mercoledì 24 settembre 2008

I Pirati dell'Oceano Rosso- recensione


Ieri sera ho finito I Pirati dell'Oceano Rosso di Scott Lynch, il secondo libro della saga dei Bastardi Galantuomini di cui gli Inganni di Locke Lamora è stato il primo inarrivabile episodio.

Di quanto mi sia piaciuto Gli Inganni lo sapete bene e di quanto a molti voi abbia caldamente consigliato il libro pure, quindi capirete che le aspettative per I Pirati erano alte. E sono state parzialmente disattese.
Intendiamoci, è un bel libro, ben costruito ed evidentemente molto pensato, Locke e Jean sono sempre personaggi ben caratterizzati, e i dettagli dell'ambientazione, che stavolta non è Camorr ma la città Tal Verrar, sono sempre curati in modo maniacale. Ma questo libro non ha la folgorante vivacità e la brillante atmosfera a cui Lynch ci stava abituando.

Trama: Dopo la fuga da Camorr, Jean e Locke approdano a Tal Verrar, città portuale nota per la sua rinomatissima casa da gioco. Il suo caveau è stracolmo di ricchezze e gli stessi giocatori che affollano la casa, costituiscono bocconcini troppo prelibati per i nostri raffinati ladri. Locke e Jean iniziano a tessere una trama fittissima di imbrogli, raggiri e costosi acquisti, che permetterà loro di attirare gli sguardi del capo di Peccapicco e di pianificare una frode in grande stile.
Ma a tal Verrar c'è qualcun altro che ha messo gli occhi addosso a Locke e Jaen e che conosce le loro identità camorrane: l'Arconte di Tal Verrar, bisognoso di qualcuno che crei scombussolamento in mare affinchè egli possa armare le sue navi e cogliere l'occasione per destituire i Priori della città. Chi usare come pirati fantocci?? Ma i nostri due ladri, of course! Che non sanno distinguere una poppa da una prua, tanto per capirci. Inizia così la vera avventura piratesca di Jean e Locke che, costretti da mezzi non convenzionali dall'Arconte, diventeranno maldestri pirati, sfigati prigionieri e pure focosi amanti (almeno uno di loro). E pure inaspettati truffati (eggià!!!).
Chiaramente Locke amalgamerà tutti questi elementi caotici per creare la confusione più totale, in un groviglio di verità, mezze verità, identità false, identità un pò false un pò no, che sono come sempre la cifra della narrazione di Lynch.

Oh, detta così io sono una matta scatenata a dire che il libro non mi ha soddisfatto come gli Inganni. E quindi ripeto che il libro merita di essere letto.
Locke Lamora è sempre il solito meraviglioso bastardo che alterna furia e rancore, lingua tagliente e trovate geniali, all'altruismo più generoso nei confronti di Jean. L'amicizia tra i due nei Pirati viene messa alla prova almeno in due occasioni, e la delicatezza con cu Lynch si avvicina ad essa, è la cosa migliore di tutto il libro. Anche la scelta finale di Locke, chi ha letto il libro sa a cosa mi riferisco, è il modo con cui egli ringrazia il suo fidato amico, senza dirglielo davvero.
Anche l'ambientazione di Tal Verrar è molto ben fatta. Si respira opulenza, eccesso e insoddifazione nelle strade della città. C'è Peccapicco, ci sono nobili danarosi che passano il tempo spendendo ed umiliando i propri servi; c'è la solita magia latente, mai urlata ma alla fine, sempre decisiva sia nella sua dimensione alchemica che arcana in senso stretto.

MA il libro non lascia il solito indelebile segno.

Partiamo dalla struttura del testo, più ingombrante e meno funzionale degli Inganni. Se in quel caso la storia stantava a partire per poi fuggire via in un' escalation di avventure al cardiopalma, stavolta il libro ha una testa e dei piedi piccoli piccoli, e una pancia bella grossa. Il libro si allunga drammaticamente e lì per lì c'è solo da gustarsi ogni trovata di Lynch. Ma poi, si capisce che il nostro ha indugiato a lungo su cose presto superate andando rapido su altre.
Gli interludi, che negli Inganni erano funzionali alla comprensione dei personaggi ancor prima che della storia, qui diventa l'esatto opposto. Un'escamotage per raccontare tanti eventi diversi ma che crea un pò di confusione tra passato prossimo e presente.
A livello emotivo... secondo me combattimenti mozzafiato, scelte disperate, sacrifici e quant'altro stavolta non bastano a creare la consueta "epicità" (e qui qualcuno avrà da ridire....). La furia di Locke e Jean, più del secondo che del primo, non ha la maestosa e impietosa forza di prima. Le vendette, che sono una costante del motore narrativo di Lynch, non hanno quel "cuore" bruciante che scatena sentimenti forti nel lettore. E poi, la troppa carne al fuoco, i troppi inganni, fanno perdere la giusta concentrazione emotiva. Persino la morte di voi sapete chi, lo strazio di Jean e il resto dell'azione, non ha il sufficiente mordente.
Insomma, il tono del libro è più soft. C'è meno ironia, i dialoghi splendidi sono molto più rari e l'amato Locke, almeno per me, perde il suo strepitoso fascino. Tra l'altro il vero protagonista, è Jean, non credete?

Però leggetelo sto libro, e ditemi cosa ne pensate che sono curiosa di sapere se c'è qualcosa di sbagliato in me oppure no!

Spoiler: il prologo del libro, con qualla sparata sul presunto tradimento di Jean verso Locke, non vi è sembrata una trovata acchiappa attenzione, piuttosto che il preludio di qualcosa di davvero inaspettato? Io non ci avevo creduto, per carità, ma pensavo che facesse riferimento a una parte importante del libro e invece... ma voi ci credete che Jean avesse fatto il segnale di bluff?? Io con questi due, non so mai a chi, e cosa credere!!! Ma Locke l'antidoto per sè lo troverà nel prossimo libro, a questa cavolata dell'attesa della fine davvero NON CI CREDO!!!
E intanto, non sappiamo ancora il vero nome di Locke Lamora nè chi sia davvero la ladra che gli ga stregato il cuore...

15 commenti:

Anonimo ha detto...

uau. ok. da leggere.
ma io sono diffidente (e di braccine corte): aspetto che esca anche il terzo, poi attaccherò l'edizione economica.
bella recensione, comunque.

Valberici ha detto...

Per ora ti dico che sullo "spoiler" concordo...però aspetto il prossimo libro peer vedere se ci sarà una soluzione banale o no.
Per il resto dovrai aspettare perchè ho deciso di leggermi con calma il libro in italiano. Come avevo già accennato ho avuto la sensazione che il linguaggio fosse addolcito...vedremo. ;)

Anonimo ha detto...

Quando avrò finito il fantasy della Romagnoli (Che per ora mi pare davvero bello, tra l'altro!) andrò a procacciarmi Lynch.

Poi ti fò sapere.

(E sopratutto, poi leggerò tutto il post, visto che arrivato alla parola TRAMA sono assato a commentare xD)

Mirtillangela ha detto...

@alladr: hem... allora dovrai aspettare il SETTIMO... sono sette libri!! ^^'
Graaaazie, detto da te è un complimentone che accetto volentieri.

@val: Ma come!!! Io volevo un confronto, un dibattito, un duello all'ultimo sangue... :(
Vabbè, resterò in paziente attesa

@coubert: eh, la romagnoli è nelle mia wish list ma non riesco mai a decidermi di comprare il suo libro...

Fatto bene, ma cmq io non spoilero la trama, quello che scrivo è pressapoco quello che è nella quarta di copertina ^^'

Valberici ha detto...

Non temere...appena finisco di leggerlo ti umilierò pubblicamente.......... :D

p.s.: a parte gli scherzi sto riflettendo assai sulla questione "traduzioni" ;)

sauron era un bravo artigiano ha detto...

Uhmm, non all'altezza del primo. Bene : così lo inizierò con poche aspettative e ne sarò entusiasta.

Non l'ho ancora preso, ma provvederò quanto prima.

Mirtillangela ha detto...

@val: ahahaha! Ecco, così si che ti riconosco! :P

Le traduzioni sono il vero tallone di achille dei libri stranieri. Però, però, se è vero che una traduzione scadente la si avverte chiaramente rispetto ad una più accurata, è vero anche che in un libro oggettivamente zoppicante, non sarà certo una traduzione eccellente a renderlo un capolavoro.

Anche perchè... fino a che punto un traduttore può "aggiustare" ciò che
non va? E' l'opera dell'autore, con tanto di orrori, non sta certo a chi traduce prendersi certi oneri.

Insomma, una traduzione eccelsa non guarirebbe i malanni di sbilanciamento dei Pirati... IMHO, of course!

Mirtillangela ha detto...

@Sauron: ottima tecnica, ma ricordati di quella vocina-ina-ina che ti assale ogni tanto anche quando NON vorresti darle retta... :P

Anonimo ha detto...

Finalmente l'ho letto.

Beh, che sia differente dal primo mi pare ovvio e dovuto.
Nel primo libro c'erano i Bastardi Gentiluomini, c'era incoscienza ed irriverenza. Non avevano mai dovuto subire perdite shockanti, e con la testa di Locke avevano sempre prosperato.

Ma negli Inganni i Bastardi erano stati sterminati. Uccisi uno ad uno, per quanto alla fine Lock e Jean li riuscissero a vendicare.

Era ovvio che l'atmosfera di questo libro sarebbe stata più "cupa".
E infatti, mentre nel presente Jean e Locke sono impegnati in un colpo potenzialmente enorme, nelle Reminescenze vediamo come Locke aveva affrontato il massacro di Camorr. Con Jean che lo aveva dovuto costringere ad agire, visto che stava cadendo nel baratro dell'alcool e dell'autocommiserazione.

Premesso ciò, e cioè che l'atmosfera allegra è stata sostituita da un'atmosfera cupa, il libro vi si adatta benissimo, con i nostri che si trovano incastrati tra Peccapicco, l'Arconte, i Priori, i Pirati e i Maghi. Maghi che ormai sono i nemici giuirati dei due, e che faranno ogni cosa in loro facoltà per dannarli e rovinare i loro piani. Non escluso il manovrare Jean contro Locke (infatti andando avanti nel libro, avevo pensato che la scena del preludio fosse dovuta ai Maghi!)


Il libro in sè e per sè è bello, certo. Doppi e tripli giochi, inganni che in confronto quelli a Camorr erano pagliacciate.
Ma una cosa non mi convince (oltre alla reazione di Jean dopo la lotta in mare, che non è stata resa bene quanto avrebbe potuto e dovuto): il titolo.
Nè l'italiano nè l'originale.

Mi spiego: da Red seas under red skies, mi aspettavo un sacco di combattimenti in mare, decine di navi pirate che mettevano a ferro e fuoco il mare d'Ottone.
Invece la nave è solo l'Orchidea, e i combattimenti in mare sono due.
Uno anzi, visto che il primo è "ex-Messaggeri contro i Preti" con gran parte dei pirati ad attendere.

L'unico scontro degno di questo nome è il secondo, col tradimento della Sovrana. Epico e grandioso, ma è l'unico. Un po' troppo poco per un titolo come questo...

(Comunque mi è piaciuto, e molto!!
E dirò di più, avanzerei anche l'ipotesi che il veleno fosse un bluff. :P )

Mirtillangela ha detto...

@coubert: su questo "dettaglio" del titolo non avevo riflettuto. Effettivamente lascia intendere un "mare" di mazzate tanto da arrossare le acque, un quantitativo di botti che, però, non ci sono.
Purtroppo non conosco così bene l'inglese da poterti dire che quello nel titolo è più una frase idiomatica, che una frase legata al testo, non lo so.
Sia come sia, per quello che ne so, hai ragione.

Sul clima cupo dei Pirati... a me non è sembrato "cupo", a me è sembrato più che altro "moscio" (ho avvertito persino meno tensione...). I daloghi erano meno brillanti, le risposte meno pronte, e non parlo solo delle battute.

Oh, intendiamoci, è comunque un libro estremamente godibile, ma per me il capolavoro di trama, di brillantezza e di originalità, resta gli Inganni ^_-

Anonimo ha detto...

Certo, anche perchè il secondo libro di una serie difficilmente avrà mai l'oscar per l'originalità, comunque xD

Ho apprezzato che abbia cercato di non scimmiottare il primo libro (e guardando poi sul sito dell'autore ho visto che ha le idee molto chiare sulla serie, visto che sono già disponibili i titoli di tutti e sette i libri. E già tra titoli e brevi commenti, direi che le cose saranno sempre meno "frizzanti" e più "politiche", andando avanti.

(ah, nel sito di Lynch ci sono anche le mappe di Camorr, di Tal Verran e del mare d'Ottone)


p.s. sono Coubert, ho cambiato nick :P

Anonimo ha detto...

Appena finito "I pirati.."!!
Che dire, mi è piaciuto molto, ma concordo con la tua recensione che manca qualcosa.. Sono molto curiosa di sapere di più sui maghi Karthain ed a quanto pare nel terzo volume ("La repubblica dei ladri"?) molte cose su di loro saranno svelate... rimango in attesa.. Ora comincio "Prodigium" :)
Chiara

Unknown ha detto...

Ho appena letto per la seconda volta, a distanza di due anni dalla prima, gli Inganni... E per la seconda volta ne son rimasto affascinato (letto in tre giorni scarsi).

Nondimeno ho scoperto con ESTREMO piacere che la warner ha intenzione di farci un film. Sono sempre stato convinto che una pellicola sugli Inganni avrebbe un ENORME potenziale, se girata bene e con molti dettagli. Azzarderei quasi a dire che un film fatto bene potrebbe anche avvicinarsi alla maestosità del Signore degli Anelli...

Acquisterò in questi giorni il secondo libro, sperando di non restarci deluso come qualcuno di voi ha ventilato...

Ultima domanda... ma secondo voi c'è modo di evincere dal primo libro il vero nome di Locke Lamora??

Teodoro

Mirtillangela ha detto...

@teodoro: davvero ci faranno un film?? Questa è una bellissima notizia! Concordo con te sull'estrema "filmabilità" degli Inganni, che può contare su un personaggio irresistibile, Locke, e su una trama ad intrighi che non può non affascinare. Incrociamo le dita...
Per quanto riguarda il nome di Locke, eh, io non ne ho idea anche se mi ci sono lambiccata un sacco... di una cosa sono convinta: non sarà una identità nemmeno lontanamente immaginabile. Per come ragiona l'autore, secondo me si divertirà un casino a farci scoprire che l'identità di Locke ce l'abbiamo avuta sotto il NASO dall'inizio!!!

Unknown ha detto...

Ciao a tutti,
cerco disperatamente questo libro......sapete aiutarmi????