mercoledì 30 aprile 2008

Racconti? No, grazie!


A me la tipologia "racconti" non piace. Preferisco i romanzi, è più forte di me.
Preferisco le storie che si sviluppano poco a poco nell'arco di più pagine, mi piace avvicinarmi e affezionarmi un pò per volta ai personaggi, adoro sprofondare lentamente ma inesorabilemente in mondi accuratamente tratteggiati.
Non sopporto, invece, il cambio di contesti, di personaggi e di luoghi nel giro di poche pagine. Non reggo proprio l'adattamento repentino a nuove situazioni e ambienti.

Riuscirà Stefano a farmi cambiare idea con le sue recensioni sui singoli racconti dei Re di Sabbia di Martin??


martedì 29 aprile 2008

I Guardiani del Crepuscolo- Recensione


Un paio di giorni fa, in terra d'Abruzzo, ho finito di leggere I Guardiani del Crepuscolo di Luk'janenko, terzo volume di quella che, ad oggi, non si sa ancora se sia una pentalogia o una enciclopedia... Essì, perchè il buon Sergei pare che ci abbia preso un certo gusto ad esplorare in lungo e in largo il mondo degli Altri, smontando e rimontando le certezze (poche) del povero lettore. Ma, ad essere onesti, a Luk'janenko si perdona tutto, anche il totale spiazzamento di fronte a quello che accade in questo terzo volume.

I fatti: sia alla Guardia della Notte che a quella del Giorno e pure all'Inquisizione, giunge una lettera anonima che avvisa che un'umano sta per diventare un Altro. Impossibile, Altri ci si nasce e non si diventa, non c'è rito che possa consentire una cosa del genere. Eppure...eppure sia Zavulon, che Boris che l'Inquisizione, muovono le loro pedine mettendole alla ricerca del fantomatico umano pazzo e dell'Altro traditore che deve aver, a suo modo, legato a sè l'umano.
Il buon Anton e il vampiro Kostja, suo vicino di casa ed ex amico, ma anche molti altri personaggi come Svetlana, si trovano, e si mettono, sulle tracce del mitico Fuaran, il libro nel quale l'omonima strega secoli prima, avrebbe trascritto il procedimento magico con cui trasformare semplici umani in Altri ad alto potenziale. (Si tratta sempre di tre storie apparentemente diverse ma, come al solito, si rilverano estremamente collegate tra loro).

Ma cosa temono davvero gli Altri, buoni e cattivi, dal Fuaran? Perchè tale libro deve essere recuperato e distrutto al più presto? Cosa c'è che spinge entrambe gli Ordini e l'Inquisizione, a rincorrere un mito con tanto dispiegamento di forze? C'è dell'altruismo verso gli umani o dell'egoismo legato alla sopravvivenza stessa degli Altri in tutto questo?

Luk'janenko, come al solito, non risponde a questi quesiti in modo banale.
Avrebbe potuto liquidare il tutto con la brama di potere dell'Altro sfuggito al controllo degli ordini (e forse lo fa anche un pochino) ma nulla è come sembra. Le motivazioni delle due parti, intestardite nella ricerca del Fuaran, affondano le loro radici direttamente nella _natura_ degli Altri che non sono affatto umani superdotati, tutt'altro. Gli Altri, un pò si era capito anche nei libri precedenti ma qui la spiegazione viene sistematizzata e resa coerente e credibile, sono molto più simili a parassiti che a superuomini, e cosa accade al parassita quando il corpo ospite dovesse sparire?

Lo sa benissimo il ladro del Fuaran, lo imparerà a sue tragiche spese nel finale del libro.
Detta così sembrerebbe una mezza banalità ma, fidatevi, non è così. Luk'janenko trova un modo perfettamente logico e corente per rendere gli Altri molto meno affascinati, onnipotenti e altruisti, di quanto sia sembrato fino ad ora.

Ok, non dico altro, almeno non in chiaro, mi riservo una piccola zona spoiler come fatto in precedenza.

I Guardiani del Crepuscolo è un libro che lascia il segno. Mai come in questo caso bene e male si fondono. Le differenze date per assodate tra i buoni e i cattivi si annullano, a dimostrazione che, tutto sommato, quando c'è di mezzo la sopravvivenza del genere gli schieramenti sopravvivono solo nella forma ma non nella sostanza. C'è anche un pizzico di cinismo in questo messaggio: persino il bene cede il passo davanti alla paura di sparire, poichè nè Boris nè l'Inquisizione sollevano dubbi davanti all'ipotesi di uccidere "collerateralmente" centinaia di umani pur di distruggere il Fuaran.
Quello che un pò mi è mancato rispetto agli altri libri è l'introspezione. I Guardiani della Notte, narrati dal punto di vista di Anton, avevano una marcia in più poprio per quel "flusso di coscienza" del protagonista assolutamente avvincente e mai pesante.

Comunque è davvero bello, libro emozionante e spiazzante e poi... Anton!!! Ma quanto mi diventa potente Anton in questo libro qua? E' un personaggio davvero unico, uno dei più belli per umiltà e per determinazione, che abbia letto ultimamente anche se ha sposato Svetlana, vabbè...

Per chi ha amato i Guardiani della Notte e del Giorno, quelli del Crepuscolo sono imperdibili.

Spoiler: l'idea che gli Altri siano come contenitori vuoti che vivino solo grazie alle forze, alle energie, prese dal serbatoio umano è grandiosa, specialmente perchè viene resa coerente senza sembrare affatto una forzatura. Infondo non è un'idea originalissima in sè, anche matrix, forzando un pò, usava gli umani come batterie, ma il modo con cui luk'janenko ancora il tema alla vita degli Altri, rendendoli un pò schiavi dell'umanità che gli umi dicono di proteggere, gli altri di odiare, è veramente coinvolgente.

domenica 27 aprile 2008

Week end di sudore


Non sono sparita all'improvviso anche se così potrebbe sembrare. Semplicemente, i miei amati papà e mamma hanno deciso di fare profonde pulizie di primavera alla dolce casa natia e l'onere delle pulizie di fine lavori indovinate a chi è toccato? Alla figliola prodiga romana, Mirtilla, of course!
Occhio, non parlo di spolverare casa, parlo di RIMONTARLA dopo il passaggio di muratori e tinteggiatori -_-

Però questo mi ha permesso di conoscere a fondo l'ostinazione della polvere (non quella pullmaniana), l'incrollabile appiccicosità della tinteggiatura in posti non consoni (battiscopa, sanitari, pavimenti, etc), nonchè la tenacia delle ditate lasciate sui mobili del salone.

Nella mia stanza mi sono anche imbattuta in un paio di quaderni dimenticati in cui, all'età di 15-16 anni, mi sono dilettata a scrivere storie fantasy a metà tra le dragonlance e darkover... non immaginate le assurdità e gli stereotipi che ho tirato fuori!!! (le cose che detesto nei libro, tra l'altro....)

E dire che mi ero completamente dimenticata di aver speso del tempo a scrivere sta roba! Che memoria del cavolo che ho anche se... sfogliando qua e là... bhè, ho capito perchè la mia mente ha rimosso il fattaccio :P

Non ho ancora letto le mirtille operette giovanili, vi terrò aggiornati!

Torno a sgrassare le maioliche -_-

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ps: Rob, si, hai sentito bene, a 15 anni io scrivevo ancora con carta e penna senza pc, mbè? almeno quei quaderni adesso li posso rileggere, i pochi file word che scrissi qualche anno dopo sonop praticamente persi!

giovedì 24 aprile 2008

La Ragazza Drago- Recensione

Inizio dalla recensione di Un Nuovo Regno in cui scrissi: "L'impressione è che la Troisi sia cresciuta. Non solo come autrice ma anche come persona e la complessità di questo processo di crescita, che probabilmente l'ha vista protagonista nella vita vera, se l'è portata dietro anche nel suo ultimo romanzo. Che, non a caso, è il più bello e struggente di quelli scritti. Il lieto fine delle ultime pagine non è sfrontato e magnificente, bensì discreto e controllato."
La Ragazza Drago inizia esattamenta da qui, da un'autrice più consapevole che non teme di affidarsi alle debolezze e le incertezze di Sofia piuttosto che all'intrepido coraggio di Nihal e Dubhe: niente più toni cupi, battaglie sanguinose o emozioni eroiche, è il tempo del coraggio che va cercato nel cuore e non più nell'acciaio di una spada.

La storia è di quelle che, letta la quarta di copertina, provoca l'istinto del non acquisto: l'ennesima fanciulla di poteri latenti dotata, che viene presa in cura da un tutore che sa chi davvero è, che è costretta a farsi carico di un fardello che altri hanno previsto per lei. Wow, originale, no? Acqusitato il tomo su sua pressione, durante la lettura mi sono dovuta ricredere. Sofia è, certo, una tredicenne orfana che racchiude in sè l'anima del potente drago Thuban, ma è anche e soprattutto una fanciulla che teme la vita, che teme le decisoni, che preferisce convincersi di essere una delle tante piuttosto che ascoltare la voce di Thuban che le parla. E si sa, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Il tempo delle incertezze è però volto al termine e, alla fine, anche Sofia lo comprenderà suo malgrado.

Le protagoniste delle Cronache e delle Guerre sono tutto ciò che ogni giovane donna vorrebbe essere: risolute, coraggiose, intrepide e scaltre, mentre Sofia è tutto ciò che, più realisticamente, ogni giovane donna che cresce è: incerta, titubante, poco sicura di sè, bisognosa di conferme.
Una svolta tematica che è probabilmente l'ultimo atto di una maturazione interiore che porta l'autrice ad affrontare con serenità e competenza temi per lei insoliti, temi forse persino più sentiti dei precedenti, ma anche più difficili da trattare perchè più delicati e perchè più vicini al sentire di chi scrive. Narrare del coraggio intrepido di Nihal è più facile che affrontare le debolezze di Sofia perchè nel secondo caso non ci si può affidare a clichè e luoghi comuni di genere: bisogna scavare a fondo dentro di sè per rendere un personaggio come Sofia credibile e coinvolgente senza scadere in eccessi autocommiseranti.
E la Troisi ce la fa egregiamente (visto che mi è piaciuto lo dico????)

Del libro mi sono piaciute molte cose. Oltre alla scelta di toni piùmaturi e "umani", mi è piaciuta la scelta per dell'ambientazione: Roma e Albano, Villa Mondragone, il tutto ai tempi nostri.
Mi si conceda la cattiveria: Licia non è ancora una grande costruttrice di mondi e quindi ha bypassato il problema lasciando che la città Eterna e dintorni, le creassero quel sostrato di riferimenti che proprio non le vengono naturali... Risultato? Una bella sterzata verso il fantastico, come sottolineato da Luca, da Stefano e da Valberici (si, sempre lui!), che si rivela molto più congeniale alla Trosi-costruttrice-di-storie.
Mi ha affascinato lo stile narrativo usato, mai come con la Ragazza Drago le parole sono perfette, scelte con cura e con l'occhio volto al raggiungimento della massima efficacia narrativa. Davvero una dote rara in un mondo di logorroici e barocchi autori che per dire una cosa impiegano tre righe di aggettivi.... La lettura è, per questo, fluida e scorrevole e anche l'alternanza tra i cambi di contesto tra "buoni" e cattivi" tiene alta l'attenzione senza crolli inaspettati.

Cosa non mi è piaciuto? I personaggi non sono ben definiti. A parte Sofia e un pò Lydia, gli altri non mi hanno soddisfatto appieno, nemmeno il professore. Troppo rapide, nel suo caso, le pennellate descrittive del carattere. Non basta affidare a Sofia considerazioni sulla bontà e capacità del prof. per renderlo, ai nostri occhi, un personaggio di spessore. Lo stesso dicasi per i cattivi di turno. Troppo abbozzati, troppo affidati alle parole piuttosto che ad azioni caratterizzanti. Mi sovviene il dubbo che Licia i cattivi non li soffra tantissimo e quindi li faccia tutti un pò piatti...
L'ambientazione, anche se ci sono di mezzo Roma e Albano, è solo abbozzata ma, a mio parere, non basta nominare i luoghi per far si che creino "sfondo".
Il fatto che il libro sia per ragazzi giovani, non inficia, stavolta il mio giudizio. Perchè? Perchè ho percepito qualcosa di diverso nel libro che non mi permette di ricorrere alla consueta affermazione: è troppo per ragazzi! Non ci sono troppi luoghi comuni, non c'è uno intento didattico, lo stile è semplice e diretto ma non semplificato, insomma, stavolta, contrariamente agli altri suoi libri, non vedo nel target un limite alla produzone liciana. Sarà la primavera, bhò!

Ultimo dilemma che anima i sopracitati blog amici: che target ha sto benedetto libro? E' per ragazzi o per adulti? La Troisi con la ragazza drago, ha abbassato il suo target di riferimento?
Annosa, e temo mai risolvibile, questione. Secondo me il target della Troisi è sempre lo stesso anche se non sembra: adolescenti (per amore di precisione, parlo sia della pre che dell'adolescenza vera e propria, quindi dai 10/11 ai 18/20). Adolescenti che attraversano sia le fasi caratterialmente più "istintive ed eroiche" che ritroviamo nelle cronache e nelle guerre, sia le fasi più "di crisi interiore" che ritroviamo nella Ragazza Drago.
Ergo, il pubblico è sempre lo stesso, ma coinvolto nelle diverse fasi della vita.
Il libro è, come detto, per ragazzi perchè ha un solo livello di lettura : vicenda + sentimenti sparsi, piuttosto che livelli di lettura plurimi che aprono scenari e riflessioni più "alte". Ma ciò non vuol dire che non possa essere letto e commentato da chi adolescente non è più ma che applica al libro criteri di valutazione uguali a libri ritenuti per adulti pur nella considerazione che il target è un altro.

E qui mi fermo, ho il cervello fuso!

lunedì 21 aprile 2008

I Guardiani del Giorno- Recensione


Ormai sono incastrata. I libri di Luk'janenko mi hanno preso in ostaggio e cosa fa un bravo ostaggio che ci tiene alla vita? Si ribella, tenta la fuga, disobbedisce ai suoi aguzzini?? Noooooo!!! Se ne sta buonino buonino e continua a leggere...

I Guardiani del Giorno spostano l'attenzione del lettore dalle vicende delle Forze della Luce a quelle delle Tenebre. Anche in questo caso il libro è articolato in tre storie distinte ma, rispetto ai Guardiani della Notte, non vi è un solo narratore che lì era rappresentato da Anton, bensì tre personaggi delle Tenebre: Alisa, giovane strega che ha perso i poteri ma che cerca di recuperarli, Vitalij, mago dai smisurati poteri ed Edgar, mago prestato all'avvocatura che deve giocare il tutto per tutto in un processo in cui è in ballo il destino del genere umano.
Insieme a loro ritroviamo anche i Guardiani dellla Notte che abbiamo già imparato a conoscere e, scopriamo l'Inquisizione, organismo composto da esponenti della Luce e delle Tenebre, che si assicurano che le due parti non rompano il Patto e, in caso, procedono a emettere sentenze punitive verso i trasgeressori.
Porre tre personaggi diversi come attori delle storie e dare ampio spazio alle forze della Luce in un libro dichiaratamente dalla parte delle tenebre, sono forse gli unici due motivi di perplessità per la costruzione di una vicenda che, immaginavo, fosse speculare all'altro libro. Eppure, ciò che in mano ad altri autori, sarebbe parsa una scelta incoerente e destabilizzante, in mano a Luk'janenko funziona alla grande.

Del resto queste tenebre sono molto meno introspettive che il buon Anton: i Guardiani del Giorno non perdono poi molto tempo a riflettere intorno a problemi etici tra bene e male, oppongono meno resistenza ad accettare atteggiamenti falsi o doppiogiochisti. E non c'è alcuna sofferenza, alcuno sdegno in loro: è così che funzionano le cose tra chi fa della libertà assoluta dell'essere umano il suo baluardo.
Ciò che colpisce davvero, invece, è l' estrema similiarità su moltissimi altri fronti, tra forze del Bene e forze del Male.
Boris e Zavulon sono facce della stessa medaglia quando si tratta di "muovere" le rispettive pedine sulla scacchiera dell'equilibrio; Alisa, come Anton, viene usata e sacrificata sull'altare di uno scopo più alto, anche lei ama e ama con tutto il cuore e contro ogni regola sfatando la credenza che il male ami solo so stesso.
Vitalij si trova suo malgrado a recitare la sua parte tenebrosa ma ha un'indole generosa che non contempla l'aggressione, solo la difesa. E che dire di Edgar? La pedina per eccellenza nelle mani di Zavulon. Non c'è quindi differenza tra bene e male per Lut'janenko? Bhè, no, la differenza è sottile ma c'è sempre, sebbene l'autore si diverta a confondere le acque.

Insomma, il libro è fenomenale come l'altro. L'andamento della narrazione non ha mai alcun cedimento, momenti di tensione emotiva si susseguono a momenti di "calma" in cui sia i personaggi che i lettori, possono fare il punto della situazione. Perchè il bello dei Guardiani è che chi legge "vive" esattamente quello che "vivono" i personaggi: ragionano insieme, sbagliano insieme, e subiscono insieme. Il tutto in una Mosca in cui vodka e "scacchiere" dalle pedine viventi, la fanno da padrone.
La vera magia di Luk'janenko sta in questa potente alchimia, a mio parere.

Piccola nota: anche in questo libro Anton resta un personaggio meraviglioso!!

Fare una recensione dei Guardiani è una fatica perchè il rischio di spoiler non è grande, è ENORME visto che tutto nel libro è rivelazione continua. Quindi, siccome c'è una cosa della trama che nn mi ha convinto appieno, chi vuole può visualizzare lo spoilerino sotto, chi non vuole è salvo! (nei commenti basterà premettere SPOILER).
La cosa che mi ha lasciato un pò di perplessità è la motivazione che fa di Svetlana una risorsa preziosa per la Luce: il dover partorire la Messia. Insomma, non è un pò banale come cosa? Possibile che la grandezza di Sveta sia, alla fine, nel suo utero?? Mi aspettavo qualcosa di più orginale, onestamente. E che dire della virata mistica al Messia? Praticamente anche Luk'janenko cade nel retorico sebbene, alla fine, le tenebre, in modo assolutamente involontario, riescano a sventare i piani di Boris.

giovedì 17 aprile 2008

Compere e strani gusti


Il tempo fa schifo, la mia dieta stenta a decollare e le allergie non mi danno tregua. Un quadretto non proprio esaltante, vero?

In compenso ieri ho comprato i Guardiani del Giorno di Luk'janenko (riuscirò mai a scriverlo da sola senza dover fare copia incolla?) e La Ragazza Drago della Troisi.


Al momento, visto che sono un animaletto curioso, mi sono buttata sui Guardiani leggendone un centinaio di pagine ieri sera. A voi che ne sapete di più, chiedo: è normale che Zavulon, il capo della Guardia del Giorno (ovvero il capo delle Forze delle Tenebre), mi piaccia così tanto??? Cosa c'è che non va in me??

Vabbè, a breve un commento un pò più strutturato ^^


martedì 15 aprile 2008

I Guardiani della Notte- Recensione


Mentre l'Italia spogliava le schede elettorali, io mi perdevo negli ultimi capitoli dei Guardiani della Notte e nessuno mi leva dalla testa la convinzione che, tra tutti, ho vinto io!

E' complicato riassumere in pochissime parole questo libro perchè ridurre la questione all'eterna lotta tra il Bene e il Male sarebbe drammaticamente errato. Nell'opera di Luk'janenko c'è molto molto di più.
La storia è ambientata a Mosca ai giorni nostri; qui vivono gli Altri, creature dotate di poteri magici che si dividono in due schieramenti opposti: forze della Luce e Forze delle Tenebre. Si aggirano tra gli umani, entrando e uscendo dal Crepuscolo (sorta di limbo immateriale in cui si accede attraverso le ombre) cercando di avvicinare i potenziali Altri verso l'una o l'altra fazione senza poter interferire smaccatamente sulle scelte delle creature. Perchè?

Perchè tra le due fazioni vige un accordo di equilibrio basato sul reciproco riconoscimento: per ogni azione sbilanciata verso le tenebre, la luce è autorizzata a compiere un'azione contrapposta e per ogni azione sbilancita nel verso della luce, c'è il diritto per le tenebre di rivendicarne una malvagia.
Un assunto che pare del tutto logico e razionale, che pare ispirato alla logica più ferrea e alla giustizia massima, ma che mostra la sua fragilità quando sfocia nell'immbilismo, nell'impotenza. Quando il Bene, la Luce, non può forzare la mano e punire le Tenebre con atti di forza, quando scende a patti col male, di che sorta di bene si sta parlando? Quando un vampiro malvagio ma in possesso dell'autorizzazione a "esercitare", può attaccare un umano senza che un guardiano della notte possa punirlo poichè le tenebre sarebbero autorizzate a rivendicare una malvagità di pari livello, con che tipo di Bene si ha a che fare? Insomma, in termini molto attuali,
scegliere il male minore equivale davvero a fare la cosa migliore?

E' questo il succo di tutto il libro poichè è attorno a questo interrogativo che si svolgono le tre storie, apparentemente slegate, che hanno come protagonista Anton, un Guardiano della Notte (ovvero un vigilante della Luce che tiene sotto controllo le forze delle Tenebre) dai medi poteri magici, che scopre, poco a poco, quanto pesante sia il compromesso di equilibrio per chi crede nella Luce nel suo assunto più "puro". Anton scoprirà a sue spese, e il suo animo ne uscirà dilaniato, quanto il Bene a volte ricorra alle stesse medesime armi del male per giungere al trionfo: menzogne, a raggiri, a mezze verità. Anche il Bene usa e dispone della vita dei suoi membri, anche il bene mente ai suoi fedelissimi. Il fine è sempre nobile, l'obiettivo è universale, ma all'atto pratico i mezzi con cui giungervi non sono affatto quelli che ci si aspetterebbe da chi lotta per il trionfo della Luce.

Perchè questo libro è tanto avvincente? Perchè è dotato di un ritmo eccellente, perchè è un melting pot di generi diversi, perchè offre spunti introspettivi e riflessivi diversi dal solito.
Si potrebbe obiettare che la lotta tra il bene e il male non sia un tema tanto innovativo e su questo siamo d'accordo. Ma non mi era mai capitato di leggerne in questi termini così concreti.
Bene e Male in questo libro hanno dei volti, hanno delle storie, si affrontano in scontri tra Guardiani. Vivono davvero di carne e sangue e non solo di speculazioni astratte. Il Bene e il Male sono in mezzo agli uomini, non c'è filosofia o religione che sublimi il tutto in speculazioni lontane dalla vita concreta.

Luk'janenko ha optato per uno stile in prima persona, dal punto di vista di Anton, che si rivela assolutamente vincente perchè è la chiave con cui riesce a trasmettere con trasporto assoluto, tutte le emozioni e le lotte interiori del protagonista alle prese con la presa di coscienza definitiva.
E' la prima volta che leggo il flusso di coscienza senza annoiarmi ma, all'opposto, sprofondando sempre di più nella psiche del protagonista. Parlare di approfondimento psicologico dei personaggi nel caso di Luk'janenko è riduttivo perchè, a mio parere, siamo oltre. Tramite Anton, le riflessioni personali sul bene e il male, su quale sia il senso del compromesso e quale il suo lecito confine, diventano le riflessioni del genere umano. E' la mente di Anton a porsi i dubbi, ma è il cuore di ognuno di noi che sta ragionando con lui durante la lettura. E il tema è fortissimo.

Il finale del libro è un turbinio di colpi di scena, di flussi di conscienza, di dubbi ed epifanie che lasciano davvero il segno nel lettore. Quando Anton, un Guardiano della Notte e servitore fedele della Luce comprende dopo uno straziante processo interiore, che nè il bene nè il male possono influenzare il destino che è tutto nel libero arbitrio, è già troppo tardi. Il Bene ha giocato l'ultima mossa, anche col destino.
Anton è usato di nuovo e messo alla prova nel modo più duro per il bene dell'umanità o forse, semplicemente, per l'ennesimo falimento del Bene che tenta di pilotare i destini degli uomini. Ma Anton almeno è libero di amare una donna, per sempre.

Uniche note dolenti del libro: il linguaggio e la motivazione finale del Capo. Credo che sia un problema di traduzione ma a volte il lessico è molto colloquiale e poco in armonia con gli altri passi del libro. C'è da dire che però questo contribuisce ad alimentare una vena di sottilissima ironia lungo tutta la lettura. Quanto al secondo dubbio... dovrete leggere perchè se ne parlassi qui spoilerei un pò troppo ^^

A questo punto sono davvero molto curiosa di leggere il punto di vista delle Tenebre nel secondo volumozzo che si intitola I Guardiani del Giorno. A seguire: I Guardiani del Crepuscolo e Gli Ultimi Guardiani.

venerdì 11 aprile 2008

L'abbraccio dei Guardiani


Oggi ho un sonno assurdo. La palpebra cala, la mente vaga, e il sonno incombe. Sarà colpa del mio collega che mi sta allietando con musica new age da tre ore oppure....si, è colpa loro. Dei Guardiani. Quelli della Notte, eh, perchè quelli del Giorno non li frequento ancora.

Sono TRE notti consecutive che vado a nanna tardissimo per colpa loro, che mi tengono sveglia fino a quando la testa non sprofonda nel cuscino. Mi portano allo sfinimento senza alcuna pietà. Non appena sto per dire: "Basta adesso, smettiamola che domani ho l'ufficio", loro ci si mettono di impegno a farmi cambiare idea. E usano tutti i mezzi, e se dico tutti, intendo proprio tutti, leciti e non. E mi fanno anche venire gli scrupoli, i Guardiani: "Infondo non stai facendo nulla di male, anzi, ti stai dedicando a te stessa. Siamo guardiani della Notte, non del Giorno."

E così fanno di me quello che vogliono. Del resto, a quell'ora è facile approfittarsi della mia disponibilità: la casa tace, le coinquiline (umane e animali) tacciono, il signore del piano di sopra ronfa già da un pò e il traffico è solo un lontano ronzio indistinto. L'ambiente attorno a me mi guida verso l'abbandono e io... cedo. Dimentico il tempo e il resto del mondo, metto da parte la mente e lascio che emozioni, passioni e riflessioni fluiscano fino a me attraverso i Guardiani.
Poi crollo, ebbra di una realtà non realtà che ha smarrito i confini. La mente si spegne, gli occhi si chiudono... ed è già mattina.





(Rob, tranqui, niente corna, sto parlando di un libro!!!!)

mercoledì 9 aprile 2008

Fantasy sempre uguale?

Ieri, in compagnia di una mia cara amica e collega, sono andata in libreria per spulciare tra gli scaffali alla ricerca di un fantasy interessante possibilmente a basso costo. Lei, invece, doveva acquistare un dvd. Prima che le nostre strade si separassero, ci salutiamo:
"Allora ciao, ci becchiamo domani su msn e lavoriamo un pò. Vado alla sezione libri fantasy" dico io accennando allo scaffale poco distante.
"Ok, a domani" ci pensa una frazione di secondo "Ma leggi solo fantasy?"
"Si, con derive vampiriche"
"Ma non ti stufi? Cioè, io penso che poi alla fine sotto tutti uguali, no?"
"Bhè, fortunatamente no!" replico io ridendo.

Senza accorgermene, ho riflettuto parecchio su questa faccenda perchè, in effetti, anche a me spesso e volentieri è capitato di liquidare le trame di molti libri letti con un generico: non si è inventato nulla, alla fine la storyline è uguale alle opere di molti altri autori.
Ma sarà poi vero? A valle di una notte insonne passata a rimurginare su questa cosa (seeeee, come no, io che dormo in media OTTO ore a notte....), sono arrivata a questa conclusione del tutto personale: fare un'affermazione ultrasemplificata come quella sopra riportata è concettualmente errata. Per la precisione è talmente scontata da risultare errata.

Mi spiego. Non è una novità per nessuno che i libri seguano un andamento ricorrente nel loro svolgimento. Propp, con la codifica delle funzioni delle fiabe di magia, non aveva fatto altro che analizzare e razionalizzare la morfologia di quel genere di composizioni scoprendo che più o meno tutte avevano schemi ricorrenti e azioni ricorrenti. Schemi e azioni che, però, nella loro composizione, davano vita a storie sempre diverse.
Questo discorso sull'andamento delle narrazioni si estende ad ogni genere e ogni prodotto letterario, specialmente al prodotto romanzo ed emerge con molta prepotenza nel genere fantasy che, per un inganno legato al nome stesso, si presume che debba essere sempre in qualche modo diverso e originale, perchè "la fantasia non ha limiti". Chi scrive fantasy sa bene che scrivere la prima cosa assurda che viene in mente non equivale nemmeno lontanamente a scrivere seriamente.

Dove sto andando a parare? Semplicemente al fatto che si, i libri fantasy hanno elementi e situazioni ricorrenti (magia, razze strane, mondi paralleli, mondi in pericolo, giovani uomini o donne da cui tutto dipende, etc...) ma è la stessa cosa che accade a molti altri generi a cui non si applica la sufficienza con cui, almeno in italia, si parla spesso di fantasy.
I gialli hanno sempre, più o meno, lo stesso schema, no? (morto ammazzato, indagine, sospettati, il morto non è morto fino a che non vedo il corpo, etc...). Anche i thriller hanno lo stesso andamento, come quasi tutti i romanzi di genere, ma basta questo a dar loro uno status meno importante di altri generi?
Le funzioni narrative sono sempre quelle, è vero, ma è nel modo con cui le si compone, che si da vita al puzzle, che si mescolano ementi già noti, che si apprezza la fantasia e la genialità dell'autore.

Insomma, qualcuno ascoltando un brano musicale potrebbe mai liquidarlo con: oh bhè, questa canzone non ha nulla di che, sono sempre le solite sette note, che volete che sia??? Se parliamo di gusti ed emozioni, ci spostiamo su tutt'altro fronte!

Occhio, non sto dicendo che da oggi in poi sarò clemente con le storyline identiche a se stesse, specialmente seprovenienti dallo stesso autore, dico solo che porrò molta attenzione al "modus mescolandum" di tutti questi elementi, contenti?

Per la cronaca: alla fine ho comprato I Guardiani della Notte di Sergej Luk'janenko, che ha l'indubbio vantaggio di essere in versione economica!

martedì 8 aprile 2008

La progenie dell'Ombra- Recensione


Questo libro è davvero brutto. Di norma non mi esprimo mai in termini così tassativi perchè in ogni libro c'è sempre qualcosa da poter salvare, ma davanti alla Progenie dell'Ombra son costretta ad arrendermi. Nun c'è.

La Progenie dell'ombra è il primo della nuova trilogia "Le guerre del Crepuscolo" su Erevis Cale, preceduto negli anni passati da tre libri di cui l'Armenia ha pubblicato solo il primo con l'ovvia conseguenza che ciò che Cale è, l'italico lettore non sa nemmeno come accidenti lo è diventato e, soprattutto, come ha fatto.

Il libercolo ha una trama banale e inconsistente, i personaggi sono piatti e ripetitivi e il finale super aperto non scioglie neppure uno dei nodini descritti nel libro ma ne produce uno che da solo basterebbe a farci una pentalogia. E dire che le potenzialità giuste per essere un libro coivolgente la Progenie le possiede pure e risiedono nella natura del protagonista Erevis Cale e in quella di Rivalen, il cattivone del libro.

Il fascino di Erevis Cale risiede nel suo essere un'ombra. Eletto suo malgrado come Primo di Mask, una delle divinità minori del Pantheon di Faerun, dio dei ladri e delle ombre, Cale ha ormai perso ogni traccia di umanità ed è un'ombra a tutti gli effetti. Si muove rapidamente passando attraverso il piano delle ombre, il suo corpo d'ombra rigenera immediatamente tutte le ferite possibili e sulla pelle fluiscono continuamente volute scure che sfumano i contorni fisici della creatura e ne agevolano la fusione con le ombre, appunto. Ha una seduzione particolare quest'idea delle ombre che si sostituiscono quasi al sangue del prescelto per renderlo più simile, più vicino e più utile al dio, fascino che da solo però non basta per rianimare l'afflitto lettore, messo ko da una trama troppo piatta e priva di reali colpi di scena.

L'altro fattore potenzialmente d'impatto è rappresentato dalla misteriosa razza di Rivalen, quella dei potentissimi Shadovar. Per chi non sapesse cosa sto farfugliando, mi riferisco a un particolare e affascinate evento accaduto nell'ambientazione d&d della Forgotten Realms.
Netheril era una potentissima magocrazia di umani di Faerun che raggiunsero vette di sapere magico inarrivabile, e inarrivato, per moltissimi secoli. I Neteresi crearono il mithallar, il materiale che permetteva di costruire oggetti magici di enorme potere. Grazie ad esso, i maghi riuscirono persino a staccare le cime dei monti dalla alture, farle galleggiare in aria, e lì costruire fortezze volanti inaccessibili. Ma quando il più potente tra i maghi di Netheril e di tutto il Faerun, Karsus, decise di sfidare la dea della magia in persona ovvero Mystryl (che sacrificò se stessa e fu sostituita dalla mortale Mystra) lanciando un devastante incantesimo (di 12 circolo, mi pare), la Trama magica cessò di esistere per qualche tempo. Le città volanti dell'impero Netherese caddero una dopo l'altra e quelle che scamparono la sciagura vennero distrutte dagli Phaerimm. L'unica città che sopravvisse fu, appunto Shade, che si era rifugata nel piano delle ombre prima che accadesse il cataclisma. I cittadini d Shade, dopo secoli interi, sono tornati su Faerun e bramano la ricostituzione del vecchio impero di Netheril attraverso la riconquista dei territori una volta da loro soggiogati ma, soprattutto, bramano il recupero di tutto il mithallar ancora attivo e sparso su Faerun.

Rivalen è proprio uno di questi Shadovar millenari, ormai completamente ombra. Con l'aiuto della dea di cui è fedele, ordisce trame politiche a danno della Sembia, agitata da venti di guerra, incrociando la sua strada con Erevis Cale, ovviamente. Due ombre diverse tra loro, Cale un assassino eletto di Mask, e Rivalen un chierico millenario fedele di Shar che si incontrano sul finire del libro, se le danno di santa ragione e poi??? Bhò, il libro finisce. E non vi dico DOVE finisce, rimarreste basiti!

Mah, bruttino sto libro ed è un peccato perchè già la rinascita di Netheril e sta cosa delle ombre bastava per costruire una storia molto intrigante. Occasione persa, direi. Da Paul Kemp, talentuoso creatore di ambientazioni, mi aspetto un bel miglioramente nei tomi successivi (sempre se Rob se li comprerà, io declino cortesemente...)

domenica 6 aprile 2008

Estasia2, Presentazione romana

Come già raccontato in altri luoghi, ieri ho partecipato, in compagnia di Rob, alla presentazione di Estasia2 in quel di Roma alla somma presenza dell'autore Francesco Falconi e della presentatrice per l'occasione, Licia Troisi.
Ok, chi segue questo blog sa che i due autori in questione sono stati da me letti ed abbondantemente commentati, spesso senza omettere qualche critica e osservazione pungente. Ergo, immaginatevi quanto serenamente abbia affrontato il primo incontro con loro e coi rispettivi, fidati e acclamanti, "entourage" ^^' Per fortuna che c'era Rob con me a proteggermi da qualsiasi cosa, vero luce dei miei occhi???

La presentazione è stata molto interessante, checchè ne pensi il protagonista, tenuta in un'atmosfera amichevole che ben disponeva all'ascolto. Licia ha fatto domande particolarmente azzeccate al Francesco-alla-graticola ed anche il pubblico ha fatto del suo meglio per dargli del filo da torcere.
Non dimenticherò tanto facilmente il senso della dichiarazione di Falconi in merito alla morte eccellente che ha inserito in Estasia2. Non ricordo le parole precise ma ha detto qualcosa come: alla fine della fiera non mi stava simpatico dall'inizio sto personaggio, quindi il suo sacrificio, che ci stava da trama, l'ho affrontato bene. O_O Se solo sapeste di chi sta parlando credo che anche i vostri occhi assumerebbero la classica espressione pallata di cui sopra... Non dico altro sennò, al solito, spoilero!

All'atto dell'autografo, rossa in faccia come la mia chioma, ammetto candida: "Mirtilla!" e Falconi, sguardo subdolo come chi medita immediatamente feroce vendetta, mi squadra e dice: "Ah, sei tu Mirtilla" con tono minatorio con Rob che lo incita: "Sfogati, scrivi qualcosa di cattivo, qualche parolaccia!". Ma per fortuna Francesco mi autografa Estasia2 senza mandarmi a quel paese dimostrando estrema cortesia (intanto pensavo: ha una camicia senza tasche, dove avrà nascosto il lassativo da mettermi nella coca cola stasera???).

Anche la "conoscenza" di Licia ha un che di comico, nel senso che Falconi mi fa rimediare un'altra bella figura di me..a :
"Licia, lei è Mirtilla, quella che ci massacra i libri sul suo blog..."
Stavo per sciogliermi dalla vergogna ma Licia, una signora, ammettiamolo, sorride e mi rassicura:
"Ah si, ho letto le tue recensioni" sorride e mi indica a Giuliano (il marito)
E io: "Ahia, quale delle tante??" con tono mesto e rassegnato
"Mi pare quella a un Nuovo Regno. Però i dannati di Malva non ti sono piaciuti, eh?"
E io, sempre più fuxia: "Ehm no, ma è un problema mio di derivazione d&d, per me i drow sono quelli..."

Insomma, dopo aver collezionato e concluso brutte figure a ripetizione, con l'animo sollevato che peggio di così non poteva andare, mi sono messa tranquilla pronta per la cena. Eravamo un nutrito gruppetto di affamati, composto da amici di Francesco, fan e bloggher, tra cui il caro Imp. Ragazzi, quest'uomo è un mito, null'altro da aggiungere, parola mia e di Rob!

E' stata una bellissima serata per me a tratti surreale, lo ammetto, condita da una compagnia piacevolissima e alla mano. Fra e Licia sono persone cordiali e simpatiche con cui è un piacere convesare e intrattenersi. Grazie a tutti e due di aver resistito all'impulso di punirmi col guttalax...

Insomma, per me e Rob è stato un piacere passare la giornata di ieri in compagnia di tutti loro, chissà che alla prossima occasione ribeccheremo anche la coppia di amici di Francesco che sedeva davanti a noi scoprendone i nomi!! Ci abbiamo parlato tutta la sera ma solo stamattina io e Rob ci siamo accorti di non ricordare come si chiamano! Cmq ciao, amici di Fra con due cani!!!