Ecco ci siamo: ho finito Un Nuovo Regno di Licia Troisi e mi trovo a dover dire la mia. Mi è sempre un pò difficile commentare libri, davvero. Soprattutto quelli che odio e amo allo stesso momento e a me capita solo con due autori: J. RR Martin e Troisi.
Per molti aspetti, condivido l'opionione di Francesco Falconi sul libro, ma per altre... bhè leggete e mi direte....
Un Nuovo Regno è un libro maturo, denso e carico di sentimenti. Il lento addio che l'autrice si appresta a dire alla sua creatura , ovvero il Mondo Emerso per come lo abbiamo conosciuto, trasuda da ogni riga come se si trattasse di un commiato lungo 300 pagine.
Gli scontri generazionali e caratteriali dei personaggi di quest'ultimo libro sono il preludio, ed insieme l'essenza, di un mondo che si agita, che si scuote sino nelle fondamenta per rinascere sotto nuovi auspici: l'amore, l'equilibrio, la giustizia e la pace. Non è un travaglio lunghissimo. In fin dei conti Un Nuovo Regno è di poche centinaia di pagine (molti autori impiegano circa il doppio dello spazio per _dire_ la metà delle cose) ma alla fine della lettura i sentimenti respirati, le vicende vissute e i dolorosi addii dispensati, danno l'impressione che fosse molto più lungo.
Ma è questo il bello della Troisi: ha una scrittura così diretta e senza fronzoli che riesce ad andare dritta al cuore delle cose, al cuore dei sentimenti che sono la vera essenza dei libri dell'autrice.
L'impressione è che la Troisi sia cresciuta. Non solo come autrice ma anche come persona e la complessità di questo processo di crescita, che probabilmente l'ha vista protagonista nella vita vera, se l'è portata dietro anche nel suo ultimo romanzo. Che, non a caso, è il più bello e struggente di quelli scritti. Il lieto fine delle ultime pagine non è sfrontato e magnificente, bensì discreto e controllato. Il tempo per le celebrazioni è finito.
D'altra parte mi chiedo: ma come fa la Troisi ad avere tutto questo successo se alla fine della fiera, scrive più o meno degli stessi sentimenti, ha sempre lo stesso andamento narrativo e si limita ad abbozzare, se non a trascurare del tutto, l'impianto sociale del Mondo Emerso descrivendo solo gruppi umani solo alla bisogna? Mi spiego meglio.
- giovane orfana dall'identità travagliata destinata a salvare le persone che ama col suo sacrificio
- viaggio verso il suo destino insieme ad un accompagnatore/trice con cui all'inizio non va affatto d'accordo, poi si
- viaggio come luogo di scoperta dei veri sentimenti per cui vale la pena lottare come l'amore.
A quale trilogia appartengono questi elementi?? Si, esatto, sia alle Cronache che alle Guerre. In una parola l'impianto narrativo tra le due trilogie è identico a tratti ripetitivo e prevedibile.
Esempio: i maghi del Mondo Emerso: chi sono? Che tipo di magia usano? A che principi rispondono? Dove sono i chierici? Le terre differiscono solo per la presenza del mare, del sole, della notte??? Dove sta lo spessore sociale di sto benedetto mondo??? Non dico che servirebbe un trattato di antropologia culturale, ma almeno un minimo!! Desumere un mondo intero dai personaggi senza dare loro una collocazione spaziale e culturale è come leggere una sceneggiatura: battute belle, parole ben scelte, caratteri definiti ma il tutto su uno sfondo bianco. Ed è un peccato. Davvero un peccato.
Uff che fatica. La Troisi mi piace molto ma, egualmente, a volte mi delude per la frettolosità e, spesso, anche per qualche ingenuità (maddai, Ido che si perde San sotto il naso è _davvero_ troppo!!)