venerdì 9 maggio 2008

Fantasy originale?


Prendo spunto da
questo post di Stefano e dal commento di Alladr a quest post, per porvi una domanda: per voi in cosa consiste l'originalità di un libro fantasy? Quali sono gli elementi che rendono un fantasy originale? La trama? Lo stile? L'approccio? L'ambientazione? L'idea? Tutte queste?

Per una volta, vi dico che io non so darvi una risposta razionale a questo quesito.
Ho ragionato altrove sui clichè, ho ragionato sui luoghi comuni del genere, ma quanto all'originalità... so solo che quando mi imbatto in un libro fantasy originale lo riconosco, lo sento e lo avverto. E non mi pongo troppe domande.
Mi affido alle sensazioni, allo stupore, alla meraviglia, alle riflessioni e ai livelli di lettura multipli che il libro mi dona. Già se un fantasy riesce a darmi tutte queste cose assieme, per me è originale ( e come dice Valbe, siamo sulla soglia del capolavoro ^__-)

E voi che ne pensate? C'è un modo per riconoscere un fantasy originale da uno no? Ma davvero esistono fantasy originali? E soprattutto, siamo certi che l'originalità assoluta porti al successo di un libro?

Bene, per essere il post di una che non si fa domande non c'è male!

21 commenti:

Unknown ha detto...

Io rispondo solo all'ultima domanda. Secondo me non sempre originale implica buon fantasy. A volte ritengo dei libri originali ma per me non sono "buoni" (il che vuol dire solo che non mi piacciono, non che non siano dei bei libri).

Per esempio, "Il signore degli anelli" è originale per definizione, ha dettato canoni che sono stati ripresi spesso e volentiri in seguito ma a me non è piaciuto. E quindi originale ma non buono.

Dragonlance, che di originale ha ben poco (essendo poi la trasposizione di un'avventura di AD&D) mi è piaciuto molto (ero giovine, ora non lo ritengo un capolavoro ma ancora lo trovo bello, almeno fino a che non è diventato commerciale).

Luk'janenko è originale. E bello.
Pullman è originale. E bello.

La Le Guin è "originale", ma non bella. O meglio, a me Il mago non è piaciuto per niente. Per quanto mi renda conto che probabilmente ci sono trovate davvero originali nel suo "mondo".

Che cosa ne pensi? :)

Bruno ha detto...

Originale non vuol dire per forza bello, però quando si ha a che fare con tanta ripetitività, l'originalità non guasta.
Originalità può essere trovare un nuovo modo di raccontare temi eterni... le passioni per la musica e la magia di Kvothe in "Il Nome del Vento" di Rothfuss, o il bene e il male di Luk'janenko. In quest'ultimo originale è anche (almeno credo) l'ambientazione, o almeno è trattata in maniera da far sentire una ventata di novità.
Elric di Melnibone era originale perché non era un eroe forte e non era buono, anche se alla fine ha dovuto sacrificarsi per una buona causa.

Zeruhur ha detto...

posso rispondere soggettivamente, è vero quello che dicono gli altri originale=buono non è un'equazione senz'altro vera, però ci sono autori che si sforzano di proporre di coniugare trame interessanti a elementi scevri da cliché.
Per cliché si intendono le solite razze trite alla Tolkien/D&D, la pallosissima e iper sfruttata quest con party di eroi che parte alla ricerca di un oggetto miracoloso per sconfiggere il signore del male.
Non so enumerare che caratteristiche dovrebbe avere un fantasy ma posso fare una lista di autori secondo me eccellenti: Ursula K. Le Guin, Marion Zimmer Bradley (Darkover, non Avalon), Micheal Moorcock, Robert E. Howard, Steven Erikson, China Mieville... e altri autori non eccellenti e forse neanche troppo originale ma le cui storie mi hanno emozionato: Robin Hobb, G.R.R. Martin, Ru Emerson, Maggie Furey, Katharine Kerr

LucaCP ha detto...

Ti riciclo prima la risposta che ho dato a Stefano XD:

Bisogna distinguere tra innovazione e copia-incolla. Se io creo un personaggio basso e tarchiato, con la barba e munito d'accetta, non lo chiamo hduenxy e pretendo di essere innovativo. Ho soltanto cambiato il nome di una precedente invenzione :-P. Ogni tanto sta bene parlare di elfi cambiandone alcuni tratti, ma bene o male si devono rispettare gli "schemi" che si sono implicitamente accettati con la scelta della razza stessa. A questo punto perché non ricorrere ad una totale innovazione, degna di questo nome? Io ad esempio ho inventato dal nulla esseri ed entità, li ho dotati di usi e costumi e non ho intenzione di chiamarli nani, elfi etc. Il problema di fondo secondo me è un altro: bisogna essere attenti e meno superficiali. Si deve creare, con il personaggio, anche un substrato all'apparenza inutile, ma che aiuta a coinvolgere il lettore. Come ad esempio il fatto che i nani bevono alcool, che sono rozzi etc. Sembrano sciocchezze, ma proprio questo li distingue dalle altre creature ^^

Aggiungerei inoltre che l'originalità a livello di trama e narrazione è altamente soggettiva. Io ad esempio ho apprezzato tantissimo il romanzo di Laura Iuorio non tanto per i protagonisti , quanto per la mescolanza di razze all'apparenza estranee, come elfi e vampiri, che crea appunto un'atmosfera unica. Pochi purtroppo si dedicano alla descrizione dell'atmosfera; per citare il nostro amico Luk', hai visto quant'è vivida la sua Mosca?

Simone ha detto...

Indico qualche fantasy che reputo originale:

La storia infinita, Labyrinth, La casa tra i mondi, Ghostbusters, Lady Hawke.

A parte forse La casa tra i mondi, in nessuno ci sono i classici personaggi e le classiche ambientazioni (ma il libro di MZM giocava proprio sulla reale esistenza di queste invenzioni).

Direi allora che un fantasy originale è tutto quello che non ricalca gli schemi alla D&D. Per essere originali bisogna reinventare le fondamenta del genere, nel senso che non basta cambiare i nomi al libro di Tolkien ma bisogna inventare un'ambientazione diversa e che allo stesso tempo abbia un senso e poi scrivere una storia davvero nuova e non la solita "tizio figo va in cerca di oggetto magico".

Simone

Mirtillangela ha detto...

@martyna: eh, la penso esattamente come te, anche su Tolkien, mentre sulla Le guin... per me non è originale in senso stretto ma è bello il modo con cui scrive.

Il guaio è, però, che "bello" e "originale" sono termini opposti: il bello attiene a canoni molto soggettivi, l'originalità, tecnicamente, dovrebbe essere oggettiva.
Eppure, nella mia esperienza non è così. Io trovo orignali Luk'janenko, Bradley (Darkover), Pullman, Stroud, Nix, Carey, etc.. per motivi essenzialmente legati al mio sentire, al mio gusto.

Esiste, allora, una orginalità "oggettiva" nel fantasy?
Per me no! Esistono canoni di genere, esistono clichè, esistono regole, ma norme di originalità per me non sono definibili.

@Bruno: la penso come te. Ognuno dei libro che definiamo "originali" lo sono per cose diverse: per l'ambientazione, per lo stile o per l'idea di fondo.

Mirtillangela ha detto...

@zehrur: eh, per esempio per me Le Dragonlance sono state orginali quando uscirono.
E' vero che sono partite di d&d su carta, ma quando vennero pubblicati, erano assolutamente originali in un panorama fantasy che includeva Tolkien. Chiaramente non sono di quelli che reputano il d&d come estensione del Signore degli anelli ma so che no è una posizione largamente condivisa.
Ma su una cosa sono d'accordo: la risposta sull'originalità può essere solo soggettiva ^^

@lucaCp: al solito sono completamente d'accordo con te!
La mosca di Luk'janenko è affascinantissima e lo è ancora di più nel libro successivo!

@simone: bhè, condivido quello che dici e quindi, anche tu, individui l'originalità di un libro in più elementi e non in uno solo ^^

Anonimo ha detto...

Io ho già risposto sul blog di Stefano, ma ribadisco: un fantasy è fatto di fantasia, e se uno scrittore non lavora di fantasia allora non scrive un fantasy.

Il fatto che tutti gli elfi siano uguali, che tutti i nani siano minatori è irrilevante se non nuoce alla trama. Certo che se mi ci metti dentro un drago che non vola, allora non chiamarlo drago, ma pinguino troppo cresciuto! A ogni cosa il suo nome: se apporti qualche piccola modifica, che non cambia in modo rilevante l'elfo (per esempio rendendoli bastardi come ha fatto Licia Troisi) allora puoi chiamarli elfi, ma se te li inventi di sana pianta, li fai grassi e rozzi, allora dagli un altro nome.

Non sempre originale vuol dire buon fantasy. Si rischia di esagerare per fare i "diversi", insomma, troppo è troppo. Bisogna saper mettere la giusta dose di sé in un fantasy. Poi è una cosa soggettiva...

sauron era un bravo artigiano ha detto...

Sono assolutamente d'accordo circa il fatto che "originale" non sia necessariamente sinonimo di "buono" o "di successo". In effetti, sospetto che l'originalità possa essere addirittura un ostacolo al successo : la fantasy tende a essere un genre disimpegnato, che si legge per distrarsi, senza troppo impegno. Ho il sospetto che una trattazione originale richieda più attenzione e rischi di destare una reazioen del tipo "bello, ma adesso non ho voglia di pensare, prenderò quello di Brooks".

Per riconoscere un fantasy originale mi pare che il tuo ""lo riconosco, lo sento e lo avverto" sia l'unica risposta veramente valida. Poi, si può andare a cercare cosa, in quel caso specifico, ha destato quella reazione ma quella capacità di sorprendere mi pare davvero il segno dell'originalità. E se a volte capita che qualcuno faccia notare un'originalità che a noi era sfuggita (non avevo mai pensato, per esempio a dragonlance come originale in quanto caso allora insolito di novelization di un gdr, ma è vero) penso si risalga sempre a qualcuno che ha provato quella sensazione e si è incuriosito fino a trovarne la fonte (che può essere, sì, la trama, lo stile, l'approccio, qualsiasi cosa riesca a sorprendere).

Anonimo ha detto...

E' vero quello che dici, un fantasy originale, diverso, innovativo, riesci a riconoscerlo solo leggendolo, quando ti dona delle sensazioni inedite che pensavi non esistessero. E non ci sono spiegazioni apparenti.
Buona xbox360! Io da Rob attendo ancora le sue recensioni videoludiche. :-)

Anonimo ha detto...

Gli elementi che cerco in un libro sono una buona trama, un'ambientazione delineata, personaggi coerenti e con un carattere preciso e infine uno stile di scrittura.
Ma mi rendo conto che l'originalità non dipende necessariamente da questi fattori. Originalità non vuol dire per forza dire qualcosa che non è stato ancora detto, ma piuttosto è il "modo".
Per quanto riguarda l'ultima domanda, sono d'accordo con martyna, originale non implica bello

Mirtillangela ha detto...

@viola: quello che dici è quasi totalmente condivisibile, dico "quasi" perchè personalmente il lavoro di rielaborazione dei drow per mano di Licia non mi è piaciuto molto. Intendiamoci, amo le contaminazioni tra i generi e anche la narrazione di cose "standard" in modo "diverso" ma credo anche che ci siano delle consuetudini di genere che sono diventatare regole del fantasy. I drow non vivono nei boschi e non bramano la luce del sole, come i cani non miagolano e non fanno le fusa (sarebbero gatti ^^). Nemmeno la fantasia autorizza il capovolgimento totale delle regole.

Chiaramente è un'opinione personalissima, eh.

Mirtillangela ha detto...

@sauron: oddio, e io non avevo mai pensato che, stringendo stringendo, leggo fantasy perchè voglio godermi il disimpegno e il distacco del cervello. Eppure è vero. Azz, mi sa che per parecchio tempo mi sono presa troppo sul serio... sauron, ora lo strizzarcevelli per ripristinare la mia autostima me lo paghi te? :P

Mirtillangela ha detto...

@Stefano: eh, Rob ha delle giornate complicatucce ora e ne avrà nel futuro, vorrà dire che ti dovrai accontantare delle mie impressioni sui videogiochi. Lo so che è roba tra maschietti, ma tant'è! :P

Mirtillangela ha detto...

@pisolo: verissimo. Forse più che nel caso dei luoghi comuni e dei clichè di genere, l'originalità di un libro fantasy risiede nel _sentire_ del lettore.

Anonimo ha detto...

Mirtilla: mi accontenterò :-P (ovviamente scherzo). Che giochi avete pigliato, se posso chiedere?
Io alla fiera del libro ho preso: Il dominio della regola di Milena De Benedetti, Duma Key di Sk, Le torri di Cenere di George Martin e L'ultimo elfo di Silvana de Mari.

sauron era un bravo artigiano ha detto...

@mirtilangela: Uhmm non sono molto bravo a leggere le sfumature di significato nelle conversazioni reali, meno ancora in quelle via post. Ho però l'impressione che la tua risposta includa un certo sarcasmo e presuma un giudizio specifico da parte mia riguardo ai tuoi gusti (che poi sono molto simili ai miei : la fantasy rappresenta la maggior parte delle mie letture). O magari, viceversa, un'accusa di eccessiva banalità: non ne sono certo, non sono bravo con le sfumature, l'ho già detto.

Se così fosse, mi spiace. Non intendo giudicare i gusti di qualcuno. Semplicemente, mi pare che il modo in cui il fantasy vienne *generalmente* percepito è come genere di pura evasione. Deviare da questa visione potrebbe essere una scelta commercialmente poco saggia.

Mirtillangela ha detto...

@stefano: Siccome ho preso la versione Arcade senza hard disk a 199 euro, il gioco figo non c'era ma in compenso c'ho trovato un bel dvd con 5 giochi arcade spassosissimi ^^

Rob ha Assassin's Creed, Mass Effect, Devil May Cray 4 e qualcos'altro che non ricordo. Al momento sono impegnata col primo, ma a seguire me li faccio tutti!!

@sauron: Ma guarda che stavo scherzando!!! Vuoi che non sappia cosa pensi del fantasy e dei suoi lettori, me inclusa???
Tranquillo anzi, scusa tu se con la mia battuta ho dato adito a fraintendimenti sul significato del reply ^__^

alladr ha detto...

riordino a mio vantaggio:
1) per voi in cosa consiste l'originalità di un libro fantasy?
2) Quali sono gli elementi che rendono un fantasy originale? La trama? Lo stile? L'approccio? L'ambientazione? L'idea? Tutte queste?
3) C'è un modo per riconoscere un fantasy originale da uno no? Ma davvero esistono fantasy originali?
4) siamo certi che l'originalità assoluta porti al successo di un libro?

1) per me l'originalità è una caratteristica fondamentale di un buon libro fantasy (non di un buon libro, ma di un buon libro fantasy) perché io nel genere fantasy cerco sommamente lo stupore, la meraviglia, la sorpresa. in una parola: originalità. dirò di più: se il libro non è buono (scritto male, pessima storia) ma è originale, a mio parere rimane comunque un buon fantasy (rimane il problema di definire il genere fantasy, ma è appunto un altro problema) quantunque non si possa dire un buon libro. di conseguenza, per me: originalità = buon fantasy (ma posso avere dei buoni libri fantasy che sono buoni libri anche se non sono originali, vedi risposta 4).
2) tutti quelli che hai detto e molti di più, naturalmente (anche un singolo aspetto dell'ambientazione); un solo elemento è sufficiente a patto che l'originalità sia coerente (i libri della novik non sono coerenti: possibile che l'avere draghi dalla notte dei tempi non abbia cambiato di una virgola la storia del mondo, neppure in termini di tecnologie militari?) e sia funzionale (lo smork invece del chilometro e la lavatrice atomica, se fanno esattamente quello che farebbero al loro posto un chilometro e una lavatrice elettrica, non sono funzionali, quindi sono inutili e non originali);
3) accorpo per ovvie ragioni le due risposte: certo che è possibile identificare un libro originale: il signore degli anelli è originale non perché abbia tracciato i confini del genere ma perché ancora adesso esistono pochissime storie i cui protagonisti vanno a perdere un tesoro invece che a trovarlo (in quest'ottica è anzi errato affermare che tolkien abbia tracciato i confini del fantasy, visto che anche quelli che hanno pedissequamente copiato da lui, come il primo brooks, hanno mancato clamorosamente il bersaglio);
4) assolutamente no, al contrario. successo, qualità e originalità sono tre variabili indipendenti una dalle altre; possono cooccorrere, ma si tratta di accidenti e non di qualche realizzazione della massima post hoc ergo propter hoc.

Mirtillangela ha detto...

@Alladr: dunque

1) Quindi originalità= stupore, meraviglia e sorpresa, giusto? sono d'accordo con te.
A questo punto mi pare che una cosa la si possa dire: l'originalità di un libro fantasy risiede nelle _emozioni_ di stupore, meraviglia e divertimento che trasmettono.
Non importa la chiave di accesso che un autore usa per riuscire nell'intento (ambientazione, stile etc...)l'importante, per essere originali, è suscitare emozioni e sensazioni uniche nel lettore.
Personalmente (tanto per riallacciarci al post di partenza), la Rowling con la saga di HP ci è riuscita benissimo e per questo, personalmente, la considero originale.

2)completamente d'accordo. Ho letto tante cose originali ma che scivolavano irrimediabilmente su coerenza o funzionalità.

3)Un pò come le Dragonalance che, ad oggi, ci sembrano banali e a volte scontate, ma quando vennero pubblicate erano assolutamente originali, la prima novellizzazioe di un gdr della storia!
Di qui mi sorge l'ennesima domanda: è l'unicità? Per ben due volte abbiamo parlato di "la prima volta che un libro..." allora ci sta anche questo nell'originalità di un fantasy!

4)Concordo anche su questo.

Il Coniglio Mannaro ha detto...

Francamente anche a me risulta difficile definire "originale" un fantasy; forse un fantasy originale riesce ad inserire nuovi elementi senza stravolgere i "canoni" del genere. Esempio: la trilogia di Sabriel (Sabriel, Abhorsen, Lirael) introduce la figura del negromante con nuove sfumature (custode dell'oltretomba e non "trafficone" di cadaveri). Ciò nonostante, un fantasy può essere originale, ma non piacevole, perchè scritto male, perchè la trama non coinvolge, o perchè si stravolgono gli aspetti "classici" del genere (rendere i troll simili agli orchi, o gli gnomi simili ai nani, etc...).

Si può discutere molto sul clichè: come qualcuno qui ha giustamente fatto notare, la storia del gruppo interraziale di eroi che va alla ricerca del manufatto è trita e ritrita, ma è normale che un genere segua un tipo di trama più o meno definito. Anche nei gialli la trama si sviluppa grosso modo nella stessa maniera: una persona muore, qualcuno indaga.

La trilogia degli orchi di Stan Nicholls non ha nulla di originale, se non il fatto che tutto il racconto è articolato dal punto di vista degli orchi (il che non è poco, se ci si pensa bene).

Anche George Martin non ha stravolto i canoni nelle sue "Cronache del ghiaccio e del fuoco", ma ha saputo raccontare con maestria, aggiungendo piccoli particolari innovativi e inserendo personaggi ricchi di profondità, il tutto immerso in una trama coinvolgente e colma di colpi di scena.

Scrivere un fantasy originale, quindi, può limitarsi all'aggiunta di pochi particolari, purchè abbiano un senso nel contesto.