mercoledì 26 novembre 2008

Nicholas Eymerich, Inquisitore- Recensione



Qualche sera fa ho finito di leggere Nicholas Eymerich, Inquisitore di Valerio Evangelisti.
Lo so che mi attirerò gli strali di tutti i fan di Eymerich, ma a me il libro non è piaciuto e non per la trama e neppure per l'andirivieni fantascientifico, nossignore, sono oggettivamente le caretteristiche migliori. Ma per il personaggio in sè e per come viene (poco) caratterizzato.

Faccio un piccolo passo indietro e vi incollo la trama presa da wikipedia: Nicolas Eymerich inquisitore racconta tre storie intrecciate. La prima, e più importante, è la vicenda della nomina del frate domenicano Nicolas Eymerich a Inquisitore generale del Regno d'Aragona, alla metà del Trecento; Eymerich, che macchina instancabilmente per ottenere una ratifica definitiva della propria nomina, deve indagare su una misteriosa setta di neopagani adoratori della dea Diana, infiltrati nella corte aragonese di Saragozza. Le altre trame sono la storia del fisico Frullifer, che elabora una teoria scientifica in grado di spiegare i fenomeni paranormali e al tempo stesso di consentire viaggi interstellari; l'altra, ambientata due secoli nel futuro, il viaggio dell'astronave "Malpertuis" verso un pianeta dimenticato dove ancora si manifesta la dea Diana. Le tre vicende sono collegate tra loro: sono le scoperte di Frullifer nei primi anni del XXI secolo a consentire il viaggio della "Malpertuis", e la conclusione di quel viaggio coincide con la sconfitta della setta pagana da parte di Eymerich (perché il viaggio nello spazio dell'astronave coincide con un viaggio all'indietro nel tempo).

La prosa di Evangelisti è essenziale e scarna, esattamente come piace a me. La storia di Evangelisti è a metà tra fantasy e fantascienza che è precisamente una delle cose che mi piace di più leggere. E allora perchè il libro mi ha lasciato totalmente indifferente quand'anche non proprio irritata? Semplice. Perchè Eymerich è un personaggio monodimensionale al più bidimenzionale, che non riesce a trasmettermi praticamente nulla.
E' presuntuoso e inflessibile, senza alcuna sfumatura, tutto quello che fa e dice è riconducibile sempre e solo a queste due caratteristiche. Non sappiamo cosa pensa, non sappiamo chi è Eymerich. Sappiamo solo che odia le pulci, detesta il contatto umano, ama il potere e disprezza il prossimo non immediatamente utile.

Attenzione, non sto scendendo nel merito delle bigottonerie e dei comportamenti irritanti di Eymerich perchè rispecchiano l'epoca buia in cui viveva e lui è pur sempre figlio del suo tempo e della Chiesa del suo tempo. La mia obiezione è sulla costruzione del personaggio che è piatta e poco sfaccettata. Una specie di "uomo che non deve chiedere mai" del Medio Evo. Alla lunga, mi si conceda, stanca e non riesce ad appassionare. Senza contare che persino le tanto decantate doti inquisitorie io non le vedo proprio: al paese mio uno come Eymerich si chiama rompiballe, altro che fine inquisitore!

Inoltre, ci sono delle parti decisamente incongruenti. Il buon Frullifer ci mette mezzo libro a spiegarci la teoria degli psitroni e della necessità di un "medium" per catalizzarli. Ma allora come cavolo fa Frullifer a fare quello che fa alla fine del libro?? (non spoilero sennò davvero non ci resta nulla...)
Lui che dichiara a chiare lettere di non essere medium ?? Evangelisti manda a quel paese tutto lo sforzo compiuto nel dare una lettura fantascientifica al paranormale, riducendo il tutto alla proiezione di menti collettive intensamente concentrate su un unico pensiero.

Insomma, nulla da segnalare. Non mi è piaciuto e quindi vi chiedo: cosa posso leggere per provare a cambiare idea su Evangelisti??

Intanto sto leggendo Il Segreto dell'Alchimista di Antonia Romagnoli ^_^


sabato 22 novembre 2008

Ancora Carey dalla Nord??


La notizia è di quelle che, se confermata, sarebbe davvero un bellissimo regalo di Natale.
Vi ricordate della notizia data qualche tempo fa sulla non volontà della Nord di continuare a pubblicare Jacqueline Carey per le vendite scarse registrate dalla trilogia di Phedre? (ne abbiamo già discusso qui).

Bene, mi è arrivata segnalazione interessante da una lettrice del blog (GRAZIE!), leggete da voi:

Gentile Valentina,
proprio in questi giorni stiamo riconsiderando la possibilità di pubblicare la seconda trilogia di Jacqueline Carey, spinti anche dalle numerose richieste dei suoi fan. Ci muoveremo dunque per acquisire i diritti di pubblicazione per l'Italia dei nuovi volumi. Se dovessimo riuscirci, comunque, dobbiamo precisare che l'uscita non sarà immediata, perché si tratta di libri corposi, che vanno ovviamente tradotti e rivisti (due cose né semplici né veloci). Ci sono poi altri tempi tecnici che, purtroppo, allungano ulteriormente l'attesa. Dunque, al momento, non possiamo darle informazioni più precise.

A me piace questo passo qui: "spinti anche dalle numerose richieste dei suoi fan".
E' bello pensare che dopo il rimbalzo della notizia in rete, grazie ai blog e alla risonanza della cosa su social network, grazie alle tante e-mail inviate alla Nord e alla Carey (sono una di quelle :P), qualcosa si sia effettivamente mosso. E' chiaro che non ci sia spirito puramente filantropico nella rivalutazione fatta dalla Nord ma piuttosto motivazioni
economiche e di marketing abbastanza evidenti e pure comprensibili.

Sia come sia, la notizia davvero rilevante, come lettrice, è che avrò La Trilogia di Imriel in italiano (Nord, il tempo a noi fan interessa poco...), come blogger è che qualcosa, grazie alla rete, riesce ancora a muoversi.
Ora, siccome sono un pò san tommaso, vado a mandare l'ennesima mail alla Nord per avere conferma di questa bella news, di cui continuo a ringraziare infinitamente Valentina!!

mercoledì 19 novembre 2008

Babbo Natale a novembre


Babbo Natale per Mirtillangela è arrivato ieri, quando le solerti Poste Italiane le hanno consegnato, sano e salvo, il paccone di libri acquistato da Bruno.
Si tratta di autori nostrani che non ero ancora riuscita a leggere e che ora passeranno al perfido vaglio di Mirtilla. Ecco i titoli:

La Lama del Dolore di Marco Davide
Le Metamorfosi di Ghinta di Fabrizio Casa
Il Segreto dell'Alchimista di Antonia Romagnoli
Il Risveglio dell'Ombra di Luca Trugenberger
Nicholas Eymerich, Inquisitore di Valerio Evangelisti
Il Sigillo del Vento di Uberto Ceretoli
L'abbraccio delle Ombre di Ester Manzini


Per motivi di ingombro e di facilità di trasporto sui mezzi pubblici della capitale, ho iniziato le letture da Eymerich di Evangelisti, sono solo all'inizio ma già mi piace ^^

Sul fronte novità, si segnala l'uscita di Brisingr, il terzo libro di Paolini (dopo Eldest ed Eragon), e l'uscita del nuovo libro di Licia Troisi Il Destino di Adhara il primo libro della nuova trilogia "Le Leggende del mondo emerso". Non prevedo di leggerli a stretto giro per un sacco di motivi diversi, ma magari tra qualche mese...

Solo una domanda innocente: Le Guerre, Le Cronache e le Leggende.... ma la Troisi vorrà mica sfornare le Dragonlance??? :P


martedì 11 novembre 2008

Prodigium- Recensione


Prodiugium- I figli degli Elementi apre la nuova saga urban fantasy dell’instancabile Francesco Falconi già autore della fortunata trilogia di Estasia (di Estasia 2 ho parlato qui).

Il libro segna un netto miglioramento rispetto ai libri della saga che lo hanno preceduto non solo per la “crescita” del target di riferimento, ma anche per una maturazione complessiva dell’autore nello stile, nell’articolazione della trama e soprattutto nella definizione dei personaggi principali.
Di che parla Prodigium? Ce lo dice il libro stesso:
Quattro ragazzi si aggirano tra i cunicoli di Synapsis, antica metropoli dai mille misteri. Sono ragazzi dall'indole differente, ma accomunati da due caratteristiche. La solitudine, pronta a soffocarli tra i miasmi della metropoli, e la coscienza di sentirsi speciali e diversi dai loro coetanei. Alyssa sa muoversi a velocità straordinaria ed è capace a lanciare lingue di fuoco. Dafne riesce a spostare gli oggetti con la forza del pensiero. Ryan sa mutare in animale il proprio corpo. Kaleb infine conosce alla perfezione gli incantesimi più oscuri.Per loro è giunto il momento di seguire il proprio destino e, assieme ad altri sessanta ragazzi, saranno chiamati a conoscere gli enigmi della lontana isola di Eterium, dove, all'interno della gigantesca Pagoda di Theorica, impareranno a conoscere se stessi e i propri poteri.Ma, tra le cinque muraglie che proteggono l'isola, si nascondono complotti e misteri: Synapsis sta per essere sconvolta dalla genesi di nuove creature. Le porte di una nuova era di terrore stanno per spalancarsi. Un'unica salvezza: i quattro ragazzi, i Prodigium.

Fermi, non scappate. Non è quello che sembra, non è affatto quello che sembra. Se una lettura rapida di queste righe potrebbe far pensare al solito trito di talentuosi ragazzini nelle cui mani risiede il destino del mondo, la lettura accurata del romanzo apre riflessioni fortunatamente più ampie. Intendiamoci, è anche la storia di quattro ragazzi più talentuosi di altri che si trovano protagonisti, loro malgrado, di avventure e pericoli magici, ma è soprattutto la storia di amicizia, di fiducia e di coraggio, di due giovani donne e due giovani uomini.
Il punto di forza del libro sono loro, Dafne e Alyssa, Ryan e Kaleb. Hanno storie diverse alle spalle ma sono tutte storie dure e difficili, fatte di violenze domestiche, di povertà, di solitudine e di disagio familiare.
Falconi riesce in modo eccezionalmente vivido e coinvolgente a renderci partecipi dei sentimenti dei quattro, della rabbia di Alyssa, dell’ insicurezza di Dafne, della rassegnazione di Ryan e della solitudine di Kaleb.
La prima parte del libro, e per prima parte io intendo quella che include la presentazione dei quattro, l’arrivo a Theorica, il lento passaggio da quattro individui diffidenti a un solo gruppo affiatato, è la parte più coinvolgente e emozionante del tomo. Falconi ci fa conoscere i suoi personaggi in modo perfetto, ci mostra i loro mondi, i rapporti con le famiglie e ci affresca quattro scenari di vita che sono estremamente vividi e vicini al sentire del lettore. Talmente tanto vicini, che è facile partecipare dell’euforia e della speranze che colgono i ragazzi in procinto di partire per l’isola che cambierà loro la vita. Per i quattro, recarsi a Theorica, il luogo in cui migliorare i talenti magici, ma soprattutto, in cui essere se stessi liberamente, potersi fidare del prossimo senza timori, rappresenta non solo una speranza ma l’unica realtà possibile. Ripeto, questa prima parte di Prodigium, è resa in modo davvero convincente e coinvolgente.
Sono pagine praticamente impossibili da smettere di leggere.
L’altra cosa che mi è piaciuta molto, cosa che ho apprezzato anche in altre saghe fantasy, è l’introduzione dell’espressione artistica come complemento ideale della magia e delle manifestazioni arcane. Theorica è il luogo delle arti, della musica, della danza, della magia e degli incanti tanto che, la prima prova della gara che mette in palio ambiti premi (!) per le squadre, è esattamente la rappresentazione scenica di una specie di muscial in cui gli effetti vengono potenziati al massimo dalle trasformazioni, dalle magie e dalle arti in combattimento, dei giovani Prodigium.
Altra cosa favolosa: niente pedagogia e niente insegnamenti moraleggianti!! Dal momento che sono le cose che peggio digerisco in Estasia, capite bene che persino i cedimenti emotivi periodici dei quattro, sono acqua fresca rispetto alla didascalicità delle esperienze di Danny.

Insomma, è evidente che con Prodigium Falconi dia una bella svolta alla sua produzione, sia per stile (bello il lavoro fatto sulle singole parole) e sulla definizione dei personaggi. Solo una nota a riguardo: non tutti sono trattati allo stesso modo. Il povero Ryan, ad esempio, rimedia un po’ la figura di comparsa rispetto agli altri tre, sia a vantaggio di Alyssa che è in assoluto il pg meglio riuscito del libro, che di Dafne e Kaleb.

Passiamo alle cose che non mi hanno convinta: il modo con cui si giunge all’epilogo della storia e la mancanza di un cattivo-cattivo.
Il libro parte benissimo, come detto, si svolge bene, ma poi finisce in modo troppo rapido rispetto all’inizio, chiudendo determinate questioni in modo troppo artificioso e veloce. Il chiudersi e lo svelarsi dei misteri, la scoperta di quello che accade, non è affidata al lettore ma ai personaggi sicchè, come accadeva un po’ anche in Estasia, il lettore diventa solo spettatore di una sequela di azioni senza essere dentro tali azioni. Rispetto all’altissimo coinvolgimento iniziale del libro, questa è una bella mancanza.
In altre parole, non credo che il pathos di una storia si crei necessariamente attraverso contrazione temporale degli eventi. Il ritmo coinvolgente non si crea solo inserendo i disvelamenti nel più breve lasso di tempo possibile. Almeno secondo me.
E poi Naeel, la cattiva del libro. Cattiva? Io purtroppo l’ho vista pochissimo, l’ho sentita chiacchierare e dare ordini molto crudeli ma poi, all’atto pratico, si è rivelata solo una bella ingenuotta. E’ probabile che questa cosa sia voluta, però io non ho ancora capito chi sia il cattivo di questo libro. Naeel? No, Gordha! Ma compare poco pure lui!! Insomma, chi sia sia, i cattivoni non stanno in scena abbastanza per acquisire spessore, sono sbiaditi.

Tutto qua? Naturalmente no!
Sdrammatizzando un po’, Prodigium mi ha divertita un sacco perché rafforza in me un paio di idee su Falconi:

- è fissato con i piani, i gironi, presumo anche con gli scaffali. Ordina sempre tutto per livelli, lo faceva con Estasia e lo ha fatto con Theorica. Come faccia non lo so! :P
- è un fan di Amici di Maria de Filippi perché il povero collo del piede di Dafne che non farà mai di lei una ballerina, è praticamente la fissa di non so quale maestra di danza classica di quel programma tv :P
- è un estimatore di Stroud e Sarnesh lo dimostra (ciò è cosa buona e giusta!)
- deve essere anche un estimatore di 007 perché sto libro è pieno di spie!!
- la realtà secondo Falconi è molto complicata e, soprattutto, ha nomi lunghi ed evocativi (Mi perdoni Falconi, ma oggi gira così :P )

Insomma, leggere o no Prodigium?? Bene, rimanendo fedele alla mia malignità di fondo, vi dico che se Estasia non vi è piaciuto tanto per temi
e stile, siete caldamente esortati a leggere Prodigium!
Qui, qui e qui trovate le diverse idee sul libro di Falconi di altri amici del blog di Mirtilla ^^

martedì 4 novembre 2008

Tracy e Laura Hickman-Lucca 2008


Domenica 2 Novembre a Lucca io e Rob abbiamo assistito a un incontro con T
racy e Laura Hickman, paraticamente la mamma e il papà della Dragonlance.
Ma come, direte, non era la Weis la mamma del ciclo di romanzi d&d più famoso al mondo? Di sicuro fisicamente sono stati Weis e Hickman a scrivere le avventure di Raistlin e soci, ma durante il dibattito è emerso che l'idea originaria venne ai due coniugi Hickman quando, poveri in canna da non poter sostenere economicamente la famiglia, la coppia decise di provare a vendere moduli di avventura di d&d di loro invenzione alla TSR. Trs che non si lasciò sfuggire l'opportunità di reclutarli in pianta stabile viste le buone idee che avevano dimostrato di avere. Come sviluppo di tale iniziativa, nacque poi l'idea editoriale delle Dragonlance.

Andando indietro con la memoria di qualche anno, la coppia ha raccontato i primi
approcci avuti col d&d. Fu Laura, la moglie, a inziare a giocare con un gruppo di amici. Lei pensava di andare a un corso di recitazione quando un amico le mise davanti una scheda personaggio e una matita dicendole: "E ora tira questo dado da 20". Laura andò in fissa col gioco di ruolo e pensò bene di coinvolgere anche Tracy. Racimolò a fatica i soldi per comprare la mitica scatola e la regalò al compagno per il compleanno. E le due settimane successive al dono, Laura non vide Tracy neppure a pranzo!

Durante l'incontro, io e Rob abbiamo anche scoperto che il gioco di ruolo di Ravenloft era una creatura proprio di Hickman! Immaginate la faccia di Rob, che per Ravenloft è in fissa da anni!
Tracy, però, non ha un buon rappoorto con quel gioco per un motivo semplice: fino a quando era uno prodottto dedicato ai vampiri e BASTA, la cosa lo divertiva assai. Quando furono tentati improbabili incroci narrativi con Dragonlance, Hickman ha detto basta poichè il motivo originario per cui Ravenloft era nato, ovvero dedicare un mondo complesso solo ai vampiri, era drammaticamente venuto meno.
In altre parole l'operazione creativo/commerciale di far convergere le faccende di Lord Soth nelle Dragonlance ontro il suo parere, non l'ha proprio digerita. Un grande!

Stringendo, l'incontro con gli Hickman è stato emozionante e divertente.

Emozionante perchè ha mostrato un lato dell'uomo Tracy che forse nessuno dei presenti si aspettava: ha rivelato di essere stato un missionario in indonesia, esperienza che lo ha segnato per tutta la vita ed è proprio in virtù di quegli anni, che Hickman ha imparato ad amare disinteressatamente la vita e le diverse creature del mondo. Non ci crederete, ma come commiato ci ha fatto un saluto pieno di speranza e di amore verso il prossimo che forse manco il Papa. Anzi, levate il forse.
Ma l'incontro è stato anche divertentissimo perchè Tracy è un soggetto che già solo nella mimica e nella gestualità ispira simpatia e tranquillità. Rideva sempre, aveva sempre la battuta pronta, è stato bellissimo condividere con lui un'ora di aneddotti e rivelazioni.

Poi, per coloro che avevano seguito il convegno, è stato disponibilissimo a farci anche l'autografino sebbene non fosse sessione autografi. E anche in quell'occasione più privata, fuori dal palco, Hickman è rimasto esattamente cordiale e disponibile come aveva già dimostrato di essere.
Alla faccia della Weis che l'anno scorso è stata di una notevole, glaciale, respingente, antipatia.

Qualche fotina:

Tracy Hickman entra in sala
Tracy e Laura alla firma!



Comunicazione di servizio: visto che son due giorni che vi baloccate e burlate alle spalle di due poveri drow, mi perdonerete se rimuovo le fotine. Del resto i drow son tipi alquanto riservati...


lunedì 3 novembre 2008

Lucca 2008 by mirtilla

Come promesso, eccomi qui a raccontare brevemente l'avventura del Lucca Comics 2008.

Io e Rob arriviamo venerdì pomeriggio verso le 17.30 dopo circa tre ore e mezzo di treno. Il tempo è brutto e la pioggia inizia a cadere fitta fitta quasi da subito. La cenetta col caro Imp, prelevato nel suo centralissimo hotel, avviene praticamente sotto la pioggia visto che tutti i locali erano stracolmi e l'unico tavolino libero prima di affogare, era all'aperto! Questo però non ci impedisce di mangiare una bella pizza e di scambiare 4 chiacchiere con l'informatissimo, e impegnatissimo, Imperatore Nero. Il cattivo tempo fa saltare anche l'ipotesi di una passeggiata serale per le strade di Lucca, sicchè ci salutiamo sul presto.

La giornata di sabato inizia presto perchè le operazioni di trucco e parrucco drow non sono proprio brevissime (specialmente perchè Rob, che non ha voluto la parruccona, mi fa passare 40 minuti solo a impiastrargli i capelli di gel bianco e di borotalco....).
Verso le 9,30 finalmente usciamo dall'hotel, non prima di aver rimediato le prime battute dalla proprietaria: "Oh maremma, come vi siete conciati! Siete bellissimi!"
Oddio, bellissimi non era proprio l'aggettivo più adatto per due drow, ma devo ammettere che nel complesso una certa impressione, la facevamo. Tra file kilometriche in biglietteria (ragazzi, ma quanta gente c'era quest'anno????), file per entrare negli stand, e le decine di fotografie che ci hanno scattato per strada, le ore sono trascorse molto in fretta. Senza contare che la sottoscritta, nel frattempo, aveva sviluppato un raffreddore pazzesco tenuto a bada dall'effetto di varie medicine. Verso le 14.30-15, passato l'effetto delle stesse, Mirtilla ha avuto il tracollo e con sommo dispiacere, ho dovuto saltare la presentazione di Francesco Falconi prevista per quell'ora al Games.
Tornati in hotel, stanchissimi (quella cavolo di parrucca mi ha fatto uscire matta!) ma soddisfatti, ci siamo dati una lavata e grazie alla nuova dose di medicine, mi sono rimessa in piedi per la cena.
Alle 21,30, però, col naso gocciolante e un notevole mal di gola, sono caduta addormentata.

Domenica mattina, in panni umani e civilissimi, lasciamo l'hotel e ci dirigiamo in fiera per fare quello che non eravamo riusciti a fare il giorno prima: shopping di libri e finalmente, assistere a qualche bel convegno/dibattito. Rob ha comprato "L'arazzo delle anime perdute" di ravenloft e io" Prodigium" di Falconi.
Poi, dibattio sul d&d 4 edizione con i responsbili della 25 edition italia, il convegno di Hickman, il papà delle dragonlance e, infine, quello di Falconi-Randall. In quest'ultima occasione ho finalmente rimediato il mio meritato autografo su Prodigium!
Alle 16.30, abbiamo ripreso il treno alla volta di casa e alle 20, eravamo di nuovo a Roma.

Ora ci starebbe bene un pensiero profondo, una considerazione esistenziale, che so, un'analisi psicologica di quella specie di cosplay che abbiamo fatto io e Rob. bhè, la verità è che ci siamo divertiti e basta, senza troppi giri di parole e senza troppi perchè.
E' stato spassossissimo girare per strada ed essere se stessi e insieme non esserlo, sapere che lì sotto c'erano sempre i soliti due matti di fidanzati, eppure sapere che all'esterno saremmo sembrati due matti e basta. C'è tutto questo e anche di più in questa personalissima edizione del Lucca Comics and Games 2008.


sabato 1 novembre 2008

Drow!!!!!!

Brevissimo flash da Lucca: giornata nuvolosa ma senza pioggia, piena di eventi e di matti cosplayer in giro per le strade. C'erano anche questi due loschi figuri che, tra una parrucca indisciplinata e un raffreddore incipiente, seminavano terrore per le strade:



Prossimamente scriverò un resoconto un pò più coerente e posterò qualche altra fotina! Ora vado a curarmi che la salute mi ha definitivamente abbandonato.... :(