Ho letto Estasia- Il sigillo del Triadema, con la solita curiosa avidità che mi contraddistingue. Non ho mai fatto mistero che il primo volume della Trilogia di Francesco Falconi, Danny Martin e la Corona Incantata, non mi abbia soddisfatto appieno. L'ho trovato molto semplicistico ed eccessivamente "educativo" sebbene il target estremamene giovane, quando non infantile, giustifichi appieno questa scelta.
Il secondo volume l'ho atteso molto e, stavolta, non posso affatto parlare di delusione. Non sarà il libro della vita, come ho avuto modo di dire anche in altre recensioni di altri libri, ma il Sigillo non lascia indifferenti. Vuoi per i molti temi trattati, vuoi per la freschezza stilistica, vuoi per l'intreccio accurato della trama.
In brevissima, e senza svelare troppo, Estasia è nuovamente in pericolo. Dopo averla salvata dalle oscure trame di Disperio qualche anno prima, Danny si ritrova nuovamente a fronteggiare il pericolo per aiutare Estasia a riemergere dal caos nella quale è piombata. Nulla è come il giovane Bianco Prescelto ricordava: la regina Darmha è sparita e nessuno sa più nulla di dove sia, Cathband è lontano e tutti gli abitanti sono sotto un potente sortilegio che annulla i ricordi. A causare tutto questo è la Setta delle Ombre liberata da....no, questo lo scoprirete da soli! Antichi nemici, nuovi amici e inaspettati amori, aiuteranno Danny ad affrontare le prove necessarie per recuperare l'unico oggetto ingrado di guarire Estasia dalla sua follia: la stele di Cromina.
Il Sigillo del Triadema è un libro molto più maturo e complesso del precedente e dimostra la buona capacità dell'autore di creare intrecci complessi senza far smarrire il lettore. La scissione della trama in tre filoni paralleli non appesantisce la lettura sebbene a volte qualche attimo di "riallineamento" (ok, dove sono, chi sono i miei amici qui, dove ero rimasto...) sia comunque necessario. Ma la storia tiene grazie anche sinteticità dei paragrafi e alla segnalazione puntuale dei continui cambi di contesto. E' come se Falconi fosse stato molto attento, durante la scrittura, a tendere una mano al lettore nella consapevolezza che la complessità apparente delle storie parallele (e sovrapposte) potesse risultare un pò ostico.
L'dea che mi è piaciuta di più di tutto il libro è il concetto dell'Assenza, un'entità che va ben oltre il Bene e il Male e che sta sopra, e contemporaneamente oltre, tutte e due . Davvero originale
Ciò che domina questo volume è il colpo di scena unito al continuo svelamento di segreti: ve ne sono di continui, in particolar modo sul finire del libro, quando avvengono forse le cose più "succose" e imprevedibili. Non dico molto su questo punto altrimenti finirei per spoilerare. Vi basti sapere che gli ultimi capitoli sono particolarmente avvincenti, in un'altalena di sentimenti che costringe il lettore a passare dall'euforia alla delusione, dalla gioia alla rabbia. Fino a gravargli il cuore di sentimenti più forti come il dolore. Essì, perchè Falconi si dimostra molto coraggioso e non esita a decretare la morte di un personaggio molto importante del libro. A volte capita che gli autori non riescano proprio ad affrontare la morte delle loro creature ma non è questo il caso. Io sono un pò scettica riguardo alla modalità e la tempistica con cui si è svolto il tutto, ma è pignoleria, lo ammetto.
Altro punto di forza, a mio parere migliore rispetto al libro precedente, sono i dialoghi e la caratterizzazione dei personaggi. Lo stile è più maturo, meno semplicistico e anche meno referenziale.
Ok, dunque tutte rose e fiori? Bhè, ovviamente no, che Mirtilla sarei sennò? C'è ancora qualcosa che nn mi convince del tutto, che mi fa esprimere soddisfazione ma non totale appagamento.
Innanzi tutto la costante vena educativo-didascalica di tutto il libro. Per molti rappresenta il vero punto di forza della Trilogia di Falconi semplicemente perchè è la chiave che rende i libri intepretabili a più livelli ma soprattutto perchè si tratta pur sempre di libri per ragazzi. Bhè, diciamo che come scelta non incontra il mio personalissimo gusto. Molti autori catalogati per ragazzi scrivono fantasy senza alcuna pretesa moralizzante o educativa eppure scrivono cose egualmente di grande valore. Ma ribadisco che si tratta di un gusto personale (sarà che rosico perchè non sono più una ragazzina??? bhà...).
Altra nota, che si accorda con la precedente, è lo stile a volte mooooolto cartoon, nella descrizione di alcune scene. Fasci di luce colorati che avvolgono tutto, simboli che si animano, pezzi di oggetti che si compongono magicamente galleggiando a mezz'aria...in certi momenti mi sembrava di guardare una puntata di Creamy o di Sailor Moon... ma, ammettiamolo, il taglio particolarmente fiabesco è comunque coerente col target del lavoro e col volume precedente. E la coerenza è sempre fondamentale.
Ultimissima cosa, lo giuro, è la grande foga con cui l'autore ha rimescolato Estasia rivoltandola tutta come un pedalino (detto romano). Ho avuto l'impressione che nel desiderio di dimostrare la sua crescita autoriale Falconi abbia smontato pezzo per pezzo quello che aveva ricostruito condendo il tutto con un finale davvero ad effetto che quasi stordisce. Eppure, almeno per me, non sono tanto i colpi di scena grandiosi a fare la differenza, a dimostare le potenzialità di uno scrittore. Martin, ad esempio, che ha l'ammazzamento facile, spesso lo detesto proprio per questa "mania" che sa di delirio di onnipotenza (ma è un caso estremo...)
Comunque sia, leggete e vedrete. Mai fidarsi solo dei commenti altrui, no? ^^