Come promesso, ho fatto un salto dalle parti dell'Avvenire alla ricerca della recensione di Francesco Bolzoni su Narnia e il Principe Caspian. Capirete che dopo l'enorme prestazione sostenuta per il Cavaliere Oscuro, le mie aspettative erano alte...
Che ne dite, stavolta il film l'ha visto??
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«Narnia 2», la carica del kolossal positivo
La pellicola prosegue sulla strada «fantasy» già tracciata dal primo episodio. Ma la storia, tra buoni sentimenti e scontri epici, non è adatta ai più piccoli.
DI FRANCESCO BOLZONI
C’ erano una volta quattro bambini – Peter, Susan, Edmund e Lucy – che scoprirono una porta segreta. L’attraversarono e si trovarono a Narnia, una terra resa gelida dalla perfida Regina bianca. Aiutati da un generoso Leone, Aslan, spinsero la gente di Narnia a ribellarsi e a imprigionarla riportando la luce e il sole sulla loro terra su cui regnerà per tredici anni Peter. Poi, dato che ogni favola deve pure finire, i fratelli Pervensie fecero ritorno nel nostro mondo dal quale, grazie al suono di un corno fatato, sono richiamati adesso dal principe Caspian. Sia nel primo episodio della saga intitolato Il leone, la strega e l’armadio, sia in questo Il principe Caspian ( nelle sale da oggi) il regista Andrew Adamson, fonde bene fantasia e realtà.
Le prime scene del film, come del resto e le ultime, sono di carattere realistico. Vediamo un gruppo di studenti pronti a prendere il treno che li porterà a scuola. Il treno corre a velocità folle e sparendo apre un passaggio che porterà i Pervensie su una spiaggia di Narnia circondata da montagne, foreste e ruderi. ( Gli esterni del film sono stati realizzati in Nuova Zelanda e gli interni negli studi di Praga). I Pervensie vivranno molte avventure per riportare sul trono Caspian, spodestato dal perfido lord Miraz ( un quasi irriconoscibile Sergio Castellino al cui fianco recita Pierfrancesco Favino).
Mai lo scrittore cristiano Clive Staples Lewis (1898-1963), che inse- gnò a Oxford letteratura specializzandosi in studi sul Medioevo considerati eccellenti, avrebbe immaginato che da uno dei sette libri da lui scritti per i bambini, appunto Le cronache di Narnia, gli sarebbe derivata tanta fama postuma. Confidava piuttosto nei romanzi e nei testi di apologetica cristiana che ormai solo gli specialisti studiano. Più godibile è l’ironico e insieme perturbante Le lettere di Berlicche dove si immagina che un diavolo insegni al nipote come impadronirsi delle anime.
Nel corso della favola i Pervensie incontreranno un nano e, dopo di lui, uomini, minotauri, topi con tanto di spadino e altri animali parlanti che si muovono con estrema naturalezza (tra loro il saggio Leone Aslan , amico del cuore della piccola Lucy) e sfideranno l’esercito di lord Miraz e altre compagnie di ventura avendone alla fine vittoria. Adamson, grazie a una squadra di specialisti nel digitale e di truccatori e al suo ingegno, mette insieme scene di molta suggestione spettacolare ( la massa d’acqua che si riversa sui soldati che stanno attraversando un fiume, le battaglie sempre ben coordinate, ecc.).
Con un film dal ritmo incalzante, il regista si districa a meraviglia nel genere 'fantasy' più adatto forse ai ragazzi che si possono identificare con i protagonisti che ai bambini. Ma lo vedono con piacere anche gli adulti accettando quella sorta di omaggio a Lewis che è il perdono a lord Miraz, suo figlio e la moglie che possono allontanarsi indisturbati da Narnia, precedendo i molto addolorati fratelli Pervensie. Eccoli di nuovo i nostri piccoli eroi sul marciapiede del binario dove passerà il treno che li porterà a scuola.
DI FRANCESCO BOLZONI
C’ erano una volta quattro bambini – Peter, Susan, Edmund e Lucy – che scoprirono una porta segreta. L’attraversarono e si trovarono a Narnia, una terra resa gelida dalla perfida Regina bianca. Aiutati da un generoso Leone, Aslan, spinsero la gente di Narnia a ribellarsi e a imprigionarla riportando la luce e il sole sulla loro terra su cui regnerà per tredici anni Peter. Poi, dato che ogni favola deve pure finire, i fratelli Pervensie fecero ritorno nel nostro mondo dal quale, grazie al suono di un corno fatato, sono richiamati adesso dal principe Caspian. Sia nel primo episodio della saga intitolato Il leone, la strega e l’armadio, sia in questo Il principe Caspian ( nelle sale da oggi) il regista Andrew Adamson, fonde bene fantasia e realtà.
Le prime scene del film, come del resto e le ultime, sono di carattere realistico. Vediamo un gruppo di studenti pronti a prendere il treno che li porterà a scuola. Il treno corre a velocità folle e sparendo apre un passaggio che porterà i Pervensie su una spiaggia di Narnia circondata da montagne, foreste e ruderi. ( Gli esterni del film sono stati realizzati in Nuova Zelanda e gli interni negli studi di Praga). I Pervensie vivranno molte avventure per riportare sul trono Caspian, spodestato dal perfido lord Miraz ( un quasi irriconoscibile Sergio Castellino al cui fianco recita Pierfrancesco Favino).
Mai lo scrittore cristiano Clive Staples Lewis (1898-1963), che inse- gnò a Oxford letteratura specializzandosi in studi sul Medioevo considerati eccellenti, avrebbe immaginato che da uno dei sette libri da lui scritti per i bambini, appunto Le cronache di Narnia, gli sarebbe derivata tanta fama postuma. Confidava piuttosto nei romanzi e nei testi di apologetica cristiana che ormai solo gli specialisti studiano. Più godibile è l’ironico e insieme perturbante Le lettere di Berlicche dove si immagina che un diavolo insegni al nipote come impadronirsi delle anime.
Nel corso della favola i Pervensie incontreranno un nano e, dopo di lui, uomini, minotauri, topi con tanto di spadino e altri animali parlanti che si muovono con estrema naturalezza (tra loro il saggio Leone Aslan , amico del cuore della piccola Lucy) e sfideranno l’esercito di lord Miraz e altre compagnie di ventura avendone alla fine vittoria. Adamson, grazie a una squadra di specialisti nel digitale e di truccatori e al suo ingegno, mette insieme scene di molta suggestione spettacolare ( la massa d’acqua che si riversa sui soldati che stanno attraversando un fiume, le battaglie sempre ben coordinate, ecc.).
Con un film dal ritmo incalzante, il regista si districa a meraviglia nel genere 'fantasy' più adatto forse ai ragazzi che si possono identificare con i protagonisti che ai bambini. Ma lo vedono con piacere anche gli adulti accettando quella sorta di omaggio a Lewis che è il perdono a lord Miraz, suo figlio e la moglie che possono allontanarsi indisturbati da Narnia, precedendo i molto addolorati fratelli Pervensie. Eccoli di nuovo i nostri piccoli eroi sul marciapiede del binario dove passerà il treno che li porterà a scuola.
Hem.... forse il film l'avrà pure visto ma....ma.... ma davvero è questa la recensione di Narnia da parte di un redattore dell'Avvenire???
- Ma la storia, tra buoni sentimenti e scontri epici, non è adatta ai più piccoli. (cut) Con un film dal ritmo incalzante, il regista si districa a meraviglia nel genere 'fantasy' più adatto forse ai ragazzi che si possono identificare con i protagonisti che ai bambini. Ah si? Non è una storia per bambini? Non c'è un goccio di sangue che sia uno, ci sono decine di buffi animali parlanti e la protagonista vera è la piccola e saggia Lucy.
- I Pervensie vivranno molte avventure per riportare sul trono Caspian, spodestato dal perfido lord Miraz.
All'inizio pensavo che fosse un errore di battitura ma vista la ripetizione multipla dell'errore, direi che Bolzoni ha toppato con cognizione di causa: PeRvensie??? PeRvensie??? Ma si chiamano Pevensie!!
- Nel corso della favola i Pervensie incontreranno un nano e, dopo di lui, uomini, minotauri, topi con tanto di spadino e altri animali parlanti che si muovono con estrema naturalezza (tra loro il saggio Leone Aslan , amico del cuore della piccola Lucy). Notate lo stile ricco di pathos, i termini precisi e le identificazioni calzanti dei personaggi. Lo sanno tutti che Aslan è solo l'amichetto peloso di Lucy, eccerto...
- Ma lo vedono con piacere anche gli adulti accettando quella sorta di omaggio a Lewis che è il perdono a lord Miraz, suo figlio e la moglie che possono allontanarsi indisturbati da Narnia, precedendo i molto addolorati fratelli Pervensie. A parte l'italiano, evidentemente accessorio, ma non è Miraz ad allontanarsi volontariamente da Narnia alla fine, è il suo generale! Spoiler Miraz è bello che morto in combattimento!!
(Mi accorgo, ad una seconda lettura, che la frase di Bolzoni potrebbe non voler dire che anche Miraz lascia Narnia ma ahimè, la punteggiatura e il senso complessivo della frase, non mi aiutano a capire. Voi che dite?)
Possiamo affermare che anche stavolta non siamo rimasti delusi, Bolzoni forse qualche pezzo di Narnia l'ha pure visto ma da qui ad aver trasmesso il senso vero del film ce ne passa. Mi aspettavo un lavoretto un pò più accurato visto l'ampio sostegno ecclesiastico alla pellicola, ma tant'è. ^_^
11 commenti:
Il Bolzoni mi delude... mi aspettavo di meglio! ^^
X-Bye
non ho visto il film, ma una cosa mi lascia perplesso della recensione che hai quotato:Ma lo vedono con piacere anche gli adulti accettando quella sorta di omaggio a Lewis che è il perdono a lord Miraz, suo figlio e la moglie che possono allontanarsi indisturbati da Narnia, precedendo i molto addolorati fratelli Pervensie.
perché un evento in un film tratto da un libro di X dovrebbe essere una sorta di omaggio ad X?
viva i fratelli perversi!
Beh, è un po' sotto i fuochi artificiali che aveva fatto con Batman, ma non ci possiamo lamentare.
Fra le altre cose, non volendo indugiare su cose già messe in evidenza dalla Mirti, io mi domando: se il film NON è adatto ai bambini, MA lo vedono con piacere ANCHE gli adulti... il signor Bolzoni può spiegarmi per cortesia quale minchia era il target per sto film?? Bambini? No, ha detto che non è adatto.
Adulti? da come l'ha messa lui sembra che sì ok, gli adulti pssono anche divertirsi, ma non è un film sutdiato per loro.
E allora per chi è il film?
@Mirtilla: dimmi che d'ora in poi andrai a cercare la rece di Bolzoni per ogni film che andrai a vedere in sala!!
ho visto ieri il film, e il target è decisamente per bambini.... il fatto che poi lo vedano volentieri anche gli adulti è un altro discorso.... anche la recensione per com'è posta (buffi animaletti parlanti ^.^) indica che il recensore pensava di parlare con bambini di 10 anni al massimo!!
PS: l'amico del cuore di Lucy????
ommiodddio (per restare in tema) ma ha capito qualcosa delle allegorie di Lewis?!? che pure cita nella recensione....
Mi piacerebbe assai sapere una cosa: ma quanto lo pagano 'sto Bolzoni? :D
@imp: vero! ^^
@alladr: guarda, io questa recensione o quello che è, non l'ho capita. Non ho capito proprio l'italiano!!!
Viva i Perversi!
@fed: i ragazzi. Per Bolzoni il film è per ragazzi. Qualsiasi cosa questo voglia dire -_-
Mannò dai, lo lascerò in pace il nostro recensore ^_-
@giorgia: ciao! Io pensavo che avesse capito le allegorie di Lewis, cioè me lo aspettavo, ma invece... forse è una scelta editoriale precisa, oppure davvero non sa dove stiano di casa le Cronache di Narnia e il loro vero messaggio.
Eppure basterebbe aprire wikipedia... :(
@val: ma che domanda veniale! Sei sempre il solito!! ^___-
(sarebbe interessante saperlo...)
@Valberici: mannò dai non lo pagano! Gli danno gratis i biglietti del cinema (e già mi pare pure troppo), ma i pop corn se li deve comprare da solo. Se fa il bravo però gli comprano le caramelle, ma non troppe altrimenti gli si cariano i dentini.
sai, comunque, questa recensione mi ha fatto rendere conto di una cosa. Un altro grosso problema di questo film è di non essere abbastanza religioso.
E' una situazione simmatrica al problema della bussola d'oro, che invece non era abbastanza anti-religioso. Mi sa che chi crea questi film cerchi di assomigliare a qualche modello di successo senza capire quale è il vero motore emotivo di una storia.
"l'amico del cuore di Lucy" non è una descrizione sbagliata dell'aslan del film. Piuttosto scialbetto rispetto a quello che avrebbe potuto essere.
@sauron: è la stessa conclusione a cui sono giunta anche io.
La bussola d'oro come Narnia sono storie che hanno un'anima particolare e appassionano, e funzionano, proprio in virtù del messaggio per cui sono stati costruiti.
Ma i film che li hanno portati sullo schermo li hanno "snaturati" per farli accettare al vasto pubblico. Il risultato è il medesimo: film piattini, formalmente belli ma contenutisticamente _vuoti_ , senz'anima. Ed è un gran peccato :(
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