martedì 11 marzo 2008

Il Vampiro delle Brume- Recensione


Ieri sera ho finito di Leggere il Vampiro delle Brume di Christie Golden, secondo libro della trilogia Le Nebbie di Ravenloft. Questo libro, forse più degli altri ambientati nel mondo misterioso di Ravenloft, può essere davvero apprezzato da chi conosce l'ambientazione dell'omonimo gioco di ruolo di stampo d&d.

Molte delle sfumature nell'evoluzione del personaggio principale e il suo inesorabile logoramento psicologico, possono essere comprese appieno solo da chi conosce la logica crudele e maligna con cui agiscono i poteri ravenloftiani. Ma saranno poi davvero così malvagi i poteri oscuri di Ravenloft? Chissà, qui si potrebbe parlare per ore. Sta di fatto che questo libro mi ha commosso, alla fine, e non capita spessissimo con i libri del d&d. Tutta colpa, o merito, del protagonista Jander Sunstar, elfo dorato di Evermeet. Vampiro da 500 anni. Già il soggetto ha in sè un fascino doloroso impossibile da non notare. C'è qualcosa di più innaturale e disturbante di un elfo nato per vivere nei boschi in simbiosi con l'amata natura, nato per scaldarsi ai raggi del sole e per scacciare il male con azioni giuste e buone, che diventa una creatura della notte costretta a rifuggire la luce e ad _uccidere_ esseri viventi per esistere? Quale infinita tortura può essere la non morte vampirica per una creatura siffatta?

Il libro ha due ordini di lettura a mio avviso. Per chi non sa molto dell'ambientazione del gioco di ruolo si tratta della storia di un elfo vampiro che, innamoratosi di una giovane donna pazza, decide di vendicare la sua morte trovando e distruggendo colui che le aveva tolto il senno. Le senzienti nebbie di Ravenloft accolgono l'invettiva dell'elfo e Jander viene trasportato, per mezzo della bruma stessa, nel regno di Barovia soggiogato da secoli da Stradt Von Zarovich. Accadono molte cose nei decenni successivi. Jander conosce Stradt la sua ferocia, la sua impulsività ed anche il suo cupo passato; conosce i Vistani, gli zingari spie del signore del regno, i loro poteri di veggenza e la loro fedeltà assoluta a Stradt e, dopo anni di ricerche infruttuose, scopre anche l'identità dell'amata Anna e di colui che l'aveva fatta impazzire. Da qui in poi Jander vedrà solo vendetta, vendetta da perpetrare con l'aiuto di Sasha
Petrovich , giovane prete di Lathander, vendetta per se stesso e per Anna.
Fino alla vittoria di Jander sui Poteri Oscuri di Ravenloft che certo non ha nulla a che vedere col senso comune di vittoria.

Chi, invece, conosce un pò l'ambientazione di Ravenloft intravede nel libro molte altre cose.
Innanzi tutto riconosce nel cambiamento inesorabile di Jander l'azione corrutrice della terra di Ravenloft in grado di corrompere tutto ciò che la calpesta. Se prima l'elfo riusciva a nutrirsi di animali e solo sporadicamente di esseri umani, su Ravenloft le bestie sono veleno e la fame di sangue umano ha forza tripla. Se all'inizio Jander riesce a coltivare un piccolo giardino nel cuore della reggia di Stradt dopo anni l'elfo deve rinunciare poichè tutto avvizzisce sotto il suo tocco. Se prima dormiva poche ore di giorno, nei decenni successivi praticamente godrà di una veglia pressocchè continua. E poi ci sono i Poteri Oscuri, le entità che realmente dominano su Ravenloft. Sono loro i veri Signori del piano, coloro che giocano con gli uomini e con i loro destini. Sono i Poteri Oscuri ad alimentare il desiderio di vendetta di Jander e quando l'elfo si farà tramite del divino Lathander (avete capito bene!) la creatura accoglierà la vastità dell'inganno.
E capirà che persino su Ravenloft le persone possono scegliere di non compiere il male e Jander, infatti, sceglierà di perdere tutto pur di vincere sui capricci eterni dei Poteri. Una contraddizione in termini, quella tra vittoria e perdita, che è solo apparente come capirà chi leggerà il libro.
(Nota per chi conosce Ravenloft: che effige ha il Signore dell'Alba nell'ambientazione? Non ha forse la pelle dorata e il volto chiazzato di sangue?? Dopo quanto avete letto sopra, chi vi ricorda costui? L'autrice non lo dice esplicitamente ma probabilmente questo libro rappresenta la narrativizzazione dell'orgine del culto del Signore dell'Alba in terra di Barovia)

Insomma, il libro è fatto bene. L'intreccio è complesso ma la Golden regge le fila del discorso con maestria e la narrazione appare compatta, senza cadute di stile nè di attenzione. La descrizione di Stradt è motlo calzante ma è con Jander e con la sua personale passione interiore che la Golden raggiunge il livello più alto. Davvero impossibile non partecipare allo strazio dell'elfo e lo dice una che gli elfi, di norma, li detesta.
Rispetto agli altri libri della collana di Ravenloft questo è fatto decisamente meglio.

Forse per la prima volta, per cura del dettaglio, complessità ed emozioni, un libro d&d è stato trattato come un libro vero.

Piccola nota: cronologicamente questo libro è stato pubblicato in lingua originale nel 1992 prima del Signore di Ravenloft, della Guerra contro Azalin e prima di Morte di un signore oscuro. Ciò fa del libro un'opera impressionante per accuratezza, profondità e originalità complessiva.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

E mi hai incuriosito anche questa volta... :-P
Neanche io, cmq, impazzisco per gli elfi!

Mirtillangela ha detto...

@stefano: tu che fai su questo blog??? Continua a leggere la Signora delle Tempeste, via!!! :P :P

Eheheh, contenta di aver suscitato la curiosità di un così esigente lettore! Quanto agli elfi, bhò, non mi hanno mai attratto più di tanto ma onestamente non so il perchè. Sarà colpa di Tolkien, non lo so!
Preferisco di gran lunga i Drow, non so se si era capito ^_^

Roberto Dev ha detto...

Un gioiello troppo a lungo dimenticato nel buio. E’ essenzialmente questa l’impressione che ho avuto dopo aver letto questo romanzo della Golden. Inizialmente ho temuto che le mani di costei potessero rivelarsi goffe e un pizzico inesperte nel trattare l’ambientazione così come scoprii a suo tempo per “Morte di un Signore Oscuro” della Hamilton, ma la ricercata, delicata ragnatela di particolari squisitamente collegati e soprattutto coerenti con la storia di del piano di Ravenloft ha avuto il potere di stupirmi oltre ogni aspettativa.

L’elfo dorato di Evermeet è sin dall’inizio u elemento sui generis, un’anima pura che lotta per rimanere tale nonostante il vincolo che la trattiene in un corpo che ad ogni pasto violenta l’amore per la vita che ancora alberga in lui. L’incontro con la giovane pazza, Anna, accentua oltre il possibile questa sua peculiarità donandogli nuovamente il desiderio ed il bisogno di essere necessario a qualcuno, di esistere, giacché vivere gli è stato negato, con lo scopo di far rinascere la gioia negli occhi di chi al pari suo è schiacciato da una sofferenza profonda e straziante.

E proprio su personaggi come lui, capaci di emozioni tanto potenti da sfidare il Fato, che gli Oscuri Poteri volgono il loro sguardo. Come descritto nei meravigliosi manuali dell’ambientazione originale, il loro operato scorre subdolo lungo il dipanarsi di ogni vicenda, storpiando lentamente ogni briciola di speranza in disperazione e rovesciando i picchi dell’amore in abissi d’ira cieca e inarrestabile. Ma Jander trova un inatteso appiglio ad evitare la sua discesa definitiva nel gorgo della dannazione: Stradt, il suo animo spoglio di ogni virtù, eroso a tal punto da vedere nella violenza abietta di cui è divenuto capace l’unico mezzo per operare nel reale, per sentirsi anche lontanamente vivo. Esso è talmente repellente, al confronto della pur vessata natura del protagonista, da riuscire a svegliare quest’ultimo prima che possa cadere nello stesso abisso e anzi riaccendere in lui un disperato e toccante istinto di ribellione alla Sorte, un sentimento talmente forte da squarciare persino gli eterni vincoli di corruzione che quelle terre maledette impongono…
Non mi esprimo oltre perché finirei per dover svelare troppi eventi relativi alla trama o comunque basati sull’ambientazione ma ad essa afferenti. Ad ogni modo, concordo con Mirtilla nel dire che il testo di emozioni forti ne trasmette eccome, soprattutto se il lettore ha avuto in precedenza la fortuna di leggere, oltre ai romanzi su Stradt, gli eccellenti manuali di Ravenloft.

Anonimo ha detto...

mi hai incuriosito. anche io aodro i fantasy,ma quel libro proprio non lo conoscevo. thank you

sauron era un bravo artigiano ha detto...

oK. Devo chiedertelo. Come capperofai a leggere così tanto? Io non riesco assolutamente a reggere il tuo ritmo.

Comunque, annotato anche questo. Oltre alla pila di libri sullo scaffale anche la mia pila virtuale di libri da leggere cresce sempre più.

Ma secondo me i "libri veri" hanno cominciato a fare capolino in d&d già con i primi dragonlance. Nno capolavori, ma tranquillamente al livello dei prodotti medi nel genere.

Anonimo ha detto...

Ciao ti volevo chiedere una cosa, sò che Ravenloft fa parte di “Dungeons & Dragons”...c'è un'ordine per leggerli? o è possibile leggerli a sè?
In evenienza potresti scrivermi l'ordie di lettura?
Grazie

Mirtillangela ha detto...

@Tania: Ma prego! ^^

@Sauron: Ahahahah! Non lo so Sauron, sin da ragazzina ho sempre letto tanto e anche con una certa rapidità. In molti insinuano che, siccome i libri li divoro, non me li gusto. Nulla di più sbagliato. IO sono una lettrice curiosa, mi tuffo nei libri col desiderio intenso di vivere storie e lasciarmi trascinare da esse. Sarà questo che mi facilita l'abbuffata, bhò.

Quanto ai primi dragonlance, non sono certissima che sin da subito ci fosse stata massima cura alla psicologia dei personaggi, ma di certo rispetto agli altri libri di Ravenloft e parecchi della Forgotten, questo qui è moooooolto meglio.

Mirtillangela ha detto...

@Anonimo: Prima di tutto benvenuto! Guarda, sono libri abbastanza autoconclusivi e quindi l'ordine di lettura non è fondamentale. Cmq volendo dare una sequenza cronologica dei libri editi fino ad ora:

Il Signore di Ravenloft
Il Vampiro delle Brume
La guerra contro Azalin
Morte di un Signore Oscuro
Il cavaliere della Rosa Nera
Lo spettro della Rosa nera.

C'è poi "Danza Fatale" che mi pare sia fuori catalogo che si colloca per ultimo. Spero di esserti stata di aiuto ^^

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti mi chiamo Tony e sono passato da queste parti per caso, ho letto la recensione del Vampiro delle Brume con molto interesse, avendolo letto solo qualche settimana fa. Complimenti a Mirtillangela per la bella recensione che dimostra come l'abbia letto a fondo e con attenzione, sono un master dell'ambientazione di Ravenloft da 5 anni, ed anche a me il libro è piaciuto molto.
da due anni porto avanti un blog dedicato a quest'ambientazione e vi ho pubblicato a questo indirizzo tutta la bibliografia italiana e straniera
http://www.ravenloft.ilcannocchiale.it/post/1622796.html
Se qualcuno è interessato ci faccia un salto.
Di nuovo ciao a tutti.

Mirtillangela ha detto...

@Tony: prima di tutto benvenuto! Grazie dei complimenti per la recensione ma è merito del libro, mi è davvero piaciuto molto!
Il vero esperto di Ravenloft è il mio boy Rob che hai letto nel terzo commento di questo post. Lui ha masterizzato una bella campagna a Ravenloft per un anno, peccato che non ci sia stata la possibilità di continuarla per cause di forza maggiore.
Io giocavo una chierica del Signore dell'Alba un pizzichetto esaltata e fissata con le torture...sul finire ho anche scoperto di avere un "nonno" alquanto bizzarro poichè fedele di Myrkul e molte tendenze oscure della mia pg (come il gusto per le armature di ossa semisenzienti) sono state spiegate.

Ravenloft è un'ambientazione davvero affascinante, peccato che non abbia avuto il successo che merita. Trovo che anche tra i giocatori di d&d ci sia una sorta di "snobberia" nei suoi confronti. Per me è troppo "raffinata" come ambientazione per molti di loro e stavolta la snob la faccio io ^___-

Anonimo ha detto...

Ciao! Sono capitato qui per caso, e siccome ho appena finito anch'io questo libro, che ho apprezzato molto, sono contento di trovare qualcuno che condivide i miei interessi.

Magari potremmo sentirci e scambiarci opinioni sul genere, io sono un appassionato i fantasy e specialmente di Ravenloft, mi farebbe piacere avere qualcuno con cui parlare di queste cose.

Buona continuazione e scusa l'intrusione!

Andre (Strahd Von Zarovich)

Anonimo ha detto...

Si chiama Strahd. Non "Stradt". Errore grossolano e decisamente evitabile.

Per il resto, recensione valida.