lunedì 30 giugno 2008

Dubbi da re...


Torno da un bel fine settimana in abruzzo con la mia famiglia, carica di citazioni difficilissssssssime (credo...) e con un dubbio amletico: che posso leggere in questa calda estate romana?

Ho finito i libri fantasy che avevo in giacenza e forse mi hanno convinto a leggere qualcosa di King (mai letto):

Valbe dice: Pet Sematary, per iniziare
Stefano dice: No!!!! Si traumatizza, meglio Carrie o la Torre Nera.

Voi cosa dite?


venerdì 27 giugno 2008

Il Dominio della Regola- Recensione


Ho concluso ieri la lettura del Dominio della Regola di Milena Debenedetti. Si, un'autrice italiana ma è maggiorennne, state tranquilli....

Il libro mi ha ricordato molto Il Segreto di Krune di Michele Giannone quanto alla cura per lo stile e per la ricerca di coerenza complessiva del racconto, ma un pò come accadeva a Michele, anche nel caso del Dominio della Regola, il finale mi ha lasciato un pò perplessa. Forse perchè non sono quella che è comunemente definibile come "un'inguaribile romanticona" (vero, Rob??).

La storia è più o meno questa: Una creatura informe si trascina fuori dalla Piana dell'Inesistenza: non ha nome né volto, come tutte le presenze inumane che abitano quella cupa pianura. Eppure, unica fra tutte, cerca di sfuggire al suo destino, mostrando un barlume di coscienza. Tutti ne hanno orrore e vorrebbero ucciderla; solo Arenio, il vecchio studioso di corte, intuisce che in essa c'è qualcosa di misterioso e decide di prendersela con sé per studiarla. Ma questo non piace alla Regola, l'ordine religioso che un tempo sconfisse la magia relegandola nelle terre dell'Ovest, e che da quel momento ha esteso il suo potere sui Regni di Alterria, perseguitando gli eretici e sacrificando coloro che ritiene pericolosi perché dotati del dono della Visione. E la creatura, Alimar, rivelatasi una Vedente, sarà costretta a fuggire. Nella sua ricerca della verità si troverà ad affrontare forze sempre più potenti, oscure e minacciose, di cui mai si era visto l'uguale in Alterria. Tuttavia, ogni lotta ha un prezzo, e le drammatiche conseguenze della battaglia che si scatenerà, cambieranno per sempre gli equilibri dei Regni.

Il libro è scorrevole soprattutto nella prima parte, quando l'autrice svela al lettore la socialità e la cultura nella quale ci si muoverà: la Regola che tutto vigila, la magia, tra condanna e sfruttamento, il destino (ahimè chi sia Alimar si capisce davvero troppo in fretta....) e, ovviamente, i personaggi principali che sono tutti lì, nelle prime 80 pagine, più o meno.
La Debenedetti ha uno stile asciutto che funziona moltissimo quando crea immagini, di luoghi, di eventi o di emozioni. Non usa troppe parole, ma quelle giuste per creare atmosfera.
Peccato che nella seconda parte del libro, e qui sono d'accordo con Alladr, scivoli troppo spesso su un linguaggio enfatico e ridondante che fa di ogni fatto un evento, di ogni combattimento, un'epico scontro tra eserciti. Alla lunga è un pò pesante e, soprattutto, incongruente con la prima parte del libro.
Molto bello il tentativo di differenziare socialmente i vari Regni.

I personaggi dovrebbero essere il forte del libro ma a me non convincono molto. Arenio il saggio ha, ogni tanto, dei cedimenti comportamentali e caratteriali che fanno dubitare un pò che sia lo stesso personaggio visto all'inizio, a volte sembra che abbia 100 anni, a volte 18 (e questo _prima_ del finale...). Emiana sarà anche la cattivona, ma le uniche giustificazioni alla sua malvagità sono, stringendo, isterismo e capricciosità. Abbastanza irritante.
Alimar, che dire di Alimar. E' tratteggiato molto bene il progressivo recupero di consapevolezza e coscienza di sè, da creatura vuota proveniente dall'inesistenza, a donna decisa e capace di affrontare il suo destino. Peccato che il coraggio e la testardaggine di Alimar nel riottenere ciò che le era stato a lungo strappato, la forza nel condurre valorosamente le truppe e nell'affrontare la punizione della Regola, sbiadiscono nella Alimar del finale. Irriconoscibile. Prima esaltata come grande e valorosa condottiera, poi tratteggiata in preda ai sentimenti più forti che la rendono poco coerente con tutto il libro, pure con l'inizio.

Le passioni non saltano fuori a comando per chiudere un libro, le passioni si intuiscono, si leggono in controluce lungo tutto il libro. E io, personalmente, non le ho viste se non nel finale. Ok, è successa una cosa fondamentale che ha reso Alimar più _umana_ dopo l'ultima battaglia, ma allora è la modalità ad essere sbagliata.

Insomma, un libro così così, partito bene anche con una buona dose di originalità, sviluppato intorno a stereotipi sempre più forti, e finito nella scontatezza. IMHO, of course!

Altre note particolarmente interessanti le trovate sempre qui, ma sono spoiler, occhio!

mercoledì 25 giugno 2008

Caccia alla citazione/5


E anche per questa settimana abbiamo la citazione misteriosa. Sono stata un pò cattivella, ammettiamolo, ma nel brano c'è un elemento che è molto indicativo... sempre che abbiate letto il libro in questione!!!

A chi si riferisce questo passo e da che libro è tratto?

"....avanzò, centellinando con estrema attenzione la propria vita a seconda dei propri bisogni, assaporando, uno dopo l'altro, ognuno dei suoi respiri brucianti, come un usuraio che gioisse davanti a una moneta di rame. L'imminente battaglia sarebbe stata gloriosa. Adesso sarebbe stato il suo turno di chiamare a sè le legioni perchè combattessero per lui. Gli stessi dei avrebbero risposto alla chiamata, poichè la Regina, comparendo nel mondo con tutta la sua potenza e maestosità, avrebbe fatto precipitare su di esso l'ira dei cieli. Le lune sarebbeo cadute, i pianeti si sarebbero dislocati dalle loro orbite, cambiando i loro percorsi. Gli elementi avrebbero obbedito alla sua volontà: il vento, l'aria , l'acqua, il fuoco, ogni cosa sarebbe stata sotto il suo comando".

In caso di difficoltà, aggiungerò un aiutino grafico...

Aggiornamento: Sauron ha indovinato l'estratto. Il brano si riferisce a Raistlin, il mitico mago malvagio delle Dragonlance ed è tratto da La sfida dei Gemelli, il terzo volume della trilogia delle Leggende.
Ma che devo inventarmi per mettervi in difficoltà??? :P

lunedì 23 giugno 2008

L'Incredibile Hulk- Recensione

Ieri io e Rob abbiamo visto Hulk al cinema e, come al solito di questi tempi, non siamo usciti insoddisfatti. Film godibile, effetti speciali a profusione, tensione ben dosata e spalmata in modo da non creare "cali" nelle quasi due ore di girato. E che dire degli effetti speciali? Assolutamente impeccabili.

Solo che... voi direte che sto in fissa, però dopo aver visto Iron Man, FILM sceneggiato da fumetto e non FUMETTO fatto a film, le mie prospettive verso le creazioni cinematografiche della Marvel sono un tantino cambiate e Hulk, a mio avviso, fa un mezzo passo indietro in questo senso.
Molto orientato alle mazzate e alle urla inconsulte del bestione, perde la naturalezza con cui Jon Favreau ci mostra il suo eroe di ferro. La sospensione di incredulità, per cui si guarda con occhio benevole uno Stark che se ne va a spasso con un attrezzo fluorescente nel petto, va a farsi bendedire in Hulk in cui molte sono le cose "fuori" posto che fanno tornare alla realtà della finzione cinematografica.

Lo so, son pignolerie. Ma queste sono le cose che "coglie" una che del fumetto di Hulk non sa nulla e del telefilm omonimo degli anni '80 ricorda ancora meno.

Altra nota dolente: gli attori. Edward Norton non è molto in forma in questo film. Il ragazzo si impegna, si immedesima nel personaggio triste di Bruce Banner ma al di là dell'espressione cagnolino bangnato non fa molto. Ok, Hulk è così, un eroe triste, ma un pò di personalità l'attore può darla anche all'ultimo degli sfigati, no?
Lyv Tyler: qualcuno dovrebbe ricordarle che Arwen era di un'altro film, quindi quell'espressione da cucciola smarrita, con tanto di labbro pendulo tanto sexy ma tanto uguale a tutti i suoi personaggi, poteva anche provare a cambiarla.
Consiglio spassionato: Lyv, la prossima volta scegli un personaggio orfano di padre, così tanto per variare il tema: -figlia ribelle da padre stronzo e/o possessivo e/o iperprotettivo-
Detto ciò, passiamo ai cameo del film.
La storia di Hulk la conosciamo tutti, fumettari e non, grazie anche al famoso telefilm omonimo che negli anni 70-80 impazzava in tv. Ve lo ricordate? Lou Ferrigno dava il volto, e i muscoli, alla temibile verde creatura Marvel e lo ritroviamo anche in questa nuova versione cinematografica, in un cameo che ha fatto fremere di nostalgia la romana platea (non trovo l'immagine del film, ma quella che ho scelto rende comunque l'idea....)

Era così prima...

E' così adesso...

E poi, alla fine del film, appare LUI, il già citato e impeccabile Tony Stark, sulle tracce di Hulk.

I beninformati mi dicono che, facendo due più due: in Ironman Fury va da Stark, in Hulk Stark va alla ricerca di Hulk -----> in futuro potrebbe venire fuori un bel film sui Vendicatori a base Ultimates.

Insomma, siamo sistemati per i prossimi 5-10 anni!!

mercoledì 18 giugno 2008

Premio Brillante Weblog 2008


La bravissima e gentilissima Weirde, conosciuta grazie alla sua libreria su anobii, e letta in rete sul suo blog, mi ha assegnato il Premio Brillante weblog.
La ringrazio moltissimo per la dimostrazione di stima che ha dimostrato per questo strano posto che è il Castello di Mirtillangela.

E io chi premierò??? Hmm... ci devo pensare....



Cosa significa Brillante Weblog?“Brillante Weblog” viene assegnato a siti e blog che risaltano per la loro brillantezza sia nei temi che nel design e il suo scopo è di promuovere tutti nella blogosfera mondiale.

Regolamento:
1. Al ricevimento del premio, bisogna scrivere un post mostrando il premio e citare il nome di chi ti ha premiato mostrando il link del suo blog
2. Scegli un minimo di 7 blog (o di più) che credi siano brillanti nei loro temi o nel loro design. Esibisci il loro nome e il loro link e avvisali che hanno ottenuto il Premio "Brillante Weblog"3. (Facoltativo) Esibire la foto (il profilo) di chi ti ha premiato e di chi viene premiato nel tuo blog

I miei premiati:

Però devo ammettere che i blog che frequento io sono tutti brillanti, sennò col cavolo che li leggevo :P

martedì 17 giugno 2008

La Rete fa stupidi?


La Rete riduce la capacità di lettura. Se date uno sguardo a questo articolo di Repubblica capirete a cosa mi sto riferendo. (I brani successivi sono stati tratti da lì in data odierna)

Sull’ultimo numero di The Atlantic, il mensile culturale più letto dalle elite progressiste Usa, Nicholas Carr, ex direttore della Harvard Business Review, dice di temere che la civiltà del web stia condizionando negativamente i nostri meccanismi mentali.
In altre parole, il modo rapido e reticolare di saltare da una informazione all'altra tipico della lettura in rete, finirebbe, sul lungo periodo, per demolire la capacità di concentrazione.
Carr non è l'unico a pensarla in questo modo, alla sua provocatoria domanda "Is Google making us Stoopid?" (Google ci rende stupidi?) hanno risposto molti intellettuali britannici per cui la rete starebbe modificando le capacità di lettura e di concentrazione degli utenti. Non solo in Rete.
Dice Andrew Sullivan: "È vero, immersi come siamo nel "multitasking mentale" appena ci sediamo per leggere un documento di qualche pagina o un libro, ci sentiamo a disagio dopo pochi paragrafi. Voltiamo pagina e siamo già pronti per un link".
Gli fa eco il remio Pulitzer Leonard Pitts: "Leggo l’Atlantic e scopro di non essere il solo che sta perdendo l’abitudine alla lettura. Ormai riesco a digerire la scrittura solo a piccoli blocchi. Datemi un testo di più pagine e vengo subito assalito dal desiderio incontenibile di controllare la mia posta elettronica. È tutto così dispersivo. Eppure vedo meno tv e sono meno indaffarato di dieci anni fa. Giorni fa mi hanno dato da recensire un libro. Avevo pochissimo tempo per leggerlo. È stata una fatica tremenda. Mi sono imposto di restare per ore su una sedia scomodissima. Ce l’ho fatta, ma alla fine avevo una sensazione di vuoto, di colpa per essermi allontanato per tanto tempo dal mondo".

E a voi succede la stessa cosa? Vi sentite anche voi un pò come il Sig. Carr? Per quel che mi riguarda, già di mio ho una lettura abbastanza veloce, ce l'ho sempre avuta anche prima di internet, ma da quando faccio un uso più frequente della lettura ipertestuale a video, ammetto che leggo in modo diverso anche i libri cartacei o gli articoli dei giornali. Mi trovo più a mio agio con stili narrativi asciutti, con molti punti o punti e virgola. Ricordo meglio i trafiletti immediati e magari grassettati, trovando un pò di fastidio nella lettura di lunghi papiri a "flusso di coscienza".
Ma la cosa, pur facendomi riflettere su come le abitudini cambino in base all'esposizione, non mi fa storcere troppo il naso.
Mi viene in mente Remediation, il libro di Bolter e Grusin in cui si teorizza la costante "rimediazione" dei vecchi media per mano dei nuovi. Anche la abitudini umane possono essere "rimediate" dalle nuove, anche la modalità di lettura dei testi, con l'era della rete, può si trasformaris il qualcos'altro che somiglia al passato ma lo supera, lo influenza e ne è influenzato.
E, volendo spingersi un pò oltre: "it’s a different kind of reading,
and behind it lies a different kind of thinking—perhaps even a new sense of the self" (Carr, articolo: "Is Google Making Us Stoopid", 2008)

L'articolo originale di Carr lo potete leggere qui.

lunedì 16 giugno 2008

Caccia alla citazione/4


In attesa che alla Feltrinelli arrivi Il Dominio della Regola di Milena Debenedetti, e in attesa neanche io so bene di cosa, facciamo il solito giochino della caccia alla citazione.
Si tratta sempre di un libro fantasy e, ugualmente al precedente, molti di voi l'hanno letto! ^^

Chi pronuncia queste parole e in che libro?

"E ora festeggiate. Un uomo che ci ha salvati tutti, e le cui parole sopravviveranno per sempre, disse una volta che la vita è un ciclo, che c'è il tempo del dolore, e poi ci sarà quello della gioia, e poi ancora verrà la sofferenza, un cerchio eterno che costituisce l'essenza di tutte le cose. Ebbene, ora è tempo di rallegrarsi, di godere di questi attimi di felicità, di custodirli, di tenerli vivi. Non dimentichiamoci della gioia di questo giorno. Sarà questo ricordo ad aiutarci quando sarà di nuovo il tempo di combattere per la pace".

Aggiornamento: LucaCP ha indovinato la citazione di questa settimana, sono le parole di Re Learco nel libro "Un Nuovo Regno" di Licia Troisi. Ebbravo!

mercoledì 11 giugno 2008

(non) Alloggiando


Da ieri è ufficialmente aperta la caccia ad un hotel, un b&B o anche un ponte, che possa ospitare me e Rob per il Lucca Comics and Games 2008. Ma il Comics è a ottobre/novembre, adesso siamo a giugno, non è un pò presto? Ebbene no, signori, è già tutto pieno.

L'anno passato è stata la stessa storia e, all'ennesima telefonata-buco-nell'acqua, la gentilissima signora mi spiega che, specialmente le case editrici e i clienti abituali, prenotano di anno in anno, sicchè è tutto pieno da aprile/maggio. E io: "Guardi signora che anche io diventerei una cliente abituale, se ne avessi la possibilità!"

Stesso scenario quest'anno. Direte voi: "Ma se lo sai perchè non chiami prima?".
Presto detto: ho difficoltà a sapere cosa faccio domani, mi spiegate come cappero faccio a sapere se potrò andare o no al Comics con 7-8 mesi di anticipo??? Gli imprevisti di lavoro, di università, gli impegni familiari nonchè la disponibilità economica, non è che si possano prevedere con tutto questo anticipo. Almeno, per me e per Rob, precari sul lavoro e super impegnati su molti fronti, la cosa risulta difficile.

E poi scusate, noi andiamo lì per divertirci non per lavoro!

Insomma, al momento ho mandato 24 e-mail a B&B, hotel 2-3 stelle e affittacamere a Lucca (poi mi sposterò fuori) e già da 10 di loro ho avuto il bel messaggio: Spiacenti, siamo al completo.

Io non voglio malignare però, sarà mica perchè cerchiamo alloggio solo per due notti e non per tre e le strutture sfruttano l'evento per fare il pienone??? Bhò...

Piccola nota: posti ce ne sono ancora, in verità, ma questa è la fascia di prezzi: dai 180.00 ai 200.00 euro a notte.

Aggiornamento: prenotazione effettuata!! Ho mandato una quarantina di e-mail ma alla fine ce l'ho fatta! Grazie a tutti del supporto morale ^^

lunedì 9 giugno 2008

Caccia alla citazione/3


Ed eccoci alla citazione della settimana. E' tratta da un libro fantasy e stavolta non avet
e scuse perchè so per certo che molti di voi l'hanno letto!

Di che libro si tratta e chi pronuncia queste parole?

"Voi umani siete così incoerenti. Dite di amare la stabilità e l'ordine, ma che cosa è la Terra se non un grande caos? Caos, violenza, dissidi e conflitti ovunque si guardi. Qui c'è molta più pace. Ma forse posso aiutarti. Renderti le cose un pò più facili. Tu intanto mantieni il controllo di questo tuo corpo delizioso. Non vorrei che ti cascassero quei cosi che hai per braccia: ne pregiudicherebbero la perfezione."

Aggiornamento: il brano che leggete sopra è di Bartimeus nel terzo libro della trilogia a lui dedicata: La Porta di Tolomeo di Stroud. Bravi Luca e Fed!

domenica 8 giugno 2008

Gli Inganni di Locke Lamora- Recensione


"Ho ragazzini che si divertono a rubare. Ho ragazzini a cui non piace e non spiace, e ho ragazzini che tollerano di rubare perchè sanno di non avere altro da fare. Ma nessuno, e dico nessuno, è mai stato tanto famelico quanto quel ragazzino. Se avesse uno squarcio sanguinante in gola e un doktore stesse cercando di ricucirlo, Lamora ruberebbe ago e filo e morirebbe ridendo. Ruba...troppo".

Signori e signore, vi presento Locke Lamora, giovane e talentuoso ladro di Camorr, spina nel
fianco del suo primo padrone il Forgialadri che ha per Locke le belle parole che avete appena letto. Persino per lo storico reclutatore e addestratore di orfanelli alla nobile arte del furto, l'orfano Locke Lamora è troppo ladro, tanto da doverlo rivendere a Padre Catena, prete (!) di Perelandro che lo aggrega alla sua banda di Bastardi Galantuomini. Ladri strani, loro. Non si accontentano di accarezzare le giacche e i borselli della gente comune come qualcunque ladruncolo, loro sono dei veri e propri artisti della truffa, abili dissumulatori e bugiardi in grado di sottrarre denaro alle vittime facendo anche in modo che esse sorridano, nel farlo. Locke Lamora è il migliore.
Lamora non è un grande spadaccino, se non ci fosse Jean a menar la spada sarebbe stato ucciso decine di volte, ma la sua mente e il suo ingegno solo affilati come rasoi. Padre Catena ha istruito i suoi nelle arti più disparate, dal giardinaggio, alla cucina passando per lo studio delle lingue e della storia. Solo così è possibile ingannare le proprie vittime, potendo diventare chiunque in qualunque momento e sempre in modo convincente.
E Lamora, crescendo, è diventato un'artista, nonchè erede naturale di Catena alla sua morte. Solo che Locke ha un vizietto che non si è mai tolto sin dall'infanzia. Sebbene tra Capa Barsavi, il signore di tutti i ladri di Camorr, e il Duca della città ci sia un accordo, la Pace Segreta, per cui i nobili e le guardie restano fuori dalle incursioni dei ladri, Locke adora fregare proprio i nobili ed è a loro che ruba quantità enormi di denaro inscenando truffe incredibili. Come quella che i bastardi Galantuomini stanno perpetrando a danno di Don e Donna Salvara. Ma le "tranquille" attività di Locke e soci, vengono a intrecciarsi con le vicende private di Capa Barsavi e il misterioso e letale Re Grigio. Lamora si troverà invischiato nel bel mezzo delle loro vendette incrociate e solo grazie alla sua grande astuzia e alla profonda sete di vendetta, non senza perdite dolorose, riuscirà a scamparla.

Ok, ma non avevamo detto che era un fantasy? Dove sta la magia? C'è, c'è, ma in modo diverso dal solito. L'alchimia la fa da padrone, laboratori più o meno semiclandestini ospitano prodotti alchemici in grado di fare qualsiasi cosa, dal colorare i capelli ad procurare nausea e avvelenamenti vari. Proprio grazie a tali arti, vengono create sostanze che possiamo considerare magiche come la letale Spettropietra, sostanza che annulla la mente e la volontà delle creature. E poi ci sono i Maghi dell'Alleanza di Karthain, maghi/psionici in grado di fare qualsiasi cosa con i loro talenti, dal controllo mentale e fisico a incantesimi di protezione da ogni arma. Sono maghi mercenari costosissimi, la cui crudeltà è seconda solo all'avidità.

Veniamo alle considerazioni più personali sull'opera.
Gli Inganni di Locke Lamora è un libro sorprendente. Ne avevo sempre rimandato l'acquisto perchè il protagonista non mi sembrava il massimo, un ladro! Non è mai stato tra le mie classi preferite neppure nel gioco di ruolo. Eppure Locke Lamora mi ha fatto cambiare idea.
E' sbruffone, arrogante, geniale e fedele ai suoi amici. E' coerente con se stesso e con quello che rappresenta la sua vocazione: il furto. Sa essere duro e accondiscendente e riesce sempre a farla franca grazie a trovate geniali che farebbero impallidire Lupin.
L'ambientazione nella città portuale di Carmorr è davvero ben congeniata. Quartieri sudici e opulenti convivono a ridosso del mare, su una costa punteggiata di chiatte di mercanti che commerciano tra le onde infestate di squali. E' una città dura e difficile, esattamente come ogni vecchia città portuale che si rispetti.
Bella la scelta di narrare le vicende mantendendo un doppio livello della narrazione; c'è una trama principale e ci sono degli interludi che riportano il lettore indietro nel passato di Locke, utili per comprendere comportamenti e situazioni del presente. Veramente una bella scelta, per nulla destabilizzante nè dispersiva.
Il linguaggio, poi, che trova la sua massima espressione nei dialoghi, è la parte più bella del libro. Locke e i suoi sono dotati du un'ironia pungente e divertente mai stucchevole o ripetitiva; una parlata spassosa e a volte sguaiata perfettamente coerente con la città portuale e con l"impiego" dei Bastardi Galantuomini.

Insomma, negli Inganni di Locke Lamora, tutto "quadra" perfettamente: la storia con l'ambientazione, il linguaggio con l'ambientazione e con i mestieri, e persino la "magia" è una versione perfettamente adeguata al mondo in cui ci si muove.
E poi, come ama dire Val, il libro è a tratti molto epico, con la vendetta di Locke Lamora per taluni morti a lui care, in grado di scatenare la più geniale, feroce e sanguinosa rivalsa.
Solo una pecca: la prima parte del libro è troppo lenta. Capisco che fosse necessaria per introdurre la società e il mondo del furto a Camorr, ma è una zavorra che rallenta troppo il decollo della storia. Il resto è perfetto. Cioè, sarebbe perfetto se non fosse che Gli Inganni è il primo di sette volumi!! Un altro logorroico come Martin che, tra le altre cose, stima moltissimo l'opera prima di Lynch. Sarà un caso???

Vi lascio con una perla:
Padre Catena sedeva sul tetto della Casa di Perelandro, lo sguardo chino sul quattordicenne straordinariamnete arrogante che l'orfanello da lui acquistato tanti anni prima dal Forgialadri era diventato: "Un giorno, Locke Lamora, combinerai un casino così superbo, così ambizioso, così travolgente che il cielo si illuminerà, le lune gireranno e gli dei stessi cacheranno comete con gioia. Spero solo di essere ancora in circolazione per vederlo" "Oh per piacere, non succederà mai", dichiarò Locke Lamora.
Il solito bugiardo impenitente!

sabato 7 giugno 2008

Quarta edizione D&D


Comunicazione di servizio: oggi esce ufficialmente la QUARTA edizione di Dungeons and Dragons. Sul sito della Wizard ci sono tutte le informazioni sull'ennesima versione del gioco di ruolo fantasy più famoso del mondo.

La mia opionione su tale novità la espressi già in passato a ridosso del Lucca Comics 2007; in quella sede i responsabili italiani della Wizard annunciarono l'uscita della quarta edizione per la prima volta. La mia idea resta quella espressa in questo post, ma fatemi vedere come funge la quarta e vedremo!



venerdì 6 giugno 2008

I nipotini (italiani) di Tolkien


Oggi sarebbe stato il giorno della rece di Locke Lamora ma grazie alla segnalazione di un collega a conoscenza della mia malattia fantastica (grazie Claudio!), vi sottopongo un articolo pubblicato oggi dal Corriere della Sera dal titolo programmatico: I nipotini (italiani) di Tolkien- Scrittori sempre più giovani: così il fantasy conquista padri e figli.

L'articolo non aggiunge nulla di nuovo rispetto alle considerazioni ormai diffuse in rete sulla "moda" del fantasy per ragazzi che sta investendo l'editoria italiana negli ultimi tempi; non manca il solito accenno alla Troisi ma la scena è per Federico Ghirardi e Chiara Strazzulla, 34 anni in due, i nipotini di Tolkien annunciati nel titolo.

Giusto qualche giorno fa sul blog di Claudio Tassitano, anch'egli esordiente scrittore fantastico ma, ahimè per lui, già vecchietto rispetto a Strazzulla e a Ghirardi, ci si interrogava sul perchè gli editori puntino di recente su scrittori giovanissimi.

Cristina Taglietti nell'articolo sfiora il problema e scrivere un pezzo equilibrato che non affronta la questione in modo cattivello come piace a me, preferendo un taglio informativo e non critico del fenomeno. Però qualcosa ci dice.
L'autrice del pezzo afferma questo:
"Ciò che accomuna tutti questi giovani autori è la capacità di parlare di sé, di ciò che conoscono, dei loro sentimenti, dei loro desideri e del loro vissuto, pur restando dentro i confini fissati dal genere che prevedono mondi paralleli, scenari apocalittici, uomini, demoni e l'eterna lotta tra il Bene e il Male. I protagonisti hanno spesso le caratteristiche degli autori, mentre personaggi di contorno e situazioni riproducono ciò che si muove nel loro mondo. Ed è questa, probabilmente, la chiave del loro successo, ciò che favorisce l'identificazione dei cosiddetti young adults."


Sarà davvero questo il motivo per cui le case editrici puntano su di loro? Perchè sono:
"capaci di parlare ai loro coetanei al punto da far uscire dalle ombre della non-lettura gli adolescenti, quel pubblico di quindicenni, sedicenni, diciassettenni che di solito sono la croce degli editori"?

Di quest'affermazione a me colpisce la seconda parte, con la sottolineatura della difficoltà per gli autori di vendere libri agli jung adults, piuttosto che la parte del linguaggio comune con in giovani lettori.

Insomma alla fine è tutto solo marketing o no? Che ne pensate?
Da vera Mirtilla, io dico che è quasi tutto marketing. Se poi nella marea di giovanissimi autori, riuscirà ad emergere il vero ragazzino "prodigio" capace di avere successo e replicarlo nel tempo, tanto meglio. Ma, nell'immediato, l'importante è cavalcare l'onda fantastica in atto. Intendiamoci, non sono una di quelle che ritiene che l'età adulta sia automaticamente sinonimo di grande scrittura e che i giovani, perchè inesperti, non siano in grado di scrivere cose di valore. Dico solo che la cosa bizzarra è che gli autori se ne siano accorti, guarda caso, adesso, a fenomeno fantasy esploso.

Qui urge una precisazione: Strazzulla e Ghirardi io non li ho letti, non so cosa abbiano scritto e questa non vuole essere un' invettiva contro di loro perchè non è mia abitudine parlare di cose che non conosco. L'articolo sul Corriere è stato solo il pretesto per scrivere qualche considerazione su un argomento che mi frullava in testa da un pò.

giovedì 5 giugno 2008

Worst 10 dell'ultimo anno


Raccolgo la catena di Stefano e provo a identificare i peggiori libri letti negli ultimi 12 mesi, sempre attenendomi alla regola di un solo libro per ogni autore.


Non è facilissimo, soprattutto perchè sono pochi i libri che riescono a non piacermi per nulla; per la maggioranza sono testi che non mi hanno convinto appieno e, nel paragone con i più belli, stanno un gradino più in basso. Però ne ho trovati solo 9 invece di dieci....

Dunque, i primi due sono davvero i peggiori (per capisi, una sola stellina su anobii), gli altri non mi hanno convinto del tutto e sono in rigoroso ordine sparso.











Passo la catena a chiunque voglia farla e faccio un invito particolare a Val che mi passò la prima, a Mat e Fed.

martedì 3 giugno 2008

Lilim del Tramonto- Recensione


Quando ho sfogliato l'ultima pagina di Lilim del Tramonto di Bruno Tognolini, ho realizzato subito che non avevo letto un libro fantasy per ragazzi, bensì un testo di narrativa per ragazzi narrato attraverso la storia più magica e misteriosa che ci sia: la nascita del Messia avvenuta in una grotta ben 2008 anni fa.
Non ci sono draghi o elfi, non ci sono gesti eroici nè scuole di magia, non ci sono effetti mirabolanti e incantesimi che lasciano a bocca aperta. Il fantastico, in Lilim, si respira, si avverte in modo sottile ma è sempre presente.

Di cosa parla il libro? Ve lo dice direttamente l'autore sulla sua pagina web:

Lele, un bambino di undici anni esperto di videogames evoluti, crea un "adventure" meraviglioso. Protagonista è Lilim Pitheké, la scimma, una piccola vagabonda dotata di strani poteri. A lei si affianca Zahel Onagro, sicario in viaggio per un'indagine segreta: cerca una giovane donna, che sta per dare alla luce un bimbo annunciato da antiche profezie. Il luogo è la Palestina dei Vangeli, il tempo quello della nascita del Messia. Ma mentre crea la sua virtureale, Lele conosce per caso Padre Giuseppe, un frate costruttore di presepi meccanici, e scopre che il vecchio bizzarro "gioca" a sua volta, con statuine che paiono la riproduzione esatta dei suoi personaggi digitali. Basta poco a entrambi per capire che, in due modi così diversi, stanno narrando la stessa storia, e che faranno bene ad allearsi per raccontarla insieme. I suoi sviluppi, infatti, sono tutt'altro che scontati: nel gioco, i protagonisti rischiano continuamente la vita nel formicaio impazzito dell'anno zero, tra legioni romane, guardie galate di Erode, eremiti miracolosi, ribelli integralisti, Re Maghi in viaggio e streghe devote all'antica Dea; nella realtà, i giocatori sono ostacolati dai rigidi confratelli di Padre Giuseppe e da inesplicabili "crash" informatici. Forse il viaggio di Zahel non è così innocuo, e la presenza al suo fianco di Lilim non è così casuale...

Tognolini è uno che di ragazzi, di bambini, se ne intende molto (è autore dell'Albero Azzurro e della Melevisione). Sa che a quell'età il rapporto con i genitori, spesso separati, può essere conflittuale; sa che gli anziani rivestono un ruolo importante negli anni della crescita e sa anche che l'evasione dalla realtà data dai videogiochi, non può sostituire il rapporto vero con la famiglia.

Tognolini sa, inoltre, che impartire lezioni morali ai bambini è quanto di maggiormente inefficace esista a livello didattico ed educativo: non c'è niente di peggiore che ammonire i ragazzini dall'alto della propria esperienza da adulti. L'autore sa che l'unico modo per arrivare efficacemente ai ragazzi è parlare la loro lingua, è sussurrare consigli, mostrare con i fatti quello che a parole verrebbe scambiato per _lezione_. E con Lilim ci riesce alla grande.

L'autore in Lilim non ammonisce mai, non giudica e non si sostituisce alla capacità di giudizio dei piccoli lettori; egli, semplicemente gioca con loro, e giocando narra la storia più magica di tutte, mostra l'importanza della famiglia e degli anziani, parla loro della fiducia e dell'amicizia e svela, tra le righe, il segreto per vivere felici: avere speranza nel futuro e non spaventarsi mai davanti a imprese che farebbero tremare le ginocchia agli eroi più blasonati. I bambini rappresentano la speranza, posseggono in loro una tenacia senza eguali in quei corpicini piccoli e veloci. Da soli non spaventerebbero una mosca ma, tutti insieme, possono far cambiare le sorti della storia.

Ecco, Lilim non è un fantasy in senso stretto. L'elemento magico è accennato e non è attorno ad esso che si gioca la partita vera; i poteri di Lilim sono pochi e funzionali alla vicenda centrale che già di per sè è magica. La nascita di Gesù, la stella cometa, il viaggio dei Magi, il tempo che si ferma nell'attimo della nascita santa (narrato nei cosidetti vangeli apocrifi) rappresentano di per sè un'ambientazione fantastica e Tognolini li usa a corollario della vera storia, quella che si svolge in un futuro imprecisato, molto vicino e molto lontano dal nostro.

Ribadisco la mia impressione su Lilim del Tramonto, è un libro di narrativa per ragazzi, uno di quei libri che sarebbe buona cosa far leggere a scuola al pari dei tradizionali, e molto defunti, autori per ragazzi.

domenica 1 giugno 2008

Reso il buono


Forse ricordete la mia brutta avventura alla Feltrinelli di Pescara narrata qui. Ecco, fino a ieri non ero ancora riuscita a utilizzare il buono per il reso che mi avevano appioppato in quell'occasione ma dopo 5 mesi ce l'ho fatta!

Ho comprato questo, ditemi che ho fatto bene!!!


Piccola nota: di lato a sinistra ho aggiunto uno spazio chiamato Cacciatori di citazioni in cui terrò traccia i nomi di chi azzecca più citazioni. Figo, eh? Come dite, sono matta?? Ben svegliati, ragazzi miei... :P