società post bellica e il senso di umana preoccupazione per un progresso che allettava ma spaventava allo stesso tempo, il fantasy nel 2008 di cosa si fa espressione?
Ogni epoca è rappresentata e si riflette nella sua letteratura, voi, oggi, cosa ci vedete riflessa?
Personalmente ci vedo una società che non teme più l'abbandono al sogno, che ama l'evasione e che è sempre più affascinata da mondi e storie inventate, piuttosto che dal mondo e dalle storie che vive.
Superando l'idea un pò snob che la gente sia impazzita tutta di colpo e che non sia più in grado di ragionare perchè schiava della cultura di massa, direi che un vago senso di inquietudine dovrebbe comunque cogliere. Perchè il genere fantastico non sarà un genere di critica o biasimo sociale in sè (difficilmente leggiamo temi di denuncia nei libri di questo tipo), ma a legger tra le righe, il messaggio sul disagio (paura?) di vivere, c'è eccome.
Da questo mio punto di vista le problematiche connesse agli editori, al clientelismo, alla poca professionalità sparsa qua e là, diventano facce complementari di un ragionamento più ampio legato allo sfruttamente di nuove tendenze sociali.
14 commenti:
secondo me il fatnasy è tornato "in voga" perchè il mondo reale ci stanca, ci snerva e ci annoia. il fantasy ci permette di fuggire da tutto, di nasconderci per qualche ora in un mondo che non ci appartiene.
cosi' è come la vedo io. ma anche come lo vivo io... :)
poi son d'accordo con te ;)
Per me il fantasy è evasione. La possibilità di finire in un mondo dove tutto è possibile, con la giusta dose di impegno e di spintarella da parte del Fato. Fato che spesso comunque è senziente, sotto forma di divinità... quindi tutto è realmente popssibile, fattibile, raggiungibile.
Dove una persona, con una parola, può scatenare energie incredibili grazie alla magia.
Dove ci sono persone che seguono codici d'onore, e che perseguono i loro ideali.
Un modo per sfuggire al mondo che ci circonda, e nel quale magari non ci riconosciamo pienamente.
Altri generi raccontano di storie di tutti i giorni, storie che sentiamo ai tg o che viviamo di persona. A questi, spesso preferisco un'evasione, rifugiandomi in mondi fantastici.
(E inoltre, altro pregio, ritengo che il fantasy\fantascienza sia il genere che aiuta maggiormente a tenere viva l'immaginazione e la fantasia, e direi che al giorno d'oggi ce n'è un gran bisogno...)
Ciao, post molto interessante. Mi piace sempre pormi domande di questo genere, ovvero del perchè una cosa diventa fenomeno in un determinato periodo, come il fantasy in questi ultimi tempi.
Ti dirò la mia, così come la vedo in questo momento :)
Secondo me il fantasy in linea molto generale, il buon fantasy comunque, riflette il bisogno di ritrovare una propria identità.
Cerco di spiegarmi...
Il fantasy si ispira al mito e alla fiaba. Mito e fiaba ci parlano delle nostre origini.
Nell'epoca attuale, lontani dalla natura e dai ritmi della natura, forse il bisogno di ritrovarsi si fa più forte.
La magia poi potrebbe rispondere a un bisogno di spiritualità.
Poi ci sono quei fantasy che invece parlano proprio di questa realtà, però trasformata (tipo Neil Gaiman), e in un certo senso la restituiscono, ma più densa di significato.
Insomma, io alla fine lo vedo un modo per ritrovarsi, conoscersi in vesti diverse, e poi, ovviamente per sognare.
Però non lo vedo come fuga dalla realtà, in quanto anche il sogno è una parte della realtà.
Un saluto :)
Si dice:
Fanatsy=Nostalgia per il passato+timore per il presente. Molto adatto a periodi di declino.
Io dico: forse sì, ma può essere anche altro.
Secondo me, se il fantasy è tornato di moda non è solo perché il lettore si è stancato del mondo reale. In generale si tende ad andare a cicli: negli anni 90 spopolava il giallo e le vendite dei romanzi di Agatha Christie erano raddoppiate! Quindi aspettiamoci un'inversione di tendenza nei prossimi anni. Una prima avvisaglia è legata al cinema; i film fantasy tirano di meno rispetto a prima. E si sa, se il cinema rende meno gli editori investono meno, perché il fantasy vende meno. W il marketing! XD
Non saprei perché il fantasy è così di moda, non lo so e nemmeno mi interessa tanto... i fumetti sono molto di moda ed ecco questo si che mi interessa assai! XD comunque parlando seriamente, credo che le due cose siano in qualche modo collegate, fumetti e fantasy...
X-Bye
Io non sono una grande lettrice, volevo comunque salutarti in quanto l'anno scorso, in estate sono stata proprio a Vacri, dato che mio marito è di un paese poco distante dal tuo. Io invece abito a Catanzaro. Ciao da Maria
Uhmmmm interessante.
Io, dovendo assegnare un singolo motivo del successo del fantasy, additerei il già menzionato (anche da te :"il messaggio sul disagio (paura?) di vivere, c'è eccome.") desiderio di allontanarci da una realtà che fa paura.
Quanto al perchè specificamente fantasy (piuttosto che, chessò, un boom dei romanzi rosa o dei gialli), mi pare notevole la sinergia con i giochi (di ruolo, di carte, videogiochi). Non sono del tutto sicuro se uno è causa dell'altro o se entrambi scaturiscono da una stessa radice. Ho però l'impressione che molti si appassionino tramite questi giochi e poi scoprano l'universo che ci sta dietro.
Mi viene un po' da pensare che il fantasy si presti con particolare facilità a dividersi in archetipi e quindi adattarsi alla divisione in classi e ruoli di un gioco. E quindi attragga in questo modo persone che magari non sarebbero normalmente attratte da media considerati più impegnativi.
Volendo, potrei buttare lì, per fare buon peso, anche un certo desiderio di trascendenza che prova imbarazzo a cercare sbocchi più tradizionali. Questo assomiglia un po' ai commenti del celebre saggio di tolkien, ma lo vedo un po' più come un "Sì, mi piace pensare a certi argomenti ma figurati se li prendo sul serio, ha ha ha!"
Grazie per i commenti stimolanti di tuti ^^
@viola: ci sono tante componenti che potrebbero spiegare la cosa, di verto l'evasione è quella predominante. Ma del resto è il genere che per natura si presta meglio allo scopo ^_^
@coubert: lo stesso accade a me. So bene che si tratta di un limite forte, ma se devo pensare al momento del relax e della lettura penso al fantasy o alla fantascienza.
Il resto delle angosce ce le ho ben presenti, e chi se le scorda...
@nick truth: la riflessione che fai mi ha colpito molto. Liquidare ciò che accade con "fuga dalla realtà" è davvero riduttivo.
Mi piace l'idea del recupero di identità anche se verrebbe da chiedersi, a questo punto di che identità si tratti. Come si discuteva altrove, il fantasy mondiale deve molto alla cultura angolossassone di cui Tolkien è il padre. Ma la ricerca di identità, almeno quella, non può essere globalizzata... o no???
Quale identià cerchiamo? Una identià di comunità o di individui singoli? Mah...
@bruno: concordo, non è solo quello. Mi chiedevo solo dove fossero i confini
@lucacp: Eh, il guaio è quello, ridurre tutto al marketing :(
E' normale che i film fantasy tirino di meno semplicemente perchè l'eccessiva esposizione degli ultimi anni, inizia a stancare lo spettatore. Un pò quello che accade al lettore fantasy, del resto: tanta carne al fuoco, tanti libri, tante innovazioni ma ... chissà quanto sopravviverà sul lungo periodo di questa "bulimia" fantastica.
Io sto tranquilla, ero addicted ben prima della moda!! :P
@imp: assolutamente si. Si nutrono a vicenda, credo, anche se conosco troppo poco il mondo fumetto per azzardare qualche considerazione in più. :D
@melina: Ciao e ben trovata! Davvero conosci il mio paesello? Accidenti, il mondo è davvero piccolo piccolo :)
Ciao!
@sauron: però il mondo dei giochi di ruolo è molto di nicchia, ha molto poco a che vedere con le masse che vanno al cinema a vedere adattamenti di libri fantasy o di fumetti. I giocatori di ruolo ci sono sempre stati ma non hanno mai raggiunto una "massa critica" tale da influenzare il mercato "di massa"
Io rovescerei la cosa: la curiosità del mondo fantastico spinge molti alla scoperta dei libri di genere. Ma è un punto di vista, eh.
Quanto alla trascendeza delle magia, non sei l'unico ad avermi dato questa risposta e questo spiegherebbe anche gli attacchi unilaterali della Chiesa ai prodotti di fantasia. Inquietante.
Si tratta di puro e semplice "escapismo".
Le persone non sono soddisfatte della loro vita e cercano un 'evasione verso altri mondi :)
Comunque il futuro vedrà il predominio incontrastato dei fumetti e delle graphic novel :)
ammesso che sia possibile additare una sola causa del successo del genere fantasy (mentre i motivi sono evidentemente molti, alcuni dei quali veramente idioti come la riduzione dei costi per gli effetti speciali dei film, e il cinema hollywoodiano tira un casino l'immaginario), partirei dai fruitori del genere, cioè, in qualche misura i soggetti -- o gli oggetti -- del genere.
i lettori di fantasy sono soprattutto adolescenti tirati dentro da harry potter e nihal (per i quali il cinema è fondamentale, parliamo di giovani che leggono quel libro con protagonista bianco e un uomo di colore che lo rappresenta in copertina perché ha lo stesso titolo di un blockbuster) e trentenni che leggevano fantasy già secoli fa e magari (video)giocano (di ruolo), leggono fumetti e sono in generale grandi consumatori di cultura.
io dietro alla convergenza di questi due pubblici ci vedo necessità di mercato: se si vuole davvero scappare la fantasy va bene come qualsiasi altro genere e anche i riferimenti a categorie stabili e permanenti non è esclusivo della fantasy (anzi, pensate all'horror). ciò che importa è differenziare, il giardinetto azionistico così come la produzione libraria.
perché il fantasy è un genere che per ora tira? perché il 14 maggio 2000, in piena piazzetta dei maestri minusieri a torino, esattamente alle 17:32 giorgio pautasso ha tossito per tre volte di fila mentre un corvo lo guardava fisso. il corvo non aveva motivo per trovarsi lì, non è la sua zona, ma è successo.
Posta un commento